La Gazzetta dello Sport

TOUR DE FROOME? NO, CI SONO ALTRI ASSI

-

L’anno scorso lo ha vinto (anche) di corsa... Questa volta Chris Froome avrà vita molto più dura. Il percorso strizza l’occhio agli scalatori puri e l’inglese che prende a calci la bici (e lo stile) arriva al Tour de France attraverso il percorso più complicato delle sue ultime stagioni.

Froome resta il favorito di tutti, ma la sua ostentata sicurezza non ci convince. Di solito i grandi proclami servono più a innaffiare l’autostima, e l’inglese che non ha vinto alcuna gara negli ultimi mesi ne ha davvero bisogno. Per questo pensiamo che sia il Tour dell’incertezza. L’impression­e è che ci aspettino tre settimane di gara aperta e quindi spettacola­re. Per gli avversari si va da Contador a Porte, due che se la cavano anche a cronometro, fino agli scalatori Quintana, Aru, Fuglsang e Bardet. Ma è la stagione delle sorprese e potremmo scoprire, strada facendo, un uomo forte in più, uno tipo il Tom Dumoulin del Giro d’Italia.

Il disegno della corsa prosegue sul cammino virtuoso imboccato nelle recenti edizioni. Si parte domani da Dusseldorf, in Germania, con una crono di 14 chilometri che darà subito un volto alla classifica. Poi via con le montagne di Vosgi, Jura, Pirenei, Massiccio Centrale e Alpi, prima della gara contro il tempo di Marsiglia e della passerella di Parigi. Ci saranno 36,5 km a cronometro (mai così pochi nel ciclismo recente) e tante salite ben distribuit­e. Gli organizzat­ori hanno pensato ai francesi (l’ultimo a vincere fu Bernard Hinault nel 1985...) e a Romain Bardet in particolar­e. Ma una corsa che piace a Bardet è fatta su misura anche per altri due volti del nuovo che avanza: Nairo Quintana e Fabio Aru. Il colombiano ha sfiorato il successo al Giro d’Italia (secondo dietro Dumoulin) senza mai essere stato il miglior se stesso. Per vincere il Tour dovrà essere al cento per cento e dovrà essere un po’ più spavaldo, meno attendista del solito. Fabio Aru ci ha sorpreso sia al Delfinato sia al Tricolore. Arriva al Tour con puntualità svizzera e può contare sul percorso della vita: poca cronometro e tanta salita. Un posto sul podio sarebbe in sintonia col suo percorso di crescita. Ma perché non sognare? Perché non credere al massimo risultato? L’importante è che nella sua Astana ci sia chiarezza, sul ruolo di «vero» capitano, fin dal chilometro zero: Fuglsang va davvero forte, ma dà le stesse garanzie di tenuta alle tre settimane di Fabio?

Aru è intelligen­te quanto ambizioso e non si farà intimorire dall’eventuale opportunit­à. Partirà con i piedi per terra, pronto a volare alto.

 ?? LO SPUNTO di PIER BERGONZI NZI email: pbergonzi@rcs.s.it twitter: @pierbergon­zi zi ??
LO SPUNTO di PIER BERGONZI NZI email: pbergonzi@rcs.s.it twitter: @pierbergon­zi zi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy