Che delirio per il Gigione Day «Avevo sottovalutato i social...» Datome
In 1.500 per la scommessa persa su twitter da con un 25enne bergamasco Divertimento e tanta solidarietà nell’atteso playground con il capitano della Nazionale
Alle sette della sera le strade intorno al parco Rosolino Pilo sono già tutte murate di auto e motocicli, non c’è alcun verso di trovare un posteggio. Il tam tam mediatico che da oltre un mese risuona dentro e fuori le mura di Bergamo viene pienamente recepito da tifosi e amanti del playground che sfidano una minacciosa pioggia per non mancare al Gigione Day. Ci sono almeno 1.500 persone in attesa di vedere all’opera la grande attrazione della serata, ovvero Gigi Datome nell’atto finale del King of the Pilo, la kermesse dei cestisti del campetto che qui è diventato un appuntamento cult dell’estate grazie all’opera degli organizzatori, i fratelli Alberto e Andrea Savi, entrambi esperti di marketing e immagine. Il capitano azzurro vincitore dell’Eurolega con la maglia del Fenerbahce Istanbul scende dal suo olimpo per giocare con gli umani come facevano campioni della Nba Anni 70 come Connie Hawkins, Oscar Robertson, Doc J Erving al Rucker Park di New York. Datome deve onorare una scommessa perduta con Fabio Viscardi, 25enne impiegato nell’automotive, bergamasco di Bonate Sotto e cestista nel Brembate Sopra, campionato CSI, che sui social gli ha chiesto quanti retweet occorressero per convincerlo a giocare in quel playground bergamasco. Datome ha risposto 10mila ed è stato accontentato in un battibaleno. VACANZE «Sulle prime ho sottovalutato l’impatto dei social – dice il capitano azzurro – non credevo che ci fosse tanto seguito. Ad un certo punto speravo che Fabio non riuscisse a raccoglierli tutti perché avrei dovuto spezzare le mie vacanze ad Olbia per venire qui. Ma quando ce l’ha fatta, non ho avuto problemi a prenotare l’aereo per Orio e sono contento potendo unire il divertimento alla solidarietà. Così abbiamo fatto stampare 500 magliette dedicate a questo evento da mettere in vendita (tutte bruciate in un amen) insieme ad una ventina di divise del Fener- bahce a favore dell’AGPD l’associazione genitori e persone sindrome di down che ho conosciuto mediante l’amicizia con Paolo Orlandoni, ex preparatore dei portieri del Fener calcio e ora al Nantes con Ranieri». A fare da cornice al Gigione Day ci sono anche altri sportivi famosi: Martin Castrogiovanni che incrocia il suo barbone contro quello di Datome («il suo è più duro e bello – sorride il rugbista – e poi è più bravo di me a giocare a basket. Non ci vuole molto perché io faccio proprio schifo»), David Moss, Diego Flaccadori, compagno di Gigi in azzurro e cresciuto da bam- bino su questo playground prima di sfondare in serie A con Trento, e l’azzurra Elisa Penna.
NAZIONALE Datome parla da capitano saggio sull’Europeo che attende l’Italia. «L’obiettivo è sempre quello, fare bene e lasciare il segno della nostra generazione – argomenta –. Per alcuni di noi può essere l’ultima occasione per centrare un risultato importante ma non è il caso di pensarci adesso». C’è anche la sua free agency da interpretare: il Fener gli ha offerto un rinnovo triennale ma sull’argomento Gigione è amletico, quasi sfuggente: «Stiamo parlando, quella di rimanere in Turchia è una possibilità ma sceglierò la soluzione che mi rende più felice». Sirene di un rientro in Nba? Intanto si comincia a giocare. Lo sfidante Fabio Viscardi è il più felice di tutti: «Sono tifoso di Siena e seguivo Gigi dai tempi in cui era alla Mens Sana – racconta –. Ci siamo scambiati qualche tweet, ma non credevo di riuscire a chiamarlo qui. È la forza dei social che ci ha uniti». Alle 22 finalmente si accendono i fari sul campetto per la sfida Datome’s Friends (con Castrogiovanni che indossa calzini improponibili) contro Brembate Sopra. Tutti gli occhi sono per Gigi che segna in contropiede con un sospetta violazione di passi poi affonda uno schiaccione. Anche Castro segna una tripla. È l’apoteosi di un bellissima serata tra campioni e dilettanti con la stessa passione per il gioco, senza barriere e senza lavagnette in panchina.
Ancora incerto il suo futuro, Fener o Nba: «Sceglierò la soluzione che mi renderà più felice»