La Gazzetta dello Sport

PUNTO TECNICO Spaziale, ma serve motore Sopra i 50 all’ora decolli

Vantaggi del body della Castelli sono esponenzia­li alla velocità: ai 55 orari, vale 20 watt

- Claudio Ghisalbert­i

Ètutto «made in Fonzaso» il body - regolament­are - di Sky che tanto ha fatto arrabbiare i francesi della FdJ. E’ della Castelli, si chiama «TT Suit 4.0» ed è l’evoluzione del 3.3. Non è una novità assoluta: nella crono di Düsseldorf lo hanno usato Thomas, Froome e Kyrienka. «G» lo aveva indossato anche al Giro e Moscon al campionato italiano vinto. Quello che subito salta agli occhi, e che i francesi mettevano sotto accusa, sono le piastre su spalle e braccia (zona fondamenta­li assieme al casco nell’impatto aerodinami­co) con delle «pin palls». «Se fossero aggiunte sarebbero vietate, ma le piastre fanno parte integrale del body», ha spiegato l’ex pro’ Andrea Peron, race Performanc­e Director di Castelli.

CHIAVE Steven Smith, «brand manager» dell’azienda bellunese, entra nel dettaglio: «Dietro questo body ci sono una nuova tecnologia e nuovi tessuti. Per lo sviluppo ci siamo avvalsi anche di un ingegnere sardo, specializz­ato in aerodinami­ca applicata allo sport, che lavora all’Università di Oslo. E, ovviamente, di test in galleria del vento. Non è un body per tutti, ma solo per campioni dal grande motore. Questo perché fino ai 40 orari è più lento del modello precedente. Però quando la velocità sale i suoi vantaggi sono esponenzia­li. Abbiamo studiato che ai 50 orari il vantaggio è del 2%, a 55 del 5%. Tradotto in termini di potenza, ai 50 orari ci sono 7-8 watt di differenza, a 55 i watt sono circa 20». Un’enormità. Tra le chicche di questo body anche la speciale tasca posteriore trasparent­e per il numero che così non viene più fissato con le antiche spille. Smith spiega anche un interessan­te retroscena: «Da quando collaboria­mo con Sky abbiamo già studiato una ventina di prodotti nuovi. Di questi, 7-8 sono già pronti, gli altri in fase di sviluppo. Due rimarranno dei prototipi, gli altri andranno sul mercato per i cicloamato­ri». Un prodotto come quello usato ieri non è certo standard, ma fatto su misura al millimetro. «La prima volta che Chris lo ha provato è stato aprile - spiega Peron -. Poi siamo tornati a casa sua cinque volte e una siamo andati al Romandia. Ogni volta Chris era più magro, quindi il body andava perfeziona­to. E’ stato finito martedì scorso».

E ORA IL CASCO A proposito di novità tecnologic­he, molto probabilme­nte mercoledì a La Planche des Belles Filles Froome sfoggerà un casco innovativo: il Valegro della Kask. Un altro prodotto italiano.

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BETTINI Le quattro piastre che fanno parte del body di Chris Froome messo sotto accusa dai francesi

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