Le 7 meraviglie dell’EuroLazio fabbrica di gol Samp travolta
Le reti: Keita apre, Immobile chiude ed è qualificazione diretta in Europa League Quagliarella salva l’onore dei blucerchiati
issione compiuta. E con tre giornate di anticipo. La Lazio di Inzaghi sbarca ufficialmente in Europa League ed è già certa di entrarci dalla porta principale. La larga vittoria sulla Sampdoria e la sconfitta del Milan con la Roma danno ai biancocelesti la certezza aritmetica di chiudere il campionato tra le prime cinque, con tanto di qualificazione diretta alla fase a gironi di Europa League.
FESTA E RECORD Un vero capo- lavoro, considerate le premesse di una stagione nata malissimo tra il pasticcio-Bielsa e i malumori di un ambiente profondamente diviso. La qualificazione in Europa League è il primo, importantissimo traguardo stagionale, in attesa di una finale di Coppa Italia che potrebbe rendere straordinaria l’annata. Risultati resi possibili dall’opera di un tecnico capace di trasformare in oro tutto o quasi quello che gli passa tra le mani. E che adesso vede i frutti del suo lavoro. Giusto che a salutare tutto ciò ci sia (finalmente) una degna cornice di pubblico per quella che si trasforma in un’autentica festa. Non solo per il traguardo euro- peo centrato, ma anche per due record e mezzo che fanno entrare questa Lazio negli annali del club. Il roboante 7-3 sulla Samp è infatti la ventunesima vittoria dei biancocelesti in campionato (record eguagliato nei tornei a 20 squadre e stabilito nel 2014-15). E poi i 3 punti conquistati con la Samp fanno salire il totale a 70, primato biancoceleste da quando il campionato è tornato a 20 squadre (il precedente era di 69). E non è tutto. I 7 gol realizzati (che si aggiungono ai 3 del derby e ai 6 al Palermo: 16 nelle ultime tre partite) portano il conto provvisorio a 70, uno solo in meno del primato assoluto del club (71, nel 2014-15). CORO PERFETTO Come contro il Palermo la Lazio chiude la pratica in poco più di mezzora. Approccio feroce, concentrazione massima, meccanismi di gioco mandati a memoria: la Inzaghi band si ritrova ormai a occhi chiusi. E il 35-2 con cui il tecnico l’ha ridisegnata da un mesetto sembra essere davvero il suo abito ideale. Rende la difesa più compatta (al netto di qualche errore che consente agli avversari di segnare tre gol, gli ultimi due a partita chiusa, però), sprigiona la forza e la classe del centrocampo e consente al tan- dem ImmobileKeita di esprimere al meglio il suo potenziale. Non è un caso che, da quando Inzaghi l’ha sistemata così, il senegalese abbia cominciato a segnare a raffica: sei gol in tre partite. L’ultimo è quello che apre il festival contro la Samp (pregevole l’assist di Milinkovic), poi l’ex Barca si procura pure il rigore che Immobile trasforma nel 2-0 e che, soprattutto, lascia la Samp in dieci (rosso a Skriniar, autore del fallo). La partita finisce lì, perché il 2-1 di Linetty riapre i giochi solo per pochi minuti, prima che le reti di Hoedt, An-
derson su rigore (lasciato al brasiliano per farlo sbloccare) e De Vrij chiudano definitivamente i conti.
SAMP NON PERVENUTA La ripresa è pura accademia. Buona per consentire a Lulic di iscrivere il suo nome sul tabellino marcatori (e quasi a quel minuto 71 che lo ha reso un’icona laziale, stavolta è il 65’...) e a Immobile di timbrare la sesta doppietta stagionale tra Lazio e Nazionale e di eguagliare il primato di reti in un campionato di A (22, come quando col Toro vinse la classifica cannonieri). Ma buona, la ripresa, pure per annotare qualche segnale di Samp. Grazie soprat- tutto al solito Quagliarella che nel finale, con una doppietta, rende un po’ meno amaro il pomeriggio doriano. Il k.o. resta ugualmente pesante per Giampaolo e conferma che la squadra, dopo il bel momento vissuto nei mesi scorsi, nelle ultime settimane ha tirato i remi in barca (un solo punto nelle ultime quattro gare). L’avvio della Lazio e soprattutto il rosso a Skriniar sconvolgono i piani di Giampaolo. Il tecnico toglie Schick (al rientro) e si sistema con un 4-4-1 che però non argina le ondate laziali. Restano tre partite per scrivere un finale diverso di una stagione che non è comunque da buttare.