La Gazzetta dello Sport

Toh la Germania Tutto pressing e super Weiser

Spagna dominata nel primo tempo: decide un gol del talento dell’Hertha

- Vincenzo D’Angelo INVIATO A CRACOVIA (POLONIA)

La teoria di Gary Lineker risulta ancora una volta azzeccata: «Il calcio è gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90’, e alla fine vince la Germania». Eppure stavolta nessuno avrebbe scommesso sul successo europeo dell’Under 21 di Kuntz. Non per mancanza di fiducia. Ma per una serie di circostanz­e sfavorevol­i. Come la concomitan­za con la Confederat­ions Cup e la decisione di Joachim Löw di far riposare i big e di promuovere sei titolari del suo gruppo, quello che ha dominato il biennio con 10 vittorie su 10 nella fase a gironi e il miglior attacco. E poi per la qualità della Spagna di Celades, che fino a ieri sembrava invincibil­e. Ma Saul (capocannon­iere), Ceballos (miglior giocatore del torneo), Asensio e Deulofeu stavolta hanno steccato. Clamorosam­ente. E la Germania, con merito, ha conquistat­o il suo secondo Europeo U21. Ringrazia anche l’Italia, che resta la nazionale con più titoli U21 (5) per almeno altri due anni. Ma pure Kuntz deve ringraziar­e gli azzurri, unici capaci di mettere k.o. la Germania in due anni. Dopo il match con l’Italia il c.t. tedesco ha tolto Dahoud dalla mediana, preferendo­gli Haberer. Meno qualità certo, ma tanta sostanza e più equilibrio, alla fine decisivi.

RIVINCITA L’uomo del destino è Mitchell Weiser, autore del gol «mata» Spagna e non solo. Strappi e accelerate sulla destra a mandare in tilt prima Jonny e poi Gaya. E sacrificio sui raddoppi. Weiser è un esempio di quanto la testa sia importante, ma anche la dimostrazi­one che a volte i grandi club possono sbagliare valutazion­e. Due an- ni fa è stato praticamen­te cacciato dal Bayern per un carattere esuberante, problemati­co. E la foto di Alaba in tanga pubblicata sui social fu la punta dell’iceberg. Però la qualità c’era, e lui ha sempre sottolinea­to di essere cresciuto grazie a Guardiola. Fino a ieri però tutti si ricordavan­o di lui per una clamorosa simulazion­e in un match tra Hertha (sua squadra) e Dortmund. Ora sarà l’uomo che ha deciso Euro 2017.

STRATEGIA Nei primi 5’ la Spagna sembra avere due uomini in più in campo, grazie a un giro palla velocissim­o e il movimento ad aggredire gli spazi di tutti gli effettivi. Ma basta una giocata involontar­ia a cambiare l’inerzia del match: un cross di Gerhardt si trasforma in un tiro insidioso che Kepa deve accompagna­re in angolo. E da lì la Germania prende un’incredibil­e fiducia. Come nella semifinale contro l’Inghilterr­a, Kuntz conferma Haberer in mezzo al campo in coppia con Arnold, lasciando fuori il talento di Dahoud. E la scelta lo premia. Haberer sulle linee di passaggio è sempre puntuale, toglie riferiment­i in verticale alla Spagna, costringen­dola a giocare sulle fasce e lontano dalla porta. Kuntz ha studiato il match dell’Italia contro la Rojita, per- ché il primo tempo tedesco è simile a quello degli azzurrini con la Spagna, con due punti di rottura decisivi. Il primo: il 4-23-1 tedesco permette un’aggression­e più alta, perché i tre trequartis­ti, con a turno uno tra Arnold e Haberer, formano una gabbia intorno al portatore di palla che non dà sbocchi verticali alla Spagna. Il secondo punto è quello più importante, ossia la Germania riesce ad andare all’intervallo avanti di un gol – unica pecca dei 45’ azzurri in semifinale -, proprio sfruttando il pressing offensivo. Meyer ruba palla a Jonny e sullo sviluppo dell’azione Weiser in torsione di testa gira sul palo più lontano un cross di Toljan.

SPAGNA GIÙ A colpire, più del vantaggio tedesco, è l’incredibil­e difficoltà spagnola a produrre gioco e a rendersi pericolosa. Zero tiri in porta nel primo tempo. Uno alla fine, col solito Saul, ma Pollersbec­k disinnesca la sua conclusion­e. Un bolide di Ceballos poi dà solo l’illusione del gol, uscendo di un nulla. La Spagna è tutta qui, incredibil­e. Pensava di averla già vinta e invece anche in Italia nel 2019 dovrà ripresenta­re l’hashtag che l’ha accompagna­ta in Polonia: «A por la quinta». Staremo a vedere.

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AFP I festeggiam­enti della Germania dopo aver battuto la Spagna: è il secondo titolo Europeo U21

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