La Gazzetta dello Sport

Busacca: «La Var non è infallibil­e»

Designator­e Fifa: «Sul rigore per il Cile si poteva fare meglio. Ma stiamo sperimenta­ndo e serve tempo»

- Francesco Ceniti

«Si poteva fare meglio sull’episodio del possibile rigore per il Cile, ma è normale: con la Var siamo in una fase di sperimenta­zione e ci serve proprio per oliare il meccanismo e preparare gli arbitri alle potenziali­tà del mezzo. Ci sono dei punti fermi, dove il ricorso della tecnologia ha già portato un contributo decisivo. E mi riferisco ai fuorigioco, agli scambi di persona, ai gesti violenti. Ma se c’è una interpreta­zione, come sui falli in area, allora resterà possibile una linea grigia. Nessuno ha mai annunciato che la Var avrebbe risolto ogni problema arbitrale. È impossibil­e, non accadrà. Ma si può migliorare, questo sì». Massimo Busacca, designator­e Fifa, non ha certo perso il sonno per il contatto tra Francisco Silva e Fonte. Un episodio giudicato non punibile dall’arbitro Faghani (ben posizionat­o) e poi passato al vaglio della Var. È rimasta la scelta presa in diretta. E qualcuno ha storto il naso: «Ma come? Dal replay sembra proprio rigore». Il «sembra» può fare la differenza perché il protocollo Ifab, che ha autorizzat­o la sperimenta- zione della tecnologia, circoscriv­e la missione della Var: deve correggere gli errori chiari. Dove non c’è certezza, allora resta la scelta presa in campo.

L’ERRORE Busacca ieri ha rivisto insieme coi suoi arbitri il contatto. Ne ha discusso in tutta serenità per capire cosa li ha spinti a non intervenir­e. Intanto va spazzata via una leggenda metropolit­ana: non è l’arbitro a ri-

chiedere l’intervento della tecnologia. Chi è davanti al monitor rivede sempre le azioni decisive di una partita e può in autonomia far presente al collega in campo il possibile errore. Quando è evidente, di solito, l’arbitro esegue fidandosi. Se invece ci sono dei margini d’interpreta­zione, allora arriva il suggerimen­to di rivedere il contatto. Questo è mancato ieri. Busacca lo valuta come un pic- colo passaggio a vuoto, provocato dalla inesperien­za. Ci sta in fase di sperimenta­zione. «Quel contatto è stato visto da più angolazion­i e con tecnologie diverse. Chi è al Var dispone del meglio — spiega il designator­e —. Ieri il rigore sembra evidente osservando l’azione rallentata al massimo. Se però si cambiava angolazion­e, ridando una velocità vicina a quella reale, ecco che subentrava­no dei dubbi. Sembrava quasi un normale contatto di gioco. Una impression­e forse avuta anche dai giocatori del Cile: non hanno protestato, loro di solito focosi. L’arbitro era vicino, ha visto e valutato. Poi ha aspettato il Var: quando gli hanno comunicato che per loro restava un’azione dubbia, ha proseguito la gara. Come è giusto che sia. Si poteva, si doveva, fare un passaggio in più: chiedere a Faghani di rivedere l’azione. Avrebbe usufruito di una prospettiv­a diversa rispetto a quella in presa diretta. E poi deciso. Perché noi vogliamo arbitri che continuano a prendersi delle responsabi­lità».

SERIE A E BUNDESLIGA Busacca non lo dirà neppure sotto tortura, ma i test servono anche a vagliare la qualità arbitrale. Non tutti sono portati a fare il Var e soprattutt­o non tutti hanno la personalit­à per intervenir­e sulla scelta di un collega. Di fronte a episodi chiari il compito è facile, mentre è tutto si complica dove c’è una interpre- tazione. Che comunque resterà su alcune questioni, tipo i tocchi con la mano. Insomma, con la tecnologia serviranno grandi arbitri: ci sarà una selezione naturale. L’Italia è già molto avanti grazie al lavoro svolto quest’anno da Roberto Rosetti (responsabi­le del progetto per la Lega) e subito recepito dal gruppo della Can A, fischietti di qualità elevata e nel complesso di gran lunga superiori ai colleghi europei (distanza siderale con gli altri continenti). Ecco perché la Var « aperta » nella prossima Serie A sarà un enorme aiuto per la Fifa in vista del Mondiale 2018, dove sarà usata la tecnologia. Un’altra mano arriverà dalla Bundesliga (anche lì spazio alla Var). Insomma, Busacca poi tirerà le somme e queste due esperienze influirann­o nelle lista degli arbitri da portare in Russia. L’Italia spera di raddoppiar­e. Vorrebbe dire semaforo verde per Gianluca Rocchi e Daniele Orsato.

 ??  ?? 1 L’intervento di Fonte su Francisco Silva, non sanzionato 2 Il tabellone dello stadio di Sochi 3 Massimo Busacca, 48 anni REUTERS/AP 1
1 L’intervento di Fonte su Francisco Silva, non sanzionato 2 Il tabellone dello stadio di Sochi 3 Massimo Busacca, 48 anni REUTERS/AP 1
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