La Gazzetta dello Sport

La zampata di Gonzalo Il rimpianto di Adem È un derby a due facce

1Il Pipita sempre in gol nelle partite importanti. Il serbo: «Abbiamo dato tutto, pareggiare così con la Juve fa male»

- Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

Succede sempre così: gli altri si affannano e quando pensano di avercela fatta, ecco che arriva lui a rovinare la festa. Gonzalo Higuain è il classico bello del villaggio, quello che in un istante ti frega la donzella sotto il naso, cancelland­o mesi e mesi di assiduo corteggiam­ento. E’ un po’ quello che deve aver provato Adem Ljajic al minuto 47 del secondo tempo, quando ha visto quel tiro del Pipita infilarsi nella porta granata. Adem ha visto il suo sogno andare in frantumi: poteva diventare l’uomo derby, il ragazzino sfrontato che ha rubato il mestiere di tiratore scelto all’amico Miralem Pjanic e ha portato il Toro a un soffio dalla vittoria. Sarebbe stato tutto perfetto se non fosse arrivato lui, Gonzalo il bullo, quello che non sbaglia mai le partite che contano, l’attaccante da 32 gol in bianconero (ha già raggiunto Scirea, Camoranesi e Haller), l’uomo che dopo aver schiantato il Monaco ha deciso che non era ancora arrivato, per la Signora, il momento di perdere una partita in casa. Mentre il Pipita suggellava il pareggio con l’abbraccio a Gigi Buffon, Ljajic rimaneva incredulo in mezzo al campo, continuand­o a infliggere pugni alle zolle dello Stadium, come se fossero complici della beffa di Higuain.

MERITAVAMO DI VINCERE «Pareggiare un derby così fa troppo male – racconta il serbo con gli occhi ancora lucidi –, non meritavamo di prendere un gol così. Il rosso ad Acquah non c’era, perché si è visto che aveva preso la palla. E’ un pec- cato: abbiamo dato tutto, come se fosse l’ultima gara della carriera. Abbiamo creato contro una grande squadra e meritavamo di vincere». Un gol così bello avrebbe meritato un altro epilogo: Adem ha segnato su punizione, infilando il pallone sotto all’incrocio. Un capolavoro figlio anche delle tante sfide con Sinisa Mihajlovic. Talento e colpi di testa: Ljajic dopo il gol si è lasciato andare a un gesto poco elegante verso i tifosi della Juventus. «La prestazion­e della squadra mi rende felice – ha concluso –, e anche la mia rete, ma sono troppo dispiaciut­o per non aver portato a casa i tre punti».

PIPITA SEMPRE DECISIVO Adem continua a scuotere la testa, Higuain ha lo sguardo impertinen­te di chi aveva già previsto tutto. E’ rimasto in panchina per la prima volta dopo 24 partite di fila ( l’ultima volta era successo in Coppa Italia, Juventus- Atalanta 3- 2, 11 gennaio), è entrato e ha fatto gol all’ultimo respiro. E’ destino, da quando Allegri allena la Signora, che i derby si risolvano nei minuti di recupero. E il Pipita ha segnato in tutte le partite importanti: Fiorentina, Roma, Napoli e Lazio in campionato, 3 gol nei derby tra andata e ritorno. A Montecarlo si è sbloccato anche in Europa, con una doppietta che avvicina la Juventus alla finale di Cardiff. Così come questo gol porta i bianconeri a un passo dallo scudetto. La storia tra lui e la Signora è iniziata così: Juventus-Fiorentina allo Stadium, il Pipita entra dalla panchina e segna. Povero Ljajic, che è arrivato a un passo dall’impresa e proprio non riesce a darsi pace.

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