Ace e muri, Novara vola E il sogno è a un passo
1Giovedì a Modena può vincere lo scudetto dopo sei finali Piccinini: «Io ci credo, siamo pronte e ce la vogliamo godere»
Siamo qui per sognare, così si legge su uno striscione che campeggia nella tribuna dei tifosi di Novara. E’ tanto che l’Igor sogna di cancellare una “maledizione tricolore” che arriva da lontano visto che questa squadra è arrivata alla sesta finale scudetto, senza riuscire mai a vincerlo. E anche se sono cambiati dirigenti, allenatori, giocatrici, questo “peso” aleggia in un palaIgor appicicaticcio e sudato, dove non entra neppure un foglio di carta per questa gara-3 della finale scudetto che non ti aspetti e che sta regalando grandi emozioni. Quelle che ieri sera hanno gelato il sangue ai tifosi bianco blu nel primo set quando ha vinto la sua squadra rimontata e battuta. Ma è stato solo un momento: poi aggrappata alle bordate di Katarina Barun-Susnjar (non a caso premiata con il Trofeo Gazzetta nell’ultima stagione) Novara si è sciolta e con l’aiuto di tutta la squadra (panchina compresa) si è andata a prendere il successo della fatica, ma anche un successo che la proietta in un’altra dimensione. Molto più vicina a quel sogno che insegue da anni. NIPOTE Francesca Piccinini prende in braccio Zoe (la nipote) che ha una maglia con il nome della zia sulla schiena. E’ lei. Ancora lei verrebbe da dire che ha chiuso la partita e scatenato la festa dei tifosi di Novara, a festeggiare e a dare 5 alle proprie giocatrici, al termine di una gara che l’Igor ha controllato con la battuta e limitando gli errori, capitalizzando le folate offensive adesso di Barun, adesso di Chirichella, adesso della solita Picci. Poi giostrando la squadra fino all’ultima risorsa. Il tecnico Marco Fenoglio non ha paura di cambiare. E si vede. Ci sono due o tre Novara diverse nel corso della stessa partita che ha un andamento costante: dopo essere andata in fuga l’Igor si ferma: in quasi tutti i set e a volte si fa anche rimontare come è accaduto in quel primo parziale e come succede anche nell’ultimo. «E’ la nostra caratteristica - spiega la capitana Piccinini, sotto gli occhi di Zoe -. Che dobbiamo correggere, quando ci troviamo in situazioni di vantaggio non riusciamo a capitalizzare come dovremmo, non riusciamo a uccidere il set. Non riusciamo a chiudere la gara. Ma ci siamo.E non molliamo mai. Ed è quello che abbiamo anche fatto vedere in questa gara-3».
GIOVEDI’ SERA « Sappiamo che a Modena sarà una gara durissima, perché loro arriveranno con il coltello fra i denti e faranno di tutto per batterci. Siamo pronte ad un’altra battaglia». Quella che la squadra di Gaspari ha provato a dare anche ieri sera: fin da quando con Bianchini in battuta ha recuperato il primo set con una serie di battute avvelenate. Ma quella fiammata della schiacciatrice toscana non è bastata, come non sono bastate le difese di Leonardi e la grande serata di Neriman Oszoy (20 punti per lei, la migliore attaccante delle ragazze LiuJo con un ricco 46% in attacco mentre la Brakocevic stavolta non è andata oltre il 33 per cento), un po’ troppo sola sul fronte offensivo per sperare di tenere la partita in equilibrio più a lungo. «Arrivare qui è stata una grande fatica. Non è che queste cose accadono per caso, ma una finale scudetto è un percorso lungo che si costruisce lungo la stagione. E adesso noi ci siamo - continua Francesca Piccinini che di scudetti ne ha già vinti quattro -. Io ci credevo prima e a maggiore ragione ci credo di più adesso che siamo a questo punto. Siamo qui e ce la vogliamo godere fino in fondo questa sfida di finale. Siamo pronte». Sorride e torna a prendere per mano la piccola Zoe. Non ci crede solo la Picci, ci crede ancora una volta tutta Novara, che giovedì si riverserà al PalaPanini con quel solito striscione. Per vedere di cancellare quella maledizione tricolore...
ORA VOGLIO CHE LA SQUADRA SIA CONVINTA CHE SI PUÒ FARE MARCO GASPARI TECNICO MODENA NEI PRIMI DUE SET LA DIFFERENZA L’HA FATTA LA LORO BATTUTA MARCO GASPARI ALLENATORE MODENA