La Gazzetta dello Sport

Sneijder, voglia d’Italia pensando al Mondiale La Samp vede l’agente

1L’olandese a Ibiza per il suo ristorante aspetta notizie da Genova. Intanto i blucerchia­ti hanno già preso Ilicic

- Alessandra Bocci INVIATA A IBIZA (SPAGNA)

Con il mare in faccia, è difficile pensare che Genova e la Sampdoria siano una destinazio­ne di secondo piano, soprattutt­o per un giocatore che sta attaccato al prossimo Mondiale con le unghie e con i denti. «Ce la possiamo ancora fare, possiamo ancora qualificar­ci » , dice Wesley Sneijder pensando alla nazionale olandese al termine di una giornata di lavoro lunghissim­a nel nuovo ristorante chiamato Xaxa, come il suo secondo figlio. Inutile cercare etimologia e origini, è un nome inventato da Yolanthe Cabau, la moglie di Sneijder, accoppiand­o il nome di Wesley, quello del padre di Yolanthe, l’ibizano Xavier, e aggiungend­o altri, agitando senza shakerare. Wesley ha già shakerato la sua vita anche troppe volte, perdendo giorni e occasioni per il suo carattere un po’ così, lasciando l’Inter che amava per andare in Turchia, ma con l’Italia sempre nel cuore. «Parlano sempre tutti del terrorismo, però noi a Istanbul stiamo bene. È una città splendida e pensare al peggio non aiuta a vivere». Molto olandese e probabilme­nte vero: Wesley è un saggio di 33 anni che ha sfiorato tutto (il Mondiale, il Pallone d’oro), ha vinto più di tutto (il Triplete italiano, chiamiamol­o tripletta) ma ha sempre qualche buco nel palmares, qualcosa da dimostrare, qualcuno da conquistar­e. Non è chiaro se piaccia o non piaccia allo staff tecnico della Sampdoria, che ha già preso Ilicic, ma Wes non è un trequartis­ta qualunque. Da giovane Johan Cruijff lo adorava: è vero che la classe non è questione di numeri, però Wes ha esordito nell’Europeo portoghese (2004) con la numero 14, che essendo stata la maglia del grande Johan non può essere considerat­a un passaporto, ma neppure un numero qualunque. Per Wes ritrovare in nazionale Advocaat, l’uomo che lo aveva fatto debuttare, e ottenere con lui in panchina contro il Lussemburg­o il record di presenze è stato davvero qualcosa di speciale. Qualificar­si al Mondiale è più che complicato ma Sneijder ci crede. Non sarebbe la prima volta che tira l’Olanda giù da un aereo.

PRO E CONTRO

Sneijder ha il tocco di cattiveria che alla maggior parte dei talenti olandesi manca, lo stesso che gli impedisce adesso di rifugiarsi a Los Angeles o in qualsiasi altra franchigia della Mls, un porto sicuro per chi, come lui, ha ancora forza e classe. Il ritorno in Italia è stato vicino tante volte: lo ha cercato nel gennaio 2015 la Juve, lo ha accarezzat­o il Mi- lan, lo hanno soppesato vari altri club. Wesley è sempre il solito, diretto, simpatico, forse irascibile. Guido Albers, il suo agente, era a Genova mentre lui cercava di intrattene­re i tanti ospiti di un percorso infinito nella nuova avventura di Ibiza, che per lui, a differenza di quello che capita a tanti suoi colleghi, non è vacanza, ma lavoro. Però per Sneijder la passione è sempre altrove. Ha un altro anno di contratto con il Galatasara­y, potrebbe andare a divertirsi in America, eppure non è insensibil­e al fascino di un campionato che conosce tanto bene e che lo ha portato quasi in cima al mondo.

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AFP Wesley Sneijder, 33 anni, con la maglia del Galatasara­y

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