Vettel Alonso È già futuro
1Il ferrarista glissa sul contratto Ferrari: «I media più informati di me. Fernando un gran pilota, ma siamo soddisfatti così»
«In Mercedes? Penso a batterla»
Ogni riferimento a fatti o persone non è assolutamente casuale: succede così che in un ordinario giovedì catalano il basso profilo sposato da Sebastian Vettel faccia più rumore di qualsiasi dichiarazione più bellicosa. «Non sono abbastanza intelligente per ingaggiare battaglie psicologiche con Lewis», racconta (ridacchiando) il ferrarista leader del Mondiale: l’effetto, però, è esattamente il contrario, visto che Seb ribadisce — secondo bluff — che le Mercedes della premiata coppia Hamilton-Bottas rimangono «le macchine da battere. Noi stiamo crescendo gara dopo gara, d’accordo, ma loro hanno dominato il Mondiale negli ultimi anni». Questa è astuzia, e basta, di certo non una convinzione reale. Perché le cose non stanno esattamente così, e i 13 punti che lo separano dall’inglese nel Mondiale (e i 23 da Bottas) riescono a farlo comprendere solo in parte.
FUTURO DA SCRIVERE Seb ha ritrovato il sorriso, eppure sul domani è abbottonatissimo. Anche se, pur con un contratto in scadenza a dicembre, pare difficile immaginarlo oggi lontano da Maranello. Anche quando gli chiedono lumi sull’ipotesi di avere un giorno nientemeno che Fernando Alonso al suo fianco, il tedesco diventa campione di diplomazia: «Un bravo pilota deve essere disposto a correre con qualunque compagno, c’è sempre da imparare. Io, però, posso occuparmi di firmare il mio contratto, non quello degli altri. Conosciamo tutti il valore di Fernando, e non mi riferisco solo al pilota: tuttavia, va detto pure che in questo momento in Ferrari possiamo ritenerci soddisfatti così». Sa bene il tedesco che oggi Raikkonen («sogno un weekend con risultati simili ai test») rappresenta il gregario perfetto: senatore di talento, ma senza l’ambizione al ruolo (anche mediatico) di prima guida.
FAVORITI? NO GRAZIE Il domani rimane però tutto da scri- vere, e quindi Vettel, che qui dovrebbe montare il secondo motore, continua a navigare a vista: «È innegabile che la Ferrari sia oggi in una posizione decisamente migliore rispetto a un anno fa, e il GP di domenica è un appuntamento molto importante. Vogliamo verificare il nostro reale valore rispetto ai rivali, visto che tutti i team sono arrivati qui con modifiche importanti. Ogni altro di- scorso è prematuro, visto che la supremazia Mercedes sino al termine del 2016 è stata netta». Non bastano, per Vettel, i suoi successi in Australia e in Bahrain e i secondi posti in Cina e Russia per certificare che lo scettro della F.1 sia davvero maturo per passare di mano.
GRUPPO Scavando oltre l’apparenza, si intuisce comunque come i dubbi (legittimi) di Vettel palesati sino ad Abu Dhabi siano svaniti: «C’è un gruppo capace di portare avanti un lavoro importante. Un’ottima base a livello umano che ha realizzato un’auto vincente. Ora vedo le persone giuste, con un’unità di intenti che dobbiamo sfruttare per produrre gli sviluppi necessari a mantenere nel tempo la nostra competitività».
(FANTA)MERCATO? Così, persino le voci di un ipotetico futu- ro dal 2018 in Mercedes, che lo starebbe corteggiando da tempo, vengono cortesemente rispedite al mittente: «Chi ha scritto una cosa del genere? I media italiani, davvero? Mi spiace, rivolgetevi a loro, è evidente che siano meglio informati del sottoscritto». Oltre non si va: è vero che proprio su questo circuito nei test precamp io n a to la SF70H aveva iniziato a mostrare il suo vero valore, ma «la buona conoscenza del circuito non basta. Le condizioni attuali non sono quelle di febbraio e marzo». Da oggi si lavora per avere le rosse domenica in prima fila. Una sorta di garanzia di successo, da queste parti: negli ultimi 10 anni, chi ha ottenuto la pole per 9 volte si è portato a casa la vittoria. L’unica eccezione un anno fa, con il patatrac Mercedes al 1° giro.
UN BRAVO PILOTA SA CORRERE CON QUALUNQUE COMPAGNO SEBASTIAN VETTEL 4 TITOLI MONDIALI