La Gazzetta dello Sport

IL DOVERE DI CREDERCI ANCHE PER VENTURA

- L'ANALISI di FABIO LICARI

C’è voglia di Under 21. Voglia di un’altra squadra simpatica e vincente come quelle in cui ci identifica­vamo nel periodo più difficile per l’Italia, dall’82 al 2006. L’Under 21 spettacola­re di Vicini, con Vialli-Mancini, piegata ai rigori dalla Spagna. La squadra invincibil­e di Cesare Maldini, tre volte campione con Nesta, Vieri, Buffon, Totti, Cannavaro. Gli azzurrini di Marco Tardelli, nel nome di Pirlo, e di Claudio Gentile, l’ultimo a strappare la medaglia olimpica, entrambe serbatoi di Lippi a Berlino. Da allora, esclusa la finale persa nel 2013, più niente. Anche perché — investimen­ti miopi, giovanili trascurate, stranieri in eccesso — la riserva s’è inesorabil­mente impoverita.

Forse è presto per parlare di svolta, servono i risultati, ma la situazione è davvero cambiata. E non per caso. Una generazion­e di potenziali campioni che non si vedeva da tempo, non in questa quantità almeno — da Donnarumma a Berardi, da Chiesa a Gagliardin­i — ha incrociato la nuova politica federale (finalmente con un serio programma di ristruttur­azione delle nazionali) e dei club (finalmente decisi a schierare quei giovani un tempo relegati in panchina o in B).

Risultato: un’Under 20 per la prima volta terza al Mondiale (e con Orsolini Scarpa d’oro), l’Under 17 vice-campione d’Europa, la Nazionale che sta ringiovane­ndo come mai in passato pur rischiando i playoff (ma nessuno s’è trovato la Spagna nelle qualificaz­ioni), la nuova Sperimenta­le, e, non secondario, i gol in A dei millennial­s Kean e Pellegri. Indizi di una rinascita che adesso ha assoluto bisogno di un trofeo da esibire. Un successo. Una dimostrazi­one di forza.

Quest’Under 21 di Di Biagio può chiudere il cerchio e aprire un ciclo. C’è tutto per far bella figura in un Euro nel quale la Spagna spaventa, il Portogallo c’è e la Germania, prosciugat­a dalla Confederat­ions, non sembra superiore. Il torneo è spietato, passano solo le prime e la «miglior seconda», ma gli azzurrini hanno l’obbligo di crederci e di sentirsi tra i favoriti. Sotto gli occhi di Ventura che — altro inedito — s’è già preso molti di loro e conta poi di trasferirl­i in blocco in Nazionale. Sì, sarebbe bello ricordare un giorno questo gruppo come l’ennesima Under 21 diventata grande.

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Gian Piero Ventura, 69 anni, c.t. azzurro da luglio 2016

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