La Gazzetta dello Sport

Wimbledon via col brivido Murray, l’anca fa male

Andy, neo papà, difende il titolo. Se Nadal va in finale è di nuovo al vertice dopo 3 anni

- Riccardo Crivelli INVIATO A LONDRA

Narrano le cronache che il torneo di Wimbledon non cominciava così tardi addirittur­a da due secoli, anno di grazia 1895. Nel tempio della tradizione sempre uguale a se stessa, non è l’unica stranezza di quest’anno. Che dire, ad esempio, dell’improvviso aumento del prezzo delle fragole con la crema, causato dall’improvvisa penuria del prezioso frutto. Senza dubbio è un’edizione sui generis, una sorta di confine di stagione tra un prima dominato da Federer e Nadal e un dopo in cui Murray, Djokovic e magari qualche pupillo della Next Gen proveranno a far sentire pure la loro voce, oppure consegnera­nno l’annata ai due fenomeni resuscitat­i: lo documenta perfino la corsa al numero uno del mondo, che tra uomini e donne coinvolge incredibil­mente otto giocatori.

DI NUOVO PAPA’ Murray comincia il torneo da campione in carica e con il primato, ma per conservarl­o dovrà raggiunger­e almeno la finale. Se non ci riuscisse, e al suo posto ci fosse Nadal (sono dalla stessa parte), sarebbe Rafa il nuovo re, dopo tre anni. Ma sperano anche Wawrinka (numero uno se vince il titolo e completa così lo Slam personale) e Djokovic, se conquista la corona e Murray e Nadal si fermano prima delle semifinali. Tra le donne, sono in corsa Kerber, Halep, Karolina Pliskova e perfino Svitolina. Un bel circo, allietato però dalla notizia che Murray, con la sua amata Kim, sarà di nuovo papà. Un sollievo di giornata per i tabloid britannici, da una settimana costretti a indovinare le reali condizioni del detentore dei Championsh­ips, alle prese con fastidi a un’anca. Andy è sereno, per quanto può: «Sto un po’ meglio, ma certo è una situazione difficile, perché non mi era mai capitato di non stare bene a ridosso di uno Slam. È un problema che ho da sempre, ma nelle ultime settimane si è un po’ aggravato». Una nazione in ansia e invece sedici peones, cioè i giocatori usciti dalle qualificaz­ioni maschili, aggrappati alle statistich­e: secondo uno studio dell’Ibm, negli ultimi 11 anni hanno passato il primo turno nel 40% dei casi (l’anno scorso addirittur­a meglio, 8 su 16). McEnroe, dalle qualificaz­ioni, arrivò in semifinale diciottenn­e nel 1977. Ma quando si è fenomeni, i numeri contano poco.

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AFP Andy Murray, 30 anni

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