PUNTO TECNICO Spaziale, ma serve motore Sopra i 50 all’ora decolli
Vantaggi del body della Castelli sono esponenziali alla velocità: ai 55 orari, vale 20 watt
Ètutto «made in Fonzaso» il body - regolamentare - di Sky che tanto ha fatto arrabbiare i francesi della FdJ. E’ della Castelli, si chiama «TT Suit 4.0» ed è l’evoluzione del 3.3. Non è una novità assoluta: nella crono di Düsseldorf lo hanno usato Thomas, Froome e Kyrienka. «G» lo aveva indossato anche al Giro e Moscon al campionato italiano vinto. Quello che subito salta agli occhi, e che i francesi mettevano sotto accusa, sono le piastre su spalle e braccia (zona fondamentali assieme al casco nell’impatto aerodinamico) con delle «pin palls». «Se fossero aggiunte sarebbero vietate, ma le piastre fanno parte integrale del body», ha spiegato l’ex pro’ Andrea Peron, race Performance Director di Castelli.
CHIAVE Steven Smith, «brand manager» dell’azienda bellunese, entra nel dettaglio: «Dietro questo body ci sono una nuova tecnologia e nuovi tessuti. Per lo sviluppo ci siamo avvalsi anche di un ingegnere sardo, specializzato in aerodinamica applicata allo sport, che lavora all’Università di Oslo. E, ovviamente, di test in galleria del vento. Non è un body per tutti, ma solo per campioni dal grande motore. Questo perché fino ai 40 orari è più lento del modello precedente. Però quando la velocità sale i suoi vantaggi sono esponenziali. Abbiamo studiato che ai 50 orari il vantaggio è del 2%, a 55 del 5%. Tradotto in termini di potenza, ai 50 orari ci sono 7-8 watt di differenza, a 55 i watt sono circa 20». Un’enormità. Tra le chicche di questo body anche la speciale tasca posteriore trasparente per il numero che così non viene più fissato con le antiche spille. Smith spiega anche un interessante retroscena: «Da quando collaboriamo con Sky abbiamo già studiato una ventina di prodotti nuovi. Di questi, 7-8 sono già pronti, gli altri in fase di sviluppo. Due rimarranno dei prototipi, gli altri andranno sul mercato per i cicloamatori». Un prodotto come quello usato ieri non è certo standard, ma fatto su misura al millimetro. «La prima volta che Chris lo ha provato è stato aprile - spiega Peron -. Poi siamo tornati a casa sua cinque volte e una siamo andati al Romandia. Ogni volta Chris era più magro, quindi il body andava perfezionato. E’ stato finito martedì scorso».
E ORA IL CASCO A proposito di novità tecnologiche, molto probabilmente mercoledì a La Planche des Belles Filles Froome sfoggerà un casco innovativo: il Valegro della Kask. Un altro prodotto italiano.