Che Goretzka La Germania vola in finale contro il Cile
Due gol del centrocampista nei primi 8’ atterrano il Messico. E ora sfida a Sanchez
Dalle due finali che coinvolgeranno la Germania tra oggi e domenica si possono sviluppare due analisi. La prima: il movimento calcistico del paese prosegue nella produzione incessante di calciatori bravi. La seconda: i migliori, cioé coloro che sono campioni del mondo in carica e che ora stanno trascor- rendo le vacanze, cominciano a mischiare l’orgoglio ai timori. Dietro non hanno soltanto un paio di concorrenti, bensì una Under 21 finalista dell’Europeo contro la Spagna e una nazionale maggiore in versione B che si giocherà domenica a San Pietroburgo la Confederations Cup contro il Cile. Una lussuosa vastità di scelta che Influenzerà la prossima stagione dei vari intoccabili e ne orienterà il rendimento nei club: se voi foste Khedira, sareste tranquilli con dietro Goretzka che ruggisce?
I MOTIVI Leon Goretzka è ora il capocannoniere del torneo con 4 reti, doppietta all’Australia e doppietta ieri, in 109 secondi quando sono passati soltanto 8’. Non è un attaccante, bensì un centrocampista vero, non un 10. Uno dei suoi primi allenatori, Peter Neururer, dice che può essere il nuovo Schweinsteiger, invece somiglia più a Ballack: come fisico, conduzione di palla, tempo dell’inserimento. Sistema subito il Messico con due rasoiate superbe, ha 22 anni e potrebbe essere in Polonia nelle finale dei ragazzi, come Timo Werner, suo il 3-0, e tanti altri che qui raccolgono belle figure, e forse la coppa. Ecco perché la Germania è un passo avanti.
AHI MORENO Nel derby fra romanisti prevale Rüdiger, da censurare solo per una sceneggiata su un tocchetto di Hernandez. Moreno, preso dal Psv, ha molte colpe, troppe, sui primi due gol, con errori di precisione e di piazzamento. La lunga stagione pesa anche su di lui. Il Messico è davanti soltanto nei corner (11-4) e nei pali (traversa di Raul Jimenez), perché a lungo la Germania, 3-4-2-1 con la palla, si ritira in un 5-3-2, alzando Stindl vicino a Werner, e lascia il governo ai centroamericani: tanto è avanti 2-0 e quando vuole colpisce. Chicharito Hernandez sperava nella Confederations per far affluire i compratori e lasciare il Leverkusen: finora ha segnato soltanto un gol, con il Portogallo, qui manca il 2-1 dopo mezz’ora, manca la mira anche dopo, seppur fra qualche buona sponda. Il Messico occupa la metà campo altrui quando la battaglia sembra persa. Ter Stegen non si fa quasi mai superare se non all’89’ su una sassata da lontanissimo di Fabian. CRUDELTÀ Nel primo tempo Stindl e Draxler si specchiano continuamente nelle loro qualità, fino a perdere palla, e la Germania non riesce a infierire in contropiede. Nel secondo invece, con il Messico quasi uno-contro-uno, alla Gasperini, i fini palleggiatori tedeschi diventano più concreti: bellezza e semplicità nel 3-0 di Werner, con un inserimento taglia-difesa di Hector. Quasi crudele il quarto gol di Younes, nel recupero. Il Messico ha appena accorciato sul 3-1, ma i giovani tedeschi non lasciano alcuna speranza.