«Che gruppo! Meritiamo tutto Siamo grandi»
Nessun ripensamento: «Non giocherò in azzurro» «Baratterei il Tricolore con la Champions»
Vanno, vengono, a volte ritornano. A Civitanova sono abituati ad ammirare campioni che arrivano ma che a volte partono per altri lidi. C’è però un giocatore che alla Lube hanno aspettato, lo hanno curato e coccolato quando serviva e ora sono tornati ad ammirare. Jiri Kovar fa parte di quella ristretta categoria di giocatori che a volte ritornano nonostante i tanti problemi. Nell’animo, ancora più forti di prima. «A Milano nel 2012 (il 22 aprile, ndr) Kovar era stato l’mvp nella finale vinta con Trento, il nostro 2° scudetto. Di nuovo contro la Diatec è il migliore in campo. Lo voglio ringraziare e lo confermo per la Lube del prossimo anno nonostante abbia tante offerte». Così patron Giulianelli rende omaggi al miglior giocatore delle finali. Dopo 4 anni di calvario costellato da continui contrattempi fisici, Kovar torna a prendersi il ruolo di protagonista anche se ripete allo sfinimento: «Mi piace pensarmi un giocatore di pallavolo – racconta lo schiacciatore 28enne -. Quello che è successo è acqua passata, voglio guardare avanti».
IL CALVARIO Il calvario inizia proprio la stagione successiva al secondo tricolore. Jiri si fa male in amichevole contro Pe- rugia e nel novembre 2012 viene operato al ginocchio sinistro. Poi ancora un nuovo k.o. nei quarti playoff 2015 contro Latina sempre al ginocchio sinistro nuovamente operato il 25 maggio 2015. Ma il giocatore non è mai stato in grado di uscire dal tunnel. Sempre ai box e mai in grado di dare il proprio contributo. Fino a quest’anno con la soluzione trovata da un ex palleggiatore pre- stato alla medicina. «Ci abbiamo creduto, ci ha creduto lui che ha lavorato duro tutta l’estate – racconta il direttore sportivo Beppe Cormio -. L’ho portato da un medico che non lo aveva ancora visitato. Un dottore di provincia che giocava a Padova e che ora è primario a Schio. Si chiama Massimo Balsano. Ha capito tutto con una straordinaria terapia che ha lo ha resuscitato. E’ una cosa che andremo a ripetere».
DI RINCORSA Una terapia che lo ha rimesso in piedi, nonostante lo scetticismo di molti che però è andato scemando. Partito dalla panchina a inizio anno si è col tempo ritagliato spazi sempre più importanti in campo culminati alle Final Four di Coppa Italia giocate alla grande. Rendimento cresciuto ancora di più nel finale di stagione tra campionato e Champions. Chiudendo così. «I premi individuali nella pallavolo non contano nulla – racconta lui -. E’ l’importante che la squadra abbia vinto così. La vittoria di un grande gruppo che si è meritato questo risultato». Una vittoria che Kovar dedica «alla squadra, alla mia ragazza, alle persone che mi sono più vicine».
AMARO CHAMPIONS Ma il tenebroso Kovar, nel giorno della festa, dove tutta la sofferenza fisica e psicologica accumulata in questi anni poteva essere scaricata, pesa il bicchiere mezzo pieno di una stagione importante per Civitanova con due trofei vinti: «Siamo contenti perché vincere due trofei in bacheca in una stagione a questo club non succedeva da tempo». Già però il brutto sogno della semifinale di Champions persa è ancora nei pensieri. «Sì, è una grande delusione che ancora non ho smaltito. Potessi scegliere prenderei la Champions al posto dello scudetto. Siamo stati bravi arrivando in fondo a tutte le manifestazioni perché era il nostro obiettivo. Vorrei tanto rigiocare quella semifinale con Perugia perché in cuor mio avrei voluto sfidare Kazan in finale. Purtroppo non è così». Finisce la stagione del rilancio dello schiacciatore che però spegne ogni possibile ripensamento sulla sua presenza nell’estate azzurra: «Non farò parte dell’Italia che andrà all’Europeo». A Civitanova ieri sera si festeggiava cantando De Andrè. Vanno vengono a volte ritornano. Kovar è tornato.