La Gazzetta dello Sport

Ivanisevic «Federer fenomeno E’ lui il mio favorito»

Il vincitore del 2001 crede nell’ottava perla di Roger a Londra: «Ma occhio a Nadal e a Cilic»

- Federica Cocchi

Sono passati sedici anni da quando Goran Ivanisevic sollevava il trofeo di Wimbledon. Una vittoria storica, desiderata, rincorsa. Quattro finali, tre perdute e un successo arrivato quando nessuno ormai ci avrebbe più creduto. Nessuno tranne lui, uno dei Bad Boys della storia del tennis che, anche «da grande», si emoziona ancora al ricordo di quel giorno.

Goran, il suo trionfo a Wimbledon nel 2001 9-7 al quinto set contro Rafter è sembrato il lieto fine di una favola…

«Ricordo ogni momento di quella giornata, oserei dire ogni singolo respiro. Ricordo tutti i dettagli di quel giorno che ha cambiato la mia vita. Ogni mattina guardavo i Teletubbie­s alla tv e posteggiav­o nello stesso posto al parcheggio del Club. E anche quel lunedì ho seguito lo stesso rito. C’era un tifo da stadio, anche se era lunedì, tutto era speciale e sentivo il calore della gente che alla fine mi spingeva perché sono sempre stato uno vero, ho sempre mostrato tutto me stesso, nel bene e nel male. Ho urlato, ho esultato, mi sono infuriato e alla fine ho pianto. Perché sì, quello è stato il giorno che ha cambiato la mia vita».

Prima di quella fantastica giornata lei aveva perso tre finali, due contro Pete Sampras e una contro Andre Agassi, due dei più grandi di tutti i tempi.

«Affrontare giocatori come loro era pazzesco, quello è stato uno dei periodi storici più belli del tennis. Incredibil­e. Tanti giocatori con grandi potenziali­tà che potevano creare problem ai big, tanti giocatori che potevano contenders­i uno Slam. Molti atleti di grande carattere ad esempio come il mio amico Richard Krajicek, che sarà protagonis­ta insieme a me di una esibizione al torneo di Umago, dopo Wimbledon».

Torniamo al presente, tutti si aspettano che quest’anno Roger Federer conquister­à l’otta-

ZVEREV? È TROPPO PRESTO PER LUI, MA VINCERÀ UNO SLAM. È SICURO FOGNINI STA MATURANDO E IL SUO TENNIS TOGLIE IL FIATO GORAN IVANISEVIC SUI PRONOSTICI E L’AZZURRO

vo titolo all’All England Club, è d’accordo su questa previsione?

«Non c’è dubbio che Roger sia il favorito numero uno, ma non escluderei dal gioco altri giocatori. Per esempio Rafa, che dopo la straordina­ria stagione sul rosso arriverà carico di energia e fiducia. E metterei nel gruppo anche Marin Cilic, che sta crescendo sempre di più e ha dimostrato di essere molto forte sull’erba. Poi ovviamente non escludiamo Murray e Djokovic che, nonostante il periodo di flessione, hanno le capacità e l’esperienza per centrare la vittoria».

È sorpreso di questa seconda vita di Nadal e Federer?

«Non proprio. Ovviamente è fantastico che abbiano raggiunto questi risultati a 31 e quasi 36 anni, ma non dimentichi­amo che si sta parlando di due tra i più grandi giocatori di tutti i tempi, quindi nulla mi sorprende ciò che sgorga da due fenomeni come loro».

E la crisi di Djokovic? Si aspettava che durasse tanto?

«Nole è un grande campione e ha raggiunto risultati incredibil­i culminati con la vittoria del Roland Garros nel 2016, il suo ultimo grande obiettivo. È assolutame­nte normale che sia subentrato un po’ di appagament­o. Ma come è successo per Rafa e Roger, sono sicuro che anche lui tornerà alla grande».

Magari in coppia con lei, ci sono voci su una vostra futura collaboraz­ione.

«Voci che ho sentito anch’io e mi hanno sorpreso . Sicurament­e allenare Djokovic sarebbe una grande sfida per qualunque coach ma lui ora ha il suo team, ha scelto Andre Agassi che è venuto a Wimbledon per seguirlo e penso che abbia fatto la scelta migliore per lui».

Lei era conosciuto per le sue «intemperan­ze», genio e sregolatez­za. Un po’ come il nostro Fognini.

«Grandi talenti. Fabio, che verrà a difendere il suo titolo a Umago, ha una personalit­à particolar­e e ha colpi da grande giocatore. È vero, a volte ha qualche problema in campo ma sta maturando e il suo è un tennis da togliere il fia- to».

E Kyrgios? Un altro «bad boy» che però ha buone chance sull’erba.

«È un grande, uno dei talenti più straordina­ri che abbiamo visto negli ultimi anni, un po’ come Fabio. Il tennis ha bisogno di atleti che non temano di mostrare chi sono, e pazienza se qualche volta spaccano una racchetta: quelli che vanno in campo sono esseri umani. Nick ha grandi possibilit­à a Wimbledon, l’unico punto interrogat­ivo è l’infortunio subito al Queen’s che potrebbe limitarlo».

Scorriamo l’elenco della NextGen: Sascha Zverev ha preso una lezione da Federer a Halle, ma sull’erba è a proprio agio.

«Quest’anno forse è troppo presto per lui, ma sicurament­e vincerà uno Slam in futuro. È il leader di una grande generazion­e di giovani che si stanno facendo avanti come Coric, Khachanov, lo stesso Kyrgios».

Alla fine il vero vincitore di Wimbledon è il torneo stesso: un evento che non perde mai il suo fascino nonostante il tempo che passa.

«È così, quando sono entrato la prima volta nel tunnel che porta al campo mi sono sentito “Goran nel Paese delle Meraviglie”. Che tu sia un fan, o uno junior o un volontario, o un grande campione non puoi non subire il fascino di quel posto e di quei campi. È una favola».

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AP Goran Ivanisevic, 45 anni. Il croato ha giocato quattro finali a Wimbledon, vincendo nel 2001. È stato numero 2 del mondo nel 1994

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