La Gazzetta dello Sport

Allarme Tamberi «Così ci conviene evitare i Mondiali»

Tre nulli d’entrata a 2.20. Il padre: «Senza certezze meglio non fare figuracce». Vince Barshim con 2.35

- Fausto Narducci INVIATO A PARIGI

Lo sprazzo di luce spuntato su Parigi nel pomeriggio dopo due giorni di pioggia non ha salvato la tappa francese di Diamond League da un mezzo naufragio. Il trasferime­nto da St Denis al più raccolto Stade Charlety, davanti a non più di 10.000 spettatori, non ha dunque portato fortuna. Soprattutt­o non ha risollevat­o le sorti di Gianmarco Tamberi che, alla terza tappa del suo tribolatis­simo rientro dall’infortunio di Montecarlo, è scappato via a gara appena iniziata dopo tre nulli alla misura di entrata di 2.20 affrontati con la paura in corpo. «Io le chiamo inibizioni — spiega il papà allenatore Marco rimasto a bordo campo a meditare mentre il figlio andava via —. Prima dell’infortunio le gare gli davano una spinta in più, qui lo frenano. A Ostrava aveva superato i 2.20 nel riscaldame­nto, qui non ci sono stati passi avanti, anche se in allenament­o le cose vanno un po’ meglio. La verità è che a Gianmarco mancano le sicurezze tecniche e in queste condizioni non è il caso di andare a fare brutte figure ai Mondiali. Vedremo a freddo se confermare i prossimi due appuntamen­ti del 16 a Rabat e del 20 a Liegi».

MINIMO Qui il qatarino Barshim, con 2.35 al primo tentativo e un precedente nullo a 2.32, ha fatto il minimo sindacale rinunciand­o anche al terzo tentativo del 2.39 che avrebbe rappresent­ato il nuovo stagionale. Lo rivedremo nel meeting ungherese di Szekesfehe­rvar di martedì e mercoledì, dove doveva esserci anche il lanciatiss­imo leader stagionale degli ostacoli (12”90) Omar McLeod. Il condiziona­le è d’obbligo perché uno degli uomini più attesi del meeting, dopo un 13”13 in batteria, nella finale vinta da Levy (13”05) è atterrato male da un ostacolo a metà gara chiudendo 7° e accasciand­osi col polpaccio destro in mano.

CRIPPA Tornando all’Italia non benissimo neanche Yeman Crippa nel 3000 vinto da Muktar Edris in 7’32”31 in volata sul favoritiss­imo Kweboi. Il campione europeo di cross ha chiuso 13° in 7’55’31” ben al di sotto del personale ma è rimasto sfilato dal gruppo poco prima dei 2000 ( passaggio in 5’10”) senza centrare l’obiettivo dei 7’55”. Al trentino non è bastato evitare una caduta nel secondo giro che ha coinvolto Ibrahimov e Rutto. «Mi vedrete giovedì a Losanna — si consola —. Non è andata come volevo ma l’obiettivo del minimo iridato fissato a 13’22” è alla mia portata».

IL RESTO Per il resto nessuna delle stelle in gara ha brillato più di tanto: Taylor si è accontenta­to di 17.29 per vincere il triplo (per il rientrante Pichardo 17.05) così come l’acciaccato (e piangente) Lavillenie (5.62) si è inchinato al leader stagionale (6.00 ai Trials) che si è fermato dopo aver superato i 5.82. La migliore è stata la solita Elaine Thompson ormai regolare sotto gli 11” (10”91) sotto i quali è scesa anche l’ivoriana Ta Lou (10”96). Le vere notizie vengono da due sconfitte: quella nelle siepi della primatista mondiale del Bahrein Jebet (quarta dietro tre keniane) e la replica degli Europei a squadre del re giavellott­o Rohler solo terzo con 87.23 nella gara vinta dal connaziona­le Vetter (88.74).

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ANSA Gianmarco Tamberi, 25: nel 2016 volò a 2.39, record italiano
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EPA Mutaz Barshim, 27 anni: ha un personale di 2.43

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