MILAN 6 SCATENATO Preso anche Calhanoglu Fenomeno delle punizioni
Il turco oggi a Milano. Al Leverkusen 22 milioni più bonus
Il primo ha portato il fisico: Musacchio, difensore per le lotte a centro area. Il secondo le gambe: Kessie, mezzala a tutto campo. Il terzo il piede sinistro: Rodriguez, mancino multiruolo. Il quarto la testa: André Silva, centravanti da cross. Il quarto i polmoni: Borini, attaccante maratoneta. Hakan Calhanoglu è il sesto acquisto dell’estate del Milan e al mosaico aggiunge il piede destro. Educatissimo. Arriverà oggi a Milano, domani farà le visite mediche e, se tutto andrà bene, firmerà un contratto vicino ai 2 milioni e mezzo a stagione. Il Milan lo voleva, il Bayer Leverkusen lo voleva cedere… e con quel verbo in più cambia tutto. Infatti, dopo qualche giorno di trattativa, le società hanno trovato un accordo a 22 milioni più bonus. Previsione: non si dovrebbe superare quota 25, con formula da definire. Un pagamento in tre anni non è escluso ma sinceramente per 24 ore conta poco o nulla. Ai tifosi interessa solo immaginare Calhanoglu con una maglia rossa e nera.
IL SUO DNA Hakan è nato in Germania ma gioca per la Turchia, nazione di origine. Hakan ha talento ma non sempre si esprime. Hakan parte quasi sempre da sinistra ma non ha un ruolo definito. Contraddizioni, perché Calhanoglu è così, è l’elemento creativo, concettuale del mercato del Milan. Musacchio, Kessie e André Silva sono tre guardie del corpo, Hakan no. Calhanoglu può perdere tre contrasti in fila, poi alzare la testa e mettere il pallone a 40 metri. Soprattutto può dialogare con Bonaventura e Suso, chiedere un uno-due e mettere André Silva davanti alla porta in mezzo secondo. Perché Calhanoglu non strappa, dialoga.
IN CAMPO Hakan ha iniziato a Mannheim, la città tedesca in cui è cresciuto, poi è stato un calciatore di Karlsruhe, Ambrugo e poi Bayer Leverkusen. In Germania ha giocato da 10 – e chissà che quella maglia, in rossonero… – ma soprattutto da esterno sinistro del 4-4-2, da interno, da centrocampista centrale. Il Milan, in linea con un mercato pieno di jolly, ha preso un giocatore molto duttile. Nel 4-3-3 può giocare mezzala o esterno d’attacco, sempre a sinistra, un po’ come ha fatto Bonaventura. Calhanoglu può fare male comunque, da mezzala soprattutto con gli inserimenti: ha segnato così parte dei 17 gol in Bundesliga firmati negli ultimi due campionati e mezzo. Da esterno invece, proprio come Jack, preferisce rientrare, accentrarsi, giocare tra le linee per creare le superiorità. Da lì ovviamente può calciare, vera specialità della casa assieme alle punizioni.
LA SQUALIFICA Tutto questo permette di prendere un rischio e spendere sette parole: Calhanoglu è un giocatore ideale per Montella. I pronostici sono rischiosi ma Kessie, Borini e André Silva sono giocatori diversi da quelli che hanno esaltato la Fiorentina montelliana. Calhanoglu invece è tecnico come piace all’allenatore-Aeroplanino: non salta l’uomo di forza, non è rapido nei primi metri, però tiene il pallone al guinzaglio. Hakan ha raccontato di allenarsi con un personal trainer e il Milan spera lo abbia fatto per bene. In fondo non gioca da gennaio per una squalifica antica, presa per un vecchio accordo firmato e non rispettato con il Trabzonspor.
LA PISTOLA Da bravo ragazzo, quella volta ha rinunciato allo stipendio. Un po’ meno da bravo ragazzo, in Germania ha raccolto voci su una certa instabilità di carattere, anche se a Leverkusen dicono che Hakan è un bravo ragazzo, al massimo qualche volta si è fatto trascinare da Kampl, il biondo con gusto per la trasgressione. Sia come sia, non gli è mai andata male come il giorno in cui Gokhan Tore nel ritiro della Turchia gli ha puntato una pistola addosso. Qualche dio o il destino, turco o tedesco che fosse, lo ha protetto.