Pacquiao, sconfitta discutibile: forse è la fine
A Brisbane il popolare filippino cede ai punti all’idolo di casa Horn, più aggressivo. Possibile il match di addio in casa
Potrebbe essere arrivata al capolinea la carriera sul ring del popolare Manny Pacquiao anche se è difficile che rinuncerà almeno al match di addio nelle sue Filippine dove non combatte dal 2006. Sul ring del Down Under di Brisbane in Australia, davanti a circa 50.000 spettatori, Jeff Horn (17-0-1), 29 anni, è diventato il campione del mondo dei welter WBO, battendo al termine di 12 round, molto combattuti ma di non elevata qualità tecnica, il 38enne filippino che ha denunciato il logorio di una carriera ultraventennale, iniziata del 1995, nel corso della quale ha conquistato i mondiali in otto categorie. Verdetto unanime, che l’angolo del filippino ha contestato senza trascendere e che possiamo considerare discutibile ma non scandaloso: i tre giudici (117-111, 115-113, 115-113) hanno premiato l’iniziativa dell’australiano, anche se l’ex campione ha sicuramente portato i colpi migliori. Organizzatori felici, aiutati dal governo australiano con un finanziamento di 10 milioni di dollari. Pacquiao porta a casa dagli 8 ai 10 milioni, ma anche la consapevolezza che a Brisbane, il tempo del tramonto si è visto tutto. Horn non è certo un fenomeno, ma un buon pugile dal fisico imponente e dalla tecnica limitata. Entrambi hanno concluso feriti al sopracciglio destro e molto stanchi.
SOTTOCLOU Nel sottoclou, il talentuoso ma discontinuo Da- mien Hooper (12-1) fermo da 7 mesi, ha battuto il russo Umar Salamov (19-1) per le cinture internazionali Ibf e Wbo mentre l’altro filippino Jerwin Ancajas (27-1-1) ha conservato il Mondiale dei supermosca battendo per kot 7 il giapponese Teiru Kiroshita (25-2-1).