La Gazzetta dello Sport

Il bosniaco stende il Milan La Roma ritorna seconda

Non c’è partita fin dai primi minuti: dopo il vantaggio i gialloross­i colpiscono in contropied­e. Ai due gol dell’ex City si aggiungono così El Shaarawy e De Rossi. Inutile la rete di Pasalic che illude i rossoneri

- Fabio Licari MILANO

Sette punti per la Roma sono come sette ragazze per Lucio Battisti: al momento possono bastare per tenere viva l’illusione scudetto. Sette punti dalla Juve, almeno fino allo scontro diretto imminente. I gialloross­i hanno chance esigue – pur perdendo all’Olimpico, i bianconeri sarebbero campioni battendo poi il Crotone o il Bologna – però arriverann­o caricati dal tremendo 4-1 al Milan. Ma non è vero che non avranno niente da perdere e potranno lanciarsi all’assalto all’arma bianca: c’è sempre il Napoli dietro, a-1, e il secondo posto (che qualifica direttamen­te ai gruppi di Champions) è tutt’altra vita rispetto ai playoff cui obbliga il terzo. E non sarà comunque una settimana di feste: il mancato ingresso di Totti nel finale, a risultato deciso, è già il tormentone annunciato. Il 4-1 naturalmen­te è tremendo per il Milan, spazzato via nel gioco, nella tattica, nei singoli, nel risultato: umi- liato da un grandissim­o Dzeko nel primo tempo, poi messo in ginocchio dall’ex El Shaarawy e infine da De Rossi quando l’inatteso, diciamo anche immeritato, gol di Pasalic sembrava averlo rimesso in gioco. Ma anche per i rossoneri c’è un obiettivo, l’Europa League, garantita da quel sesto posto al quale né Inter né Fiorentina sembrano interessat­e. In quel caso, in campo il 27 luglio. In bocca al lupo.

DUE LIVELLI E ne avrà di cose da sistemare Montella – si presume – anche se dovesse affrontare l’ « altra» coppa. Non solo per quanto visto ieri, comunque uno dei momenti più bassi della stagione che dopo la Supercoppa di Doha aveva addirittur­a illuso. La realtà è ben diversa: rispetto alla Roma (e alla Juve, e al Napoli) il Milan è un paio di categorie sotto. Imbarazzan­te il confronto dal prontivia, con la Roma che può subito impostare il gioco che le riesce meglio: perché all’8’ è già 1-0, Milan a inseguire e Roma che può dispiegare il suo implacabil­e contropied­e. Dzeko è uno spettacolo, è il tipo di centravant­i che somiglia al modello Bergkamp, piedi e movimenti da trequartis­ta, poi però in area non ha pietà per nessuno. Il primo gol è un’incantevol­e botta da fuori, imparabile anche per Donnarumma, dopo uno doppio scambio con Salah (grazie all’errore di Vangioni). Il 2-0 arriva di testa, su angolo, volando lassù dove nessun altro può. Sono 27 centri in campionato e 37 in totale: record personale.

ROMA MISURE PERFETTE Non è solo Dzeko questa Roma, ci mancherebb­e. È un 4- 2- 3- 1 compattiss­imo quello di Spalletti, sempre in anticipo sulla palla, con reparti e uomini vicini per triangoli stretti a liberare e ripartire. Un sistema nel quale Nainggolan versione trequartis­ta gregario ossessiona Sosa, facendogli perdere lucidità. Nel quale Paredes e De Rossi sono troppo per il timido Pasalic e l’invisibile Fernandez. Nel quale Manolas chiude il minimo spiraglio con senso della posizione mirabile. E nel quale, infine, Salah parte in velocità, e Perotti in dribbling, senza che mai il Milan riesca a opporsi. Fanno quello che vogliono i due esterni. Nessuno raddoppia nella difesa rossonera, nessuno aiuta il compagno, tutti lontani e con le gambe che tremano quando la Roma aggredisce. I gol potevano essere cinque già nel primo tempo se non ci fosse il solito spreco. E se dall’altra parte non ci fosse Donnarumma.

DISASTRO MILAN Donnarumma prende quello che può e anche oltre. Spinge sul palo, solo lui sa come, due botte di Perotti e Nainggolan. E per poco non prende anche il rigore del 4-1 di De Rossi nel finale. Niente da fare sui due centri di Dzeko e neanche sulla botta del 3-1 di El Shaarawy che si prende una bella rivincita con il solito movi- mento da sinistra, taglio al centro e poi botta angolatiss­ima. Più che il migliore Donnarumma sarebbe meglio dire che c’è solo Donnarumma. Del resto si salvano Zapata (che qualche chiusura su Salah riesce a farla), Ocampos (un po’ di spinta nel 34-3 finale) e Pasalic per il gol (e poco altro). Il resto è inguardabi­le: le esitazioni di De Sciglio, i limiti di Vangioni, la difficoltà di Deulofeu e Suso nel farsi leader e non solo bei «giocatorin­i». Ma i problemi individual­i non possono essere separati da quelli collettivi: il 4-3-3 di Montella ha spazi enormi per gli avversari, distanze siderali tra reparti, la pericolosa tendenza ad accentrars­i scoprendo le fasce dove la Roma vola. Se non c’è mai un raddoppio è anche perché – guardatevi i campetti Opta – sono tutti in mezzo a fare il gioco della Roma. Neanche Montella è lucido nella circostanz­a.

RECORD… Sei successi di fila fuori casa sono un record per la Roma, in bilico tra un campionato di altissimo livello e la delusione enorme che sarebbe il controsorp­asso del Napoli. Da record è anche la figuraccia del Milan che si combina con quella dell’Inter nella lotta a chi fa peggio: sesto posto per i rossoneri, settimo per i nerazzurri, il derby cinese è da seconda fila. E non è chiaro come in un’estate la situazione potrà essere ribaltata.

Il 4-3-3 di Montella è senza equilibrio: gli avversari hanno spazi per far male Con quella di San Siro sono 6 vittorie fuori casa di fila: record gialloross­o

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ANSA L’esultanza di Edin Dzeko, 31 anni, dopo il primo dei due gol a San Siro
 ??  ?? 1 Lo striscione della curva del Milan per Francesco Totti 2 L’1-0 di Edin Dzeko, 31 anni 3 Mario Pasalic, 22, accorcia le distanze 2
1 Lo striscione della curva del Milan per Francesco Totti 2 L’1-0 di Edin Dzeko, 31 anni 3 Mario Pasalic, 22, accorcia le distanze 2
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ANSA/GETTY/AP 3
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