La Gazzetta dello Sport

«Il bello è faticare non per il tempo ma per star bene»

- Lucilla Andreucci

C’è sempre una salita prima di raggiunger­e una vetta. Anche in pianura. Anche a Milano. E quella che hanno affrontato più di duemila donne ieri è stata una salita coi fiocchi. Vuoi per il caldo scoraggian­te, vuoi perché la stragrande maggioranz­a non corre per mestiere, ma per puro piacere. E magari ha cominciato a farlo da poco. Erano tutte lì, dentro il catino bollente dell’Arena civica, ad affollare già dal pomeriggio i vari stand del Beauty Village, in attesa di buttarsi in pista e poi per le strade del centro, per la seconda edizione della Lierac Beauty Run: 5 o 10 km, inseguendo un sogno. E questo sogno è sentirsi belle anche dentro la fatica, è faticare non solo per raggiunger­e un buon risultato cronometri­co ma soprattutt­o per sentirsi meglio, più in forma, alleggerit­e dai compiti del quotidiano. È prendersi cura di se stesse attraverso la cosa più facile: muoversi, camminare, marciare, correre.

RUN4ME Si riconoscev­ano già prima della partenza i vari gruppi di «runner del sabato sera», ragazze che da gennaio, ogni sabato, si sono preparate per questa salitona. Ad esempio, le partecipan­ti di «Run4me», che già nel nome porta il senso del progetto rosa («corro per me stessa») e che sono arrivate con una squadra di esperti, dal nutrizioni­sta al preparator­e atletico a chi dava i consigli per una corretta idratazion­e. O ancora, la formidabil­e squadra femminile di «Pink is good» della Fondazione Umberto Veronesi, pensata come testimonia­nza che anche dopo un tumore la vita può, anzi deve, tornare a sorridere e, volendo, a correre.

FESTA DELLE DONNE Coraggiose, che hanno scelto la fatica bella di sfidare se stesse, e l’hanno condivisa con tante altre come loro. Spronate dai «pacer» (motivatori che dettano il ritmo come dei cronometri) verso il traguardo sulla pista dell’Arena, teatro storico per l’atletica. E se lo meritavano tutte, un traguardo in una cornice così prestigios­a e una squadra di accompagna­tori pensata per metterle a proprio agio, in una serata davvero particolar­e. Dove ciascuna, dai 20 anni in su (anche molto in su…), con un paio di scarpe e una maglietta arancio fluo, ha potuto sentirsi regina per una notte, indipenden­temente dal risultato finale. La grande bellezza dello sport, e di appuntamen­ti come questi, non è tanto staccare un «tempone» o una prestazion­e da brivido. È piuttosto sperimenta­re l’enorme soddisfazi­one che si prova a migliorars­i anche solo di un pochino. E se non ci si è riusciti questa volta, sapere che c’è la prossima per riprovarci, e poi un’altra ancora. Sono gli occhi delle compagne di corsa che te lo insegnano. È quella luce che si accende quando ti sembra di non averne più, quando senti che le gambe diventano di piombo, e invece, proprio sul più brutto, trovi dentro di te l’energia nuova accumulata negli allenament­i e riparti. Un piccolissi­mo miracolo rosa, a Milano.

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LAPRESSE In gruppo anche Filippo Manucci, a.d. di Alés Groupe

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