LJAJIC AL SETTE DA DIECI E LODE LA PUNIZIONE E’ UNA DELIZIA
IL GOL DEL SERBO NEL DERBY DI TORINO E’ LA PERLA DELLA SETTIMANA, DONNARUMMA E’ SECONDO DAVANTI A PASQUAL CON LA PARATA SU PEROTTI E VOLA IN TESTA ALLA CLASSIFICA
La chiamiamo punizione, ma è stata una carezza. È lo spettacolare paradosso di Adem Ljajic e dell’incanto che ha prodotto sabato sera nel derby di Torino. Doloroso lo stesso, sì, ma soltanto per Neto e per la Juventus, un ponte verso l’estasi in cui invece i tifosi del Torino hanno creduto fino al colpo del pareggio di Gonzalo Higuain. Ma qualcosa Adem l’ha vinta lo stesso: la deliziosa punizione-gol è la perla rosa della settimana, perché non c’è stato gesto tecnico migliore del suo.
A GIRO Bentornata punizione a giro, innanzitutto. Negli ultimi anni, con l’evoluzione dei palloni sempre più sofisticati, leggeri e dalle traiettorie imprevedibili, si è sviluppata la tendenza alla punizione più di potenza che di precisione: dalla «maledetta» di Andrea Pirlo perfezionata dall’originale di Juninho Pernambucano ed ereditata da Miralem Pjanic, alle punizioni a scendere di Cristiano Ronaldo e David Luiz. Alcu- ni di loro sono stati e sono ancora specialisti del tiro a giro, ma è una razza in via di estinzione. Perché quando il pallone è molto vicino all’area e alla porta, la difficoltà aumenta. Servono la forza e l’effetto giusti, per superare la barriera ma anche andare abbastanza veloce per fare in modo che il portiere non ci arrivi: il confine tra la perfezione e il pallone in tribuna o in bocca al portiere è molto labile. Ljajic è riuscito a dosare in modo perfetto gli ingredienti. E se andate a riguardare il movimento che effettua per calciare, il segreto sta proprio nel pendolo della gamba destra: il piede colpisce sulla parte bassa a destra del pallone e poi non prosegue verso l’interno ma va verso l’esterno, proprio per imprimere il massimo dell’effetto a giro. Alla Roberto Baggio, se dovessimo spendere un paragone. «L’apogeo della perfezione per un calcio da fermo è il gol», diceva il brasiliano Zico, che punizioni di questo genere ne ha battute e segnate a centinaia. Però vederla battere così è comunque un piacere per gli occhi. «L’allenamento perfeziona la tecnica, ma prima di tutto serve il talento», ha spiegato Alessandro Del Piero, un altro che qualche golletto su punizione lo ha fatto. Ecco, a Ljajic il talento non manca.
GIGIO IN TESTA E per chiarire: punizione imprendibile, perché lì, all’incrocio dei pali, a quella velocità e da quella distanza, non ci sarebbe arrivato nessuno. Neanche se in porta, invece di Neto, ci fosse stato Buffon. O Gigio Donnarumma. Che a proposito di carezze ne ha «rifilata» una a Diego Pierotti e alla sua ricerca dell’incrocio. Il volo del portierone milanista è da manuale del ruolo: Donnarumma oppone l’ormai famoso braccio di richiamo, cioè quello opposto alla direzione di tiro, per andare a spezzare l’arcobaleno di Perotti. Una volta questa tecnica non esisteva, poi si è capito che con quel braccio lì il portiere poteva arrivare più in alto. Beh, questa è la dimostrazione. In quella stessa porta devono passare delle correnti ascensionali, perché lo scorso anno Andrea Consigli fece una parata simile, contro l’Inter e proprio contro Adem Ljajic. Allora il portiere del Sassuolo vinse la perla della settimana. Donnarumma invece è secondo (con Manuel Pasqual terzo per il tracciante-gol al Bologna) perché lo aiuta il palo. Ma con i quattro punti di questa settimana il Gigio rossonero vola in testa alla classifica generale. Le ali le ha già.
GLI ESEMPI L’esecuzione a giro di Adem ricorda la classe immensa di Baggio e Zico La prodezza di Gigio col braccio opposto come Consigli contro... Ljajic