La Gazzetta dello Sport

Gaviria in rosa vola col vento Domani sull’Etna

Il colombiano a Cagliari si prende tappa e maglia. Nibali si scalda: «Io e Quintana nemici solo in corsa»

- Paolo Marabini INVIATO A CAGLIARI

Via col vento. E Fernando Gaviria, l’unico colombiano che dà del tu alle volate in mezzo a una selva di “escarabajo­s”, irrompe con la forza del maestrale nel salotto di Cagliari, baciato dal sole e da un tripudio di gente. Sprint regale, tappa, maglia rosa. E via Roma – non sarà quella di Sanremo, a lui sinora indigesta, ma guarda caso porta lo stesso nome del grande traguardo accarezzat­o due anni fa – si tramuta nella favola più bella della sua giovanissi­ma carriera di aspirante fuoriclass­e, iniziato dalla pista e atterrato sul pianeta strada tra l’incredulit­à generale. Una forza della natura, un iradiddio, un velocista al fulmicoton­e che nulla teme e che a soli 22 anni ha già scalpi pesanti da sfoggiare, in attesa di diventare quanto prima un cacciatore seriale anche di classiche. NERVI Che tappa, ragazzi. Altro che breve e scontata picchiata a uso e consumo esclusivo dei velocisti per l’addio dalla Sardegna. Il vento diventa infatti il fattore decisivo, che mette a dura prova i nervi di tutti, uomini classifica compresi, costretti a non mollare per un solo attimo l’attenzione sulla strada, sui rivali, sui compagni. E se alla fine Fernando si prende tutta la scena, la firma è da spartire coi compagni di squadra, sempliceme­nte perfetti a costruire 15 minuti di fuoco, che non solo spianano la strada al niño colombiano, non solo costano la maglia del primato a Gorilla Greipel che contava di portarla almeno sino in Sicilia, ma fanno pure qualche danno in chiave classifica. Perché pensando a Milano, Rohan Dennis – il cronoman australian­o qui al debutto con mire ambiziose – lascia per terra un fardello di 5’22” pressoché irrecupera­bile. Tutta colpa di un contatto con un avversario che lo fa volare lungo e disteso, dolorante e imbelvito, proprio quando nasce l’azione che decide la giornata.

CAPOLAVORO La miccia della battaglia si accende a 11 km dall’arrivo, giusto alle porte di Cagliari, quando il vento diventa laterale, da terra, e le raffiche fanno scattare il campanello d’allarme. Attenzione, possibili ventagli. E così avviene. La Trek-Segafredo ispirata dal tricolore Nizzolo fiuta subito l’aria della trappola e si mette in posizione. Bob Jungels, il giovane leader della corazzata belga Quick-Step Floors, addestrata da anni a volare nel vento, capisce l’antifona e si accoda con una fiondata micidiale, che di lì a un chilometro, all’altezza delle Saline, raccoglie nella sua scia ben cinque compagni: Keisse, Martinelli, Richeze, De Plus e Gaviria. Si aggiungono Selig, Siutsou e Haas, Nizzolo resta aggrappato coi denti, poi arriva anche la maglia rosa Greipel, che però sbanda per uno scarto improvviso e, in una manciata di secondi, si vede scappare via per sempre quel trenino di dieci. “Go-go-go” gridano dalle ammiraglie. E l’agguato capolavoro è bell’e che confeziona­to. Perché di capolavoro si tratta: di tattica, di tempismo, di forza, di sincronism­o. Un’azione di ra- ra bellezza, come un attacco in salita.

CIAO CIAO Niente da fare. Alle spalle della “sporca decina” i big perdono l’attimo fatale, così come le altre squadre dei velocisti che avevano messo nel mirino il traguardo di via Roma prima del volo in Sicilia, del riposo e del primo arrivo in salita: non solo Greipel, ma pure Ewan, Modolo, Ferrari, Mareczko, Bennett, Pelucchi. Scivolano indietro anche a una trentina di secondi, poi negli ultimi 4 chilometri, quando la corsa entra in città, il vento da laterale diventa contrario e c’è modo di recuperare qualcosina. Ma per la vittoria di tappa e la maglia rosa i giochi sono ormai andati. Con sei uomini sui dieci nel trenino di testa, l’armata bianco-blu non può fare harakiri: sarebbe clamoroso. Tutti per Gaviria, ovvio. Che ha ritrovato la gamba dei giorni migliori dopo l’avvio un po’ ingolfato. Jungels, forte da far paura, è il regista magistrale dell’azione corale che prepara il terreno per la saetta colombiana. Keisse e Martinelli si immolano subito per non dare coraggio agli inseguitor­i. Quindi tocca a De Plus. E a quel

Jungels guadagna 10” su Nibali e Quintana; Dennis perde 5’22” Ieri sera i corridori sono atterrati a Palermo con due aerei charter

punto il rettilineo è segnato. Jungels piazza un’altra trenata delle sue, da meraviglio­so passista (attenti a lui anche in chiave maglia rosa...). Poi, come da copione, tocca a Richeze. E per Gaviria è un gioco da ragazzi mettersi dietro, con ampia luce, Selig e un bravissimo Nizzolo, ancora piazzato dopo il quarto posto nella prima tappa, nonostante l’avviciname­nto tribolatis­simo al Giro. Un Giro che si è acceso subito. Tre giorni, tre vincitori, tre maglie rosa diverse: meraviglio­so. Aspettando gli italiani.

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YUZURU SUNADA FOTO IL VENTAGLIO ALLE SALINE Lungomare del Poetto a Cagliari: il capolavoro inizia a 11 km dall’arrivo e si concretizz­a ai -9. Fernando Gaviria, 22 anni, guida il «ventaglio» aperto dai compagni, Jungels su tutti
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1. L’esultanza di Fernando Gaviria BETTINI 2. La sua famiglia a Cagliari: papà José Hernando, mamma Maria del Carmen e la sorella Juliana 2
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