«Aru può imitare Nibali Lui e Fuglsang alla pari Voglio che resti da noi»
Kazako sicuro: «Fabio è tornato quello del 2015, ha tutto per fare come Vincenzo tre anni fa. Il futuro? Troveremo l’accordo»
ÈAlexandre Vinokourov stesso a piazzare alta l’asticella delle ambizioni. E, d’altro canto, solo l’Astana è stata capace dal 2013 al 2016 di firmare ogni anno un grande giro. «Abbiamo una squadra all’altezza del passato, siamo qui per vincere». Lo stesso discorso vale se si vira nello specifico su Fabio Aru, neo-campione d’Italia. Il team manager kazako ricorda benissimo che nel 2014 Vincenzo Nibali vinse il tricolore e poi il Tour. «In quella stagione lo avevamo cerchiato in rosso, come stavolta». Il sardo può fare lo stesso? «Penso di sì. Al Delfinato e al Tricolore ha dimostrato di essere tornato al livello del 2015».
TATTICA Al fianco di Vino, però, non c’è solo Aru, ma anche Jakob Fuglsang. Il 32enne danese ha vinto al Delfinato e i due «partiranno alla pari (Fabio però ha il primo numero del team e partirà per ultimo nella crono, ndr). Tutti e due arrivano molto preparati. Proteggeremo entrambi, magari faranno primo e secondo...». In realtà, nella scelta c’è un fattore di rischio: proprio in casa Astana, Aru e Landa al Giro 2015 si piazzarono alle spalle di Contador lasciando il dubbio che si sarebbe potuto fare meglio. «Per noi sarà un’opportunità doppia, nessun problema», afferma Vinokourov. Aru ieri è andato già in ricognizione sul percorso della cronometro d’apertura: «Tra i favoriti — ha detto Fabio — potrebbe essere Richie Porte a guadagnare di più. Io ho fatto una crono al Delfinato dopo tanto tempo, difficile avere aspettative sui distacchi. Le curve non sono troppo tecniche. Bisogna essere pronti subito, al Tour devi farti provare pronto ogni giorno. Il primo arrivo in salita a La Planches des Belle Filles (mercoledì, ndr) non l’ho provato, l’ho visto in video, ma vale lo stesso discorso», dice il sardo. Qui è in camera singola, ha pure le scarpe tricolori e corre con il 51, il numero con cui, in passato, Merckx, Hinault, Ocaña e Thevenet hanno vinto il Tour. E sfoggia un tricolore vero, anche se sia Vinokourov sia il d.s. Martinelli sperano « che magari qui al Tour lo coprirà con un’altra maglia…». «Devo ringraziare la squadra per questa scelta — ha ribadito —. No, non ho commentato la cosa con Nibali (che nelle sue due occasioni aveva avuto un tricolore meno visibile, ndr». «Ne ho parlato anche con il presidente Di Rocco, i regolamenti sono cambiati, è una bella soluzione» ha spiegato Vinokourov dal canto suo.
FUTURO L’Astana intanto guarda anche al futuro. Sono stati ufficializzati i rinnovi di Cataldo e Fuglsang. Arriveranno Davide Villella e il ceco Jan Hirt, 12° all’ultimo Giro d’Italia. È il futuro di Fabio Aru a non essere delineato. «Non abbiamo il budget di Sky, ma non è una questione di soldi», ha precisato Vinokourov. «Ho incontrato alcune volte l’avvocato di Fabio, ma questo non è il mondo del calcio. Non voglio fare nessuna polemica, però. Non volevamo fare ultimatum. Al francese Coquard in pratica hanno detto o firmi o stai a casa, e qui non c’è. Ora il focus è sul Tour, poi spero che ci accorderemo. Fabio è un campione, voglio che resti».