CIVITANOVA DI BLENGINI REGINA DEL VOLLEY
Una stagione dominata il primo in «casa» per la Lube
quarto titolo italiano arriva nelle Marche: Trento ci prova, ma alla fine si deve inchinare
Il poker è servito. E non poteva presentarsi in maniera migliore. La battuta in rete di Van de Voorde scatena l’entusiasmo dell’Eurosuole Forum strapieno e in festa già da un paio d’ore. La Lube vince il quarto scudetto, tre anni dopo Perugia, “finalmente” in casa, la sua casa dallo scorso anno. Civitanova (circa 42.000 abitanti) festeggia il primo scudetto della sua storia sportiva, e deve ringraziare per questo una squadra che quest’anno è tornata a far entusiasmare vincendo Coppa Italia, stagione regolare e scudetto in un crescendo in cui ha dimostrato tanto talento, quanta solidità mentale.
L’IMPRONTA DI CHICCO La sintesi della Lube di quest’anno è in quel quarto set, giocato con furia e spietatezza dopo aver perso il terzo pagato alla reazione d’orgoglio di Trento: 71% in attacco che non rende neanche le bordate di Sokolov (in estasi per aver vinto il suo primo scudetto da protagonista, nel 2011 con Trento era il vice di Stokr), i colpi di classe di Juantorena che a ogni punto si girava a incitare lui il pubblico, la concretezza di Kovar, meritato Mvp di una partita che la Lube ha cominciato a vincere a ottobre costruendo un gruppo di campioni come Jenia Grebennikov, un fenomeno in lotta contro la gravità, il capitano Dragan Stankovic, Candellaro, con tanto di claque da Molfetta (dove ha giocato) solo per lui e tutta la panchina decisiva spesso durante l’anno. E la Lube ha vinto anche nella solidità mentale con cui ha messo via la delusione di Champions. Una Lube con il marchio di Blengini, allenatore concreto, abile nel costruire gruppi e spremere il meglio dai suoi giocatori. Le lacrime finali sono il commiato che si augurava prima di diventare a tempo pieno il c.t. della Nazionale.
L’ULTIMO BALUARDO Ci ha provato Trento a «rendere la finale dignitosa» parole di Angelo Lorenzetti, conscio che la Diatec partiva ad handicap contro una squadra che aveva dimostrato in gara-2 di avere un passo in più. Lanza l’ultimo ad arrendersi in una formazione con un grande Van de Voorde (86% in attacco). Trento che comunque ha combattuto, sprecando set ball nel primo parziale e portando a casa il terzo non appena la Lube si è rilassata. Poi si è dovuta inchinare alla furia di Civitanova.
IL PATRON La gioia è anche quella di Fabio Giulianelli, patron esuberante che è passato dalle amarezze dello scorso anno condite da pesanti cambi di rotta societari alla soddisfazioni di questo con tanto di polemica finale. «Dovevamo ripagare chi ci ha dato questa opportunità – dice Giulianelli riferendosi alla nuova casa che ha permesso loro di avere finalmente un impianto in cui giocare fino alle finali dopo tanti anni di inutili attese a Macerata - ci sentivamo in debito con tutta Civitanova che ci ha accolto e sostenuto. Quest’anno festeggiamo i 50 anni del gruppo Lube e questo è un gran modo per festeggiare. Sono i primi 50 anni ora andiamo avanti. Non smantelleremo questo gruppo, rinforzeremo solo » . Poi stuzzicato sulla Champions: «Noi abbiamo vinto Coppa Italia, regular season e scudetto. Rispetto a chi è arrivato secondo in Europa non facendo le qualificazioni noi in che graduatoria stiamo? Da Lisbona a Vladivostok (la battuta fatta dal presidente di Perugia Sirci, ndr) loro sono secondi, ma in Italia siamo primi noi». «E’ lo sport più bello e non dobbiamo rovinarlo con una manifestazione come la Champions dove non c’è lo stesso entusiasmo. Non si può organizzare una Coppa in cui non si fanno tutte le qualificazioni. Non è educativo perché lo sport è sacrificio. Si rischia anche di mettere in discussione il campionato. Noi abbiamo sostenuto ritmi pesanti, mentre altri si riposavano. Abbiamo vinto meritando e dominando. Quest’anno siamo i più forti». E su questo c’è poco da dire.
ANNI FANTASTICI. ORGOGLIOSO DI AVER ALLENATO QUESTA SQUADRA GIANLORENZO BLENGINI ALLENATORE CIVITANOVA