TRENT’ANNI FA ARRIGO URLO’ «SIATE CORTI!» E IL SUO MILAN APRÌ IL FUTURO
L’Italia è paralizzata dallo sciopero selvaggio dei ferrovieri e boccheggia per l’afa: a Catania e a Lecce si sono toccati i 43 gradi. Una ricerca dell’Istat rivela che l’evasione fiscale, negli ultimi dodici mesi, è salita a 240 miliardi di lire e il presidente del Consiglio in pectore Giovanni Goria non riesce a mettere d’accordo i partiti di maggioranza, soprattutto i socialdemocratici scalpitano. Gli italiani in ferie, spalmati sulle spiagge o in cerca di fresco tra le montagne, leggono sui quotidiani la solita storia di un Paese di furbacchioni che non cambierà mai, al di là dei proclami, dei discorsi e delle speranze. A Milano, però, in quegli stessi giorni del luglio 1987 qualcosa di nuovo sta accadendo: al Palatrussardi viene presentato il Milan del presidente Silvio Berlusconi che ha chiamato in panchina un certo Arrigo Sacchi, benevolmente accolto come il Signor Nessuno. Lo ha prelevato dal Parma perché, nella stagione precedente, è rimasto incantato dal modo in cui la squadra emiliana ha eliminato il suo Milan dalla Coppa Italia: gioco veloce, brillante, tanti giovani, al Cavalie- re sembra l’idea giusta. Molti bollano l’iniziativa come un salto nel buio, un azzardo. Chi è questo Sacchi?, si chiedono tutti. «Sono un’incognita» ammette lui stesso il giorno della presentazione, non nascondendo che sa di dover affrontare un muro di diffidenza, quando non un evidente ostracismo. La missione che Berlusconi consegna all’allenatore non è proprio una passeggiata: vincere in Italia, in Europa e nel mondo. Cioè: prima lo scudetto, poi la Coppa dei Campioni, quindi l’Intercontinentale. Semplice, no? «Al Dottore, Berlusconi lo chiamavo così, dissi subito che io e lui eravamo d’accordo sul progetto, ma 1 Arrigo Sacchi inizia la sua avventura al Milan nel 1987 2 Nella stessa stagione debutta in A Costacurta 3 Sacchi, Berlusconi, gli olandesi e la base italiana: è super Milan 4-5 Al primo anno è Scudetto, poi arriva anche Rijkaard 6-7 Dall’Italia all’Europa e al mondo: rossoneri in trionfo perché si potesse realizzare dovevano essere d’accordo anche loro, e indicai i venti giocatori che avevo convocato per il ritiro. Speriamo bene».
ARIA NUOVA Per agevolare il lavoro del nuovo allenatore Berlusconi non aveva badato a spese. L’organico a disposizione di Sacchi valeva 65 miliardi di lire. Inoltre, siccome nulla doveva essere lasciato al caso e ogni dettaglio andava curato, aveva ordinato che a Milanello, sede del ritiro, fossero installate l’aria condizionata e la filodiffusione, in più fece mettere televisioni a colori in tutte le camere e chiese che le palestre fossero attrezzate con i più moderni strumenti tecnologici. Milanello divenne una specie di hotel a cinque stelle: quando vi sbarcò, Ancelotti ammise che gli sembrava di essere arrivato su Marte. «Ma la cosa più rivoluzionaria era l’uomo, cioè l’allenatore con il quale io avevo a che fare per la prima volta - dice oggi Carletto -. Un martello. Sacchi pretendeva tantissimo, non staccava mai. Ma devo ammettere che