La Gazzetta dello Sport

Cambi show «Vai Novara, dal tricolore alle Piramidi»

La giovane regista: «Sogno un viaggio in Egitto, ma intanto in finale non voglio aver rimpianti»

- Davide Romani

Avanti 1-0 nei set ma in svantaggio 15-10 nel 2° parziale di gara-2 della finale scudetto, Novara ha temuto di rivivere il recupero di Modena di gara-1 quando sempre nel 2° set recuperò dal 21-17 e si aggiudicò il parziale prima di chiudere il match per 3-1. Mercoledì invece il vento è cambiato. O meglio il tecnico Fenoglio ha pescato la carta giusta dalla panchina: ha richiamato Laura Dijkema, regista olandese, in panchina per dare spazio alla 20enne Carlotta Cambi. «E’ una grossa responsabi­lità dover entrare in un momento di difficoltà. Ma io lo faccio con lo spirito di non avere rimpianti dopo. Quindi mi butto a tutta sperando che vada bene. E mercoledì è successo».

Dopo due gare di finale che sensazioni ha?

«Non è facile giocarsi i sacrifici di una stagione in una serie di finale. E’ una forte emozione ma anche la soddisfazi­one che non capita a tutte».

A distanza di 72 ore, due gare assolutame­nte differenti.

«A Modena siamo partite in sordina, siamo state un po’ frastornat­e dal pubblico e dalla carica che ha messo in campo la Liu-Jo. In gara-2 sapevamo che dovevamo rimettere in pari la serie e siamo riuscite a portare a termine la missione. Ora pensiamo a gara-3».

Una finale specchio di questi playoff, con un andamento strano e risultati a sorpresa.

«Sono playoff strani, con risultati inaspettat­i. Lo sono anche a causa del calendario strano. Ci sono partite molto distanti tra loro oppure troppo ravvicinat­e (si sono giocate due parti- te in due giorni consecutiv­i,

ndr). Sono situazioni stressanti sia psicologic­amente sia fisicament­e soprattutt­o per giocatrici che nell’anno post olimpico non hanno quasi mai riposato».

Nel momento del bisogno Novara, e lei di conseguenz­a in regia, ha trovato rifugio nelle certezze di Piccinini e Barun.

«Hanno un’esperienza enorme e sono in grado di aiutare la squadra quando capitano situazioni scontate. Con la loro capacità e abitudine a giocare un certo tipo di palloni sono un grande punto di riferiment­o».

Quanto vi stanno disturband­o le voci sulla nuova guida tecnica di Novara per il prossimo anno con Barbolini in pole position?

«Di sicuro non aiutano. Avremmo preferito che uscissero dopo la fine di questi playoff, ma cerchiamo di non pensarci».

La lettura è il suo compagno di viaggio... Per questa finale cosa sta leggendo?

«Sto leggendo “L’uomo di Babele”. Amo l’Egitto, sogno di andare a vedere le Piramidi. La lettura mi sgombra la mente nei momenti di pausa da allenament­i e partite».

Cosa teme di Modena?

«Sa risalire da momenti di difficoltà durante la gara. Non dobbiamo abbassare la guardia anche quando avremo un vantaggio importante».

Forti del fattore campo che in questa finale è stato fin qui rispettato.

«Il fattore campo sta pesando. Al PalaIgor abbiamo una grande spinta dal nostro pubblico, ma anche a Modena si è fatto sentire il tifo del PalaPanini».

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TARANTINI Carlotta Cambi, 20 anni, alla prima stagione a Novara

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