La Gazzetta dello Sport

«Aumentano gli oneri e anche l’età Ma io credo nel progetto»

L’azzurro alla Revivre: «Qui il valore umano ha un peso molto importante»

- Gian Luca Pasini

«La domanda che mi fanno in tanti è: Ma Brodo di becchi come funzionerà adesso che io e Vettori siamo in due città diverse. Rassicuro tutti quelli che ci seguono: la trasmissio­ne sulla web radio continuerà. Siamo abbastanza affinati a lavorare in maniera nomade. Fra l’altro sono molto contento e orgoglioso: Brodo di becchi è diventato anche un’associazio­ne culturale che piace alla gente. L’altra sera abbiamo fatto un incontro a Pisa con tante persone nuove (oltre 130 gli iscritti totali, ndr). E’ un modo per conoscere la gente, ma anche per scambiarci idee e per fare esperienze nuove nelle città che andiamo a scoprire». Esperienze nuove sono quelle che si troverà davanti anche Matteo Piano 3.0 quello che da qualche ora (ufficialme­nte) è sbarcato a Milano. Grande colpo di mercato della Revivre e del suo presidente Lucio Fusaro, sceso in campo in prima persona per rilanciare la squadra affidata ad Andrea Giani.

CHIUSURA Dall’incubo di una possibile dismission­e (causa i non risultati e un palasport che ancora non c’è, ma che dovrebbe arrivare per i playoff, si spera), all’ingaggio di una meda- glia d’argento a Rio il passo è grande. «Ho un nuovo ruolo. A 26 anni divento “grande”. E’ una cosa molto bella. Io me la sento bene. Inizia un percorso diverso nella mia carriera profession­ale fatto di maggiori responsabi­lità in un ambiente che ha voglia di riportare la grande pallavolo in una metropoli. Un percorso personale che mi sarà utile anche in Nazionale».

IL CASO Abbastanza eloquente la frase che chiude un’epoca. « C’è stato una sorta di “caso Piano” in queste settimane e nessuno sapeva quale potesse essere la mia destinazio­ne. Seguendo anche la mia libertà di scelta sono arrivato a Milano, ambiente composto da persone buone con le quali io ora sento la necessità di lavorare. Molto spesso ci si dimentica che la profession­alità e il valore umano contano di più di tanti altri aspetti: avevo bisogno di una realtà in cui le persone sono messe al centro del progetto e Milano mi ha fatto sentire così». Il caso dovuto al fatto che il cartellino era (anzi è di Modena) e che è arrivato alla Revivre in prestito per una stagione. Si chiude una telenovela in cui l’azzurro è stato accostato a diverse società: Trento per prima, poi Civitanova, Perugia, Verona e alla fine Milano. «Che mi ha cercato da su- bito. Ho aspettato a parlare fino a quando non avessi trovato squadra (in realtà il “problema” si potrebbe riproporre il prossimo anno, ndr), ma questo è un caso che adesso voglio sollevare. La questione dei cartellini nella pallavolo penso che vada affrontata». Il volley italiano, infatti, prevede la regola che un giocatore (trice) anche senza contratto resta legato alla società in cui militava (per Piano, Modena) e per ingaggiarl­o si deve pagare un indennizzo al club. Una regola nata per “proteggere” i vivai, ma che assomiglia di più a un residuo medievale, anacronist­ico con la pallavolo di oggi dove sono pochissimi club di serie A che lavorano e investono sui giovani, regola che resiste per non meglio precisate convenienz­e. Ma per Piano questo è il passato: inizia una nuova era milanese.

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TARANTINI Matteo Piano è nato ad Asti il 24 ottobre 1990: arriva a Milano da Modena

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