La Gazzetta dello Sport

Le 7 meraviglie dell’EuroLazio fabbrica di gol Samp travolta

Le reti: Keita apre, Immobile chiude ed è qualificaz­ione diretta in Europa League Quagliarel­la salva l’onore dei blucerchia­ti

- Stefano Cieri ROMA

issione compiuta. E con tre giornate di anticipo. La Lazio di Inzaghi sbarca ufficialme­nte in Europa League ed è già certa di entrarci dalla porta principale. La larga vittoria sulla Sampdoria e la sconfitta del Milan con la Roma danno ai biancocele­sti la certezza aritmetica di chiudere il campionato tra le prime cinque, con tanto di qualificaz­ione diretta alla fase a gironi di Europa League.

FESTA E RECORD Un vero capo- lavoro, considerat­e le premesse di una stagione nata malissimo tra il pasticcio-Bielsa e i malumori di un ambiente profondame­nte diviso. La qualificaz­ione in Europa League è il primo, importanti­ssimo traguardo stagionale, in attesa di una finale di Coppa Italia che potrebbe rendere straordina­ria l’annata. Risultati resi possibili dall’opera di un tecnico capace di trasformar­e in oro tutto o quasi quello che gli passa tra le mani. E che adesso vede i frutti del suo lavoro. Giusto che a salutare tutto ciò ci sia (finalmente) una degna cornice di pubblico per quella che si trasforma in un’autentica festa. Non solo per il traguardo euro- peo centrato, ma anche per due record e mezzo che fanno entrare questa Lazio negli annali del club. Il roboante 7-3 sulla Samp è infatti la ventunesim­a vittoria dei biancocele­sti in campionato (record eguagliato nei tornei a 20 squadre e stabilito nel 2014-15). E poi i 3 punti conquistat­i con la Samp fanno salire il totale a 70, primato biancocele­ste da quando il campionato è tornato a 20 squadre (il precedente era di 69). E non è tutto. I 7 gol realizzati (che si aggiungono ai 3 del derby e ai 6 al Palermo: 16 nelle ultime tre partite) portano il conto provvisori­o a 70, uno solo in meno del primato assoluto del club (71, nel 2014-15). CORO PERFETTO Come contro il Palermo la Lazio chiude la pratica in poco più di mezzora. Approccio feroce, concentraz­ione massima, meccanismi di gioco mandati a memoria: la Inzaghi band si ritrova ormai a occhi chiusi. E il 35-2 con cui il tecnico l’ha ridisegnat­a da un mesetto sembra essere davvero il suo abito ideale. Rende la difesa più compatta (al netto di qualche errore che consente agli avversari di segnare tre gol, gli ultimi due a partita chiusa, però), sprigiona la forza e la classe del centrocamp­o e consente al tan- dem ImmobileKe­ita di esprimere al meglio il suo potenziale. Non è un caso che, da quando Inzaghi l’ha sistemata così, il senegalese abbia cominciato a segnare a raffica: sei gol in tre partite. L’ultimo è quello che apre il festival contro la Samp (pregevole l’assist di Milinkovic), poi l’ex Barca si procura pure il rigore che Immobile trasforma nel 2-0 e che, soprattutt­o, lascia la Samp in dieci (rosso a Skriniar, autore del fallo). La partita finisce lì, perché il 2-1 di Linetty riapre i giochi solo per pochi minuti, prima che le reti di Hoedt, An-

derson su rigore (lasciato al brasiliano per farlo sbloccare) e De Vrij chiudano definitiva­mente i conti.

SAMP NON PERVENUTA La ripresa è pura accademia. Buona per consentire a Lulic di iscrivere il suo nome sul tabellino marcatori (e quasi a quel minuto 71 che lo ha reso un’icona laziale, stavolta è il 65’...) e a Immobile di timbrare la sesta doppietta stagionale tra Lazio e Nazionale e di eguagliare il primato di reti in un campionato di A (22, come quando col Toro vinse la classifica cannonieri). Ma buona, la ripresa, pure per annotare qualche segnale di Samp. Grazie soprat- tutto al solito Quagliarel­la che nel finale, con una doppietta, rende un po’ meno amaro il pomeriggio doriano. Il k.o. resta ugualmente pesante per Giampaolo e conferma che la squadra, dopo il bel momento vissuto nei mesi scorsi, nelle ultime settimane ha tirato i remi in barca (un solo punto nelle ultime quattro gare). L’avvio della Lazio e soprattutt­o il rosso a Skriniar sconvolgon­o i piani di Giampaolo. Il tecnico toglie Schick (al rientro) e si sistema con un 4-4-1 che però non argina le ondate laziali. Restano tre partite per scrivere un finale diverso di una stagione che non è comunque da buttare.

 ?? ANSA ?? Lulic ringrazia Patric (che si prende Keita sulle spalle) per l’assist del 6° gol. Anderson osserva il tutto divertito
ANSA Lulic ringrazia Patric (che si prende Keita sulle spalle) per l’assist del 6° gol. Anderson osserva il tutto divertito
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