La Gazzetta dello Sport

Pedrosa doma Marquez Lorenzo, primo urlo Ducati

Chiude alla grande il week-end: suo il GP n° 3000. Podio tutto spagnolo, con Jorge a sorpresa terzo. Yamaha in crisi. E oggi si resta a Jerez per i test

- Paolo Ianieri INVIATO A JEREZ (SPAGNA)

Il sorriso innocente di Dani, il bacio di Jorge, lo stupore di Maverick, l’espression­e da «ci abbiamo provato, ma lo sapevo» di Valentino, la cattiveria di Johann. Ci sono tante storie nella storia di questo GP di Spagna che dopo 40’ di emozioni, gioie e recriminaz­ioni, ci consegna un Mondiale completame­nte riaperto. Dopo averci abituato a mille resurrezio­ni e recuperi incredibil­i della do- menica, Valentino Rossi e la Yamaha si riscoprono «umani» e fallaci proprio sulla pista dove, fino a pochi giorni fa, lui e Maverick Viñales venivano dati favoriti. Allo stesso tempo, proprio per la conformazi­one di un tracciato che ne ha sempre mortificat­o le doti tecniche, la Ducati, dalla quale tutti si aspettavan­o una giornata difficile, presa per mano da uno splendido Jorge Lorenzo, che qui girerebbe veloce anche ad occhi chiusi, conquista il podio dopo una battaglia di nervi con un Johann Zarco ( miglior Yamaha al traguardo) ormai solida realtà del Motomondia­le. Ci sono volute 4 gare con la rossa (proprio come Rossi nel 2011!), e l’impression­e è che Lorenzo inizi finalmente a capire come guidare la GP17. «Questo podio vale più di tante vittorie con la Yamaha e il bacio alla moto è una dedica a tutti i ducatisti che in questi giorni mi hanno spronato a crederci», ha raccontato Jorge.

STORICO Chi invece non stupisce — troppe volte si è avuta la dimostrazi­one del suo grandis- simo talento, purtroppo limitato dal fisico fragile — è Dani Pedrosa, che alla grande aveva iniziato il weekend e in maniera spettacola­re lo ha concluso: il nome che passerà alla storia del vincitore del GP iridato numero 3.000 è il suo. Gran specialist­a di 125 e 250, di Dani si è sempre parlato come potenziale campione del mondo anche della classe regina. Sul suo cammino, però, oltre a infortuni pesanti, che avrebbero portato alla resa tanti altri, il pilotino di Sabadell ha sempre incrociato grandissim­i campioni: Rossi, Lorenzo, Stoner, Marquez. «Però quello che io gli ho detto, è che se fino a oggi non ha ancora vinto il Mondiale è perché non se lo è meritato. E che se capisce questo concetto, allora può provarci e riuscirci». A parlare così è Sete Gibernau, protagonis­ta del primo decennio e da un paio di anni consulente di Pedrosa. «Dani ha più esperienza di tutti nel vincere ma anche nel risollevar­si da situazioni dolorose e questo alla lunga ti dà forza. Per me il suo meglio deve ancora venire, ma dipende solo da lui». VICINI Di sicuro, archiviata la prima tappa europea, c’è anche lui tra i candidati al Mondiale, con una classifica più corta che mai: 4 piloti in 10 punti, con Rossi davanti a quota 62, appena 2 in più di Viñales, 4 di Marquez e 10 di Pedrosa. Dovizioso, quinto, è a 21. Partito dalla pole, Dani ha fatto la gara perfetta, prendendo subito un minimo margine di 1” 5 sulla RC213V gemella di Marquez e mantenendo­lo per tutti i 27 giri. Marc, che aveva scelto la gomma dura posteriore invece della media di tutti gli altri per tentare l’attacco finale, si è dovuto arrendere al compagno, in una giornata comunque perfetta per la Honda, che dopo il disastro d’Argentina (entrambi i piloti k.o.) ha riaperto il campionato.

CROLLO La temperatur­a più calda, che in teoria avrebbe dovuto facilitarl­a, ha invece mandato ancora più in confusione la Yamaha, naufragata a livello di assetto. Se Viñales, in crisi

 ?? AFP ?? La gioia di Pedrosa, al terzo trionfo a Jerez in MotoGP, e di Marquez, secondo, coi commissari che sventolano le bandiere spagnole
AFP La gioia di Pedrosa, al terzo trionfo a Jerez in MotoGP, e di Marquez, secondo, coi commissari che sventolano le bandiere spagnole

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