La Gazzetta dello Sport

È un Cile senza limiti «Battere la Germania per avvisare il mondo»

Vidal lancia l’assalto: «Abbiamo già vinto le “finali” contro Argentina e Portogallo, ora possiamo diventare i migliori»

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A SAN PIETROBURG­O (RUS)

Una frase di Arturo Vidal, nei giorni scorsi, ha acceso il dibattito: si era ipotizzato anche un falso, tipo l’attacco mal tradotto a Cristiano Ronaldo, ma l’ex juventino ha confermato anche in zona mista quanto detto alla Sz, giornale di Monaco: «Con Bielsa non avremmo vinto niente». Eppure c’è molto bielsismo nel sangue di questa squadra: ci sono le posizioni volanti degli esterni di difesa, spesso più alti delle punte; ci sono le aggression­i quasi a mano armata sul portatore di palla nella metà campo avversaria, fin dentro l’area; e vanno aggiunti gli enormi sforzi fisici per mantenere questo tenore. Ma secondo Vidal, con Bielsa c’era troppo estremismo, poca difesa e anche molte ruggini personali. Quindi il merito nonon va allall’ini-iniziatore del modelloo cileno, ma agli interpreti, comeme racconta adesso: «Se battiamomo anche la Germania nella terza finale consecutiv­a, dopoo aver elimi-eliminato il Portogallo­o campione d’Europa in semifinale­inale e do-dopo aver vinto controro l’Argen-l’Argentina nelle due di coppaoppa Ame-America, diventiamo laa migliore nazionale del mondo.ndo. Non lo dico per spararla grossa, è un dato di fatto. Il Cilee è a questo livello grazie a unaa generazio-generazion­e nata negli annini 80, la mi-migliore della storiaa del nostro calcio. E poi perchéhé noi abbia-abbiamo trovato anche unun buon alle-allenatore. E’ arrivato nelnel momen-momento migliore, ha credutodut­o nel no-nostro impegno».

SOLIDARIET­À Il tecnicoecn­ico che si prende i compliment­imenti è Juan Antonio Pizzi, sedutouto al fianco del Guerriero con la cresta. Non si sa se sia ssolidarie­tà fra argentini, ma il cc.t. attuale invecevece ritiene che BielsaB sia stato «il grande rivoluzion­ariorivolu del calcio cileno » : Pizzi si sistema fra gli adoratori del Loco, la cui condizione è quella di dividere sempre. Odiato o venerato. La posizione di Vidal non è equivocabi­le: « Siamo diventati campioni con altri » . « El Rey » non nasconde simpatie e antipaanti­patie.

MENTALITÀ VINVINCENT­E Arturoro Vidal ha comcompiut­o 30 anni in maggio, età da riflession­i più profondpro­fonde: meno spavalderi­a,valderia, piùp sostanza. Ma con lui non vale. Ha tanti titoli sulla pelle, seppur non tanti come i tatuaggi: soltanto come campionati è a quota nove tra Colo Colo, Juventus, Bayern. Ma le due coppe America con il Cile lo consegnano all’eternità, nel suo Paese. Nel 2007 la sua generazion­e, come la chiama di continuo, arrivò terza al Mondiale Under 20 in Canada. Re Arturo disse allora che quel gruppo, con anche Sanchez, Isla, Medel, avrebbe potuto vincere il Mondiale. E adesso lo ribadisce: «La Germania non è una squadra B, lo sapevo, avevo avvisato fin dall’inizio. Ma prendere questa coppa per noi significhe­rebbe lanciare un segnale per tutte le altre nazioni, in vista dell’anno prossimo, se ci qualifichi­amo». Il Cile è forte, state attenti: questo il segnale. Il Cile è lui, la sua mentalità, la sua energia, i mille capitombol­i sul prato (contate quante volte va per terra dopo tiri, recuperi, azioni, falli), per poi rialzarsi. « Io ho la fame dei vincenti, ho la personalit­à dei vincenti. Sono nella migliore squadra di club del mondo, il Bayern. Gioco in una nazionale con dei ragazzi forti e pronti a tutto per il Cile. Io sono così: se non avessi avuto questo carattere, non avrei fatto il calciatore. E spero che questo spirito mi accompagni fino al giorno del mio ritiro».

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AFP Arturo Vidal, 30 anni, centrocamp­ista del Cile, gioca nel Bayern da due stagioni dopo quattro campionati alla Juve
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EPA Juan Antonio Pizzi, c.t. Cile, 49 anni

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