Che paura in Superbike Davies cade a Misano, ha rischiato l’osso del collo
Cade a due curve dall’arrivo mentre è in testa e la Kawasaki di Rea lo travolge Per il gallese della Ducati lesione a una vertebra: oggi salterà gara 2. Vince Sykes
«Potrei correre prudente, ma contro una Kawasaki finirei sempre terzo, per cui preferisco spingere in ogni curva e provarci sempre». Chaz Davies è uno di quei piloti che gareggiano con il cuore stretto nel pugno destro, tutto o niente. Un mese fa, a Imola, aveva colto due vittorie, facendo impazzire il popolo Ducati. A Misano, gli stava riuscendo il terzo capolavoro. Mancavano due curve, ma al Carro è scivolato finendo proprio sotto le ruote di Jonathan Rea, che era incollato alla sua moto e stava spingendo fortissimo per evitare la beffa. La Kawasaki ha centrato Davies sulla schiena, una dinamica terrificante che poteva avere conseguenze disastrose. Anche Rea, incolpevole, è finito a terra, dopo essere decollato, picchiando forte la testa e la spalla destra.
IN OSPEDALE Entrambi i piloti si sono rialzati subito. Il cam- pione del mondo, con uno scatto da centometrista, ha recuperato la ZX-10R ed è riuscito a salvare un terzo posto (100° podio in 205 gare) provvidenziale per la classifica iridata. Davies si è messo al sicuro con le sue gambe, poi si è accasciato accusando difficoltà di respirazione. Dopo un breve passaggio dal centro medico, il 31enne gallese è stato trasportato all’Ospedale di Rimini, dove è stata accertata un’infrazione del processo trasverso della terza vertebra lombare, oltre alla frattura del pollice si- nistro. Il problema alle vertebre non è grave, Chaz Davies può camminare regolarmente, ma in via prudenziale non prenderà il via in gara 2, oggi alle 13.
FAIR PLAY Poteva essere l’occasione della vita per Marco Melandri, che all’inizio del giro finale era terzo nella scia dei duellanti. Peccato si sia autoeliminato qualche curva prima di Chaz e Jonathan, riuscendo comunque a finire 15° e ultimo. La vittoria che tanti hanno accarezzato è finita nelle mani dell’incredulo Tom Sykes (33° centro), adesso risalito a 46 punti dal caposquadra Rea. Quest’ultimo, pur dolorante, nel giro di rallentamento si è fermato sul punto dell’incidente per sincerarsi delle condizioni di Davies. Non si parlavano da due mesi, dopo la lite in diretta ad Assen per l’incomprensione durante la Superpole: per questo la scena è stata ancora più bella.
ROSSA PIANGE Tirato un grande respiro di sollievo, l’incidente ha lasciato pesanti ri- percussioni sulla classifica del Mondiale, che per la Ducati è già sfumato a metà cammino. Davies, ora a -91 punti dalla vetta, è incappato nel doppio zero come un anno fa, quando (per uno strano gioco del destino) cadde nella stessa curva finendo travolto dal compagno di squadra Davide Giugliano, in quella circostanza senza alcuna implicazione fisica.
ALTRO RISCHIO Il botto è stato l’epilogo di una corsa convulsa, che aveva già perso anche Michael van der Mark, scattato a razzo dalla terza fila con la Yamaha risollevata dall’introduzione di nuove mappature elettroniche. L’ex iridato Supersport ha guidato il gruppo fino al 16° dei 21° giri «e aveva un ritmo impressionante, sarebbe stato molto difficile da raggiungere e superare» ha ammesso Rea. Nel punto più veloce, la gomma posteriore è uscita dal cerchio causando una caduta impressionante, per fortuna innocua.
CASO GOMME? È il secondo cedimento delle Pirelli in due gare: a Donington, sempre in gara 1, Jonathan Rea era volato via per l’afflosciamento del pneumatico evoluzione V0602, poi ritirato dallo stesso fornitore unico. « Abbiamo condotto un’accurata indagine controllando la chimica e la struttura della gomma di Rea e quelle dello stesso tipo usate da altri piloti senza rilevare anomalie — ha spiegato la Pirelli —. La gomma di van der Mark presenta un buco su un fianco, era una SC0 standard e nessuno degli altri 15 piloti su 21 in griglia che l’hanno montata ha accusato problemi». In Superbike non c’è controllo delle pressioni come avviene nella MotoGP, e sono sotto accusa anche gli speciali trattamenti che i team, in totale autonomia, fanno per evitare che la gomma ruoti all’interno del cerchione. Sarà meglio prendere provvedimenti seri, prima che la fortuna si giri dall’altra parte.