La Gazzetta dello Sport

Pioli: «Non mi dimetto Icardi? Una giornata no»

Tecnico dell’Inter: «Mauro non è stato indolente però non faceva i movimenti giusti. Abbiamo dei valori ma non posso essere positivo»

- Luca Taidelli INVIATO A GENOVA @LucaTaidel­li

Mauro Icardi in tutta la stagione era stato sostituito soltanto per la standing ovation del Meazza dopo la tripletta all’Atalanta. Era il 12 marzo, l’Inter è rimasta ferma a quel 7-1 delle grandi illusioni. Ieri Mauro ha lasciato il campo a Palacio appena dopo il gol segnato da Pandev, quando c’era da rimontare. Faccia scura, il capitano si è seduto in panchina senza degnare di uno sguardo Stefano Pioli. «Non credo che Mauro sia stato indolente. Lui, come Eder, non stava facendo i movimenti giusti – spiega il tecnico –. Credo che non fosse nella giornata migliore ed è dovere dell’allenatore fare dei cambi per cercare di migliorare la squadra. La sua è la rabbia di tutti quelli che vengono sostituiti. Non ho bisogno di parlargli, se vuole sa che la mia porta ad Appiano è sempre aperta». Il problema di quest’Inter che da due mesi si scansa non è certo Icardi, ma l’episodio di Marassi rende l’idea del marasma nerazzurro. Anche perché, senza il rigo- rista principe, sul dischetto nel finale si sono contesi il pallone Candreva e Gabigol. Ha prevalso il primo («Giusto così, c’è una gerarchia» spiegherà poi il tecnico), ma è riuscito a sbagliare. In una squadra in cui ognuno del resto va per conto suo – surreali i vaffa di Icardi e D’Ambrosio a Perisic, ma quando era di spalle, dopo una punizione in curva –, l’allenatore prova comunque a parlare di situazioni di gioco e a giustifica­re i suoi. Anche se in alcuni passaggi finisce per contraddir­si: «Stiamo scappando dal sesto posto? No, i giocatori vorrebbero dare di più ma non ci riescono. E comunque ora non conta pensare all’Europa quanto finire il campionato dando dimostrazi­one di voglia e di orgoglio. Manca l’attenzione necessaria nei movimenti chiave. E gli episodi poi ci condannano. Abbiamo giocato per fare la partita, per condurla, ma quando non riesci a segnare poi ti esponi a dei rischi e così è successo. C’è grande rammarico perché abbiamo comandato il match anche stavolta, ma dovevamo muoverci di più senza palla e avere maggiore lucidità: quando l’abbiamo fatto abbiamo messo in difficoltà i nostri avversari. Cam- ALLENATORE INTER

biare formazione passando al 4-3-3? Non penso di avere i giocatori adatti per questo modulo. Mancano ancora tre partite e dobbiamo rimetterci a lavorare perché non vinciamo da troppo tempo».

NO DIMISSIONI Vista l’analisi del match, viene il dubbio che la lucidità inizi a prenderla anche l’allenatore. Che però diventa perentorio quando gli si chiede se sta pensando di dimettersi. «Assolutame­nte no – risponde secco –. Anche se potete immaginare come sto adesso. Il mio futuro? Se valu- to questo momento non posso essere positivo, ma credo che questa squadra abbia dei valori per costruire un grande futuro. Basta avere le idee chiare su dove intervenir­e, ma credo che le abbiamo. Sono convinto che questa stagione negativa sarà di grande aiuto per la costruzion­e dell’Inter del futuro».

ANDREOLLI E MEDEL Aspettando che Pioli a fine stagione possa e voglia dire le sue verità, vale la pena valutare l’analisi di Marco Andreolli, tornato a giocare dal primo minuto in campionato dopo due anni e tra i pochi a salvarsi: «Prima di parlare di rispetto per la maglia e per i tifosi ognuno deve avere rispetto per il profession­ista che è – spiega il difensore a Inter Channel –. E rispettare i compagni. Cosa manca per rivedere l’Inter vincente? Domanda difficile, ogni anno si è cambiato tanto... La compattezz­a del gruppo è fondamenta­le, per 4 mesi lo spogliatoi­o è stato unito, ma al primo momento di difficoltà tutto è cambiato». Chiude Medel, che salterà il Sassuolo per squalifica: «Chiediamo scusa ai tifosi, abbiamo un po’ mollato con la testa». Un dubbio ci era venuto.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy