Defoe e Bradley, l’abbraccio che parla d’amore
Le condizioni del tifoso del Sunderland di 6 anni, malato di cancro, sono peggiorate E il suo campione preferito corre da lui
Il bambino e il suo campione preferito, entrambi assopiti su un letto in un abbraccio tenero e straziante perché il piccolo Bradley Lowery, di 6 anni, ha un neuroblastoma incurabile e le sue condizioni negli ultimi giorni purtroppo sono peggiorate. La foto di Bradley e dell’attaccante del Sunderland Jermain Defoe, passato da poche settimane al Bour- nemouth, sta facendo il giro del mondo in tutta la sua crudele dolcezza.
LA STORIA A Bradley, tifoso del Sunderland, il tumore è stato diagnosticato quando aveva 18 mesi. Un primo ciclo di cure sembrava aver avuto effetto, ma nel luglio dello scorso anno si è verificata una recidiva. Con un verdetto inappellabile. Da allora Bradley è diventato la mascotte dei «Black Cats», sempre presente, compatibilmente con le sue condizioni, alle partite interne dei biancorossi. Prima del match contro il Chelsea dello scorso 14 dicembre, Bradley è entrato in campo per tirare un rigore e quando il pallone ha varcato la linea di porta gli applausi allo «Stadium of light» erano inferiori soltanto alle lacrime. Quando il 35enne Defoe, a distanza di 4 anni dalla sua ultima presenza, è tornato in nazionale, a fine marzo contro la Lituania, ha voluto che fosse proprio Bradley, mano nella mano, ad accompagnarlo verso il centro del campo. Poi l’ha preso in braccio, e Wembley si è sciolto in un lunghissimo applauso, seguito da cori di incitamento. SUPEREROE Defoe per Bradley è più di un giocatore di calcio, è il suo supereroe, invincibile. «Quando è con lui si rilassa, riesce ad addormentarsi più sereno, vorrebbe che non andasse mai via», hanno raccontato più volte commossi i genitori. E Defoe non si è tirato indietro nemmeno una volta: nell’ultimo anno ha trascorso ogni momento libero con il suo piccolo amico. Appena può va a trovarlo a casa, lo coccola, gli sussurra parole dolci, lo fa addormentare. Un impegno che vale più di mille trofei, più di mille gol, in una partita che si avvia al fischio finale e che, purtroppo, non può essere vinta.