La Gazzetta dello Sport

In 40mila con il Sassuolo Ma ci sarà contestazi­one

Altro record al botteghino, stavolta coi tifosi arrabbiati: nel mirino anche la dirigenza, soprattutt­o dopo l’esonero dell’«innocente» Pioli

- Luca Taidelli INVIATO AD APPIANO GENTILE @LucaTaidel­li

«Dirigenza totalmente assente e in campo mezzi uomini senza orgoglio né mordente. Nonostante tutto noi anche oggi in 60 mila, gli unici a onorare la nostra storia». Lo striscione esposto dalla Curva Nord prima del match col Napoli (30 aprile) ha sortito pochi effetti sui giocatori - compitino contro la banda Sarri, sotto agli occhi degli Zhang, e prova vergognosa a Genova - ma fotografa il paradosso nerazzurro. La peggiore squadra dell’attuale A (nelle ultime 7 giornate anche il Pescara ha fatto più punti) ha vinto l’ennesimo scudetto del tifo. Oltre 47mila spettatori di media nelle gare interne. E per la sfida di domenica all’ora di pranzo contro il Sassuolo ne sono annunciati 40mila. Fedeli (eufemismo) che non meritano questo trattament­o. Anche perché in tanti fanno grandi sacrifici per pagare il biglietto e poi assistono alle prestazion­i indolenti di giovani privilegia­ti che guadagnano milioni per giocare a pallone. Un messaggio che in questi giorni è stato recapitato alla squadra dalla dirigenza. Anche se il segnale più pesante è arrivato martedì sera da Nanchino, quando il boss di Suning Zhang Jindong, uno che dal nulla ha creato un impero che fattura 50 miliardi di euro all’anno lavorando venti ore al giorno, ha perso la pazienza davanti a questo reiterato menefreghi- smo e ha deciso di esonerare Stefano Pioli (il meno colpevole di tutti) anche per togliere ogni alibi ai giocatori. Ora ci sono tre partite per dimostrare chi è da Inter, chi mostra un certo senso di appartenen­za. Anche perché nel frattempo è arrivato Walter Sabatini, il mago non soltanto delle plusvalenz­e ma anche delle cessioni. E il rischio che in estate almeno metà rosa lasci Milano è abbastanza concreto. Soltanto domenica all’ora di pranzo capiremo se i ribaltoni della settimana sortiranno qualche effetto. Di sicuro, all’inizio la squadra non potrà contare su San Siro.

ARIA DI CONTESTAZI­ONE Perché la gente interista è comunque devota e abituata a soffrire, ma non certo stupida. E domenica il Meazza ribollirà. Soprattutt­o dopo il match, se l’atteggiame­nto di Icardi e soci non cambierà. La Curva ha deciso ieri notte come riallaccia­re il discorso dopo i cori di Marassi («Venduti, non avete i cogl...»), ma è pressoché certa una contestazi­one. Acuita dal fatto che nel frattempo a pagare è stato solo Pioli, ritenuto intanto un vero interista in una società in cui ne sono rimasti pochi e soprattutt­o non responsabi­le di questa situazione. Malgrado i risultati, un atteggiame­nto coerente con gli osanna del 12 marzo durante il 7-1 contro l’Atalanta. Ieri intanto la Corte federale ha respinto il ricorso contro la squalifica della Curva dopo i cori razzisti in Inter-Napoli. La pena era comunque sospesa. Non accolto anche l’analogo ricorso per la Curva Nord della Lazio.

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AFP La coreografi­a della Curva Nord prima dell’ultimo derby, il 15 aprile

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