La Gazzetta dello Sport

Zoff: «Serve più rispetto nei confronti dei tifosi»

Leggendari­o n. 1 sul caso Donnarumma: «Il calcio di oggi è questo, non mi stupisco. Il procurator­e ha fatto i suoi interessi. Il ragazzo adesso si concentri sul campo e mostri il suo valore»

- Maurizio Nicita @manici50 DOMENICA 18 GIUGNO 2017

Signore d’altri tempi, ma uomo di sport e di calcio sempre attento osservator­e dei cambiament­i. Dino Zoff, settantaci­nque anni portati sempre con una forma invidiabil­e, è stato prepension­ato troppo presto da un movimento poco incline ad accettare gente con la schiena dritta. Chi si aspetta da lui a proposito del caso Donnarumma le classiche frasi che cominciano « ai miei tempi...» rimarrà deluso. Chi saprà leggere fra le righe potrà invece trarne una lezione di vita, costruita su concetti semplici ma non per questo banali.

Riavvolgia­mo il nastro di oltre vent’anni, estate 1996. Al campionato Europeo in Inghilterr­a si è messo in evidenza un biondino ceko, Pavel Nedved. L’allora allenatore della Lazio, Zdenek Zeman lo segnala da tempo al club che conclude la trattativa con il presidente Zoff. « Con l’agente Zdenek Nehoda - ricorda SuperDino - si presentò un giovane che faceva da traduttore, si chiamava Mino Raiola e conosceva bene le lingue. Da allora ne ha fatta di strada...».

Le figure dei procurator­i stanno prendendo troppo potere e il calcio è sempre meno trasparent­e in tutte le sue componenti.

«Sia chiaro, ho le mie idee ma non voglio fare la morale. Il calcio di oggi è questo e non mi stupisco. Il procurator­e ha fatto i suoi interessi».

In questa strana situazione che cosa la colpisce di più?

« Considerat­o che club, giocatore e agenti giocano ognuno il proprio ruolo come capita in ogni trattativa, direi che chi ci SULLA VICENDA DONNARUMMA resta peggio sono i tifosi e li capisco. La passione è una cosa importante e troppo spesso si tralascia questo aspetto. Dai diritti televisivi agli stadi e a tante altre cose l’appassiona­to resta sempre in secondo piano. E invece la passione è linfa per il calcio. I tifosi andrebbero rispettati di più. E non mi riferisco solo a Donnarumma».

Sulla linea tenuta dal Milan in questa vicenda che idea si è fatto?

«Forse avrebbe potuto gestire meglio le cose muovendosi in anticipo. Ma essendoci stato un cambio di proprietà non so bene quando la nuova dirigenza è diventata operativa».

A volte ci si dimentica che parliamo di un ragazzone appena diciottenn­e.

«Che ha fatto finora molto bene, mostrando qualità e maturità superiori alla sua età. A Donnarumma posso solo dire che deve continua- re così. La prossima stagione diventa molto importante perché dovrà metabolizz­are questa situazione esterna che si è creata, concentran­dosi su quello che sarà il campo».

Per il suo futuro e per quello della nostra nazionale, è meglio che resti in Italia oppure che vada all’estero?

« In ogni caso Donnarumma sarà in un club compet it i vo dove potrà crescere e mostrare tutto il proprio valore».

Ma se come calciatore fosse cresciuto in questi tempi, crede che sarebbe potuto diventare il Dino Zoff tutto d’un pezzo che la gente continua ad amare?

«Penso sarei stato sempre me stesso, anche se il contesto è cambiato. Per me la guida è stata la famiglia, sono cresciuto nel rispetto delle regole. Contano le persone e i valori che hai».

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