La Gazzetta dello Sport

CUORE DI MIHA

«VOGLIO UN TORO ALLA JAMES BOND AL GALLO E A GIGIO CONSIGLIO DI...»

- L’INTERVISTA di ANDREA DI CARO INVIATO A PORTO CERVO (SS)

INTERVISTA ESCLUSIVA IN VACANZA CON SINISA TRA CALCIO FAMIGLIA E MERCATO

Forse sarà l’acqua cristallin­a della Costa Smeralda che lo ispira, o la passione per i film di 007 che conosce quasi a memoria, sta di fatto che Sinisa Mihajlovic ha le idee chiare sulla prossima stagione granata: «Se la ricorda la scena in Goldfinger di Sean Connery che esce dal mare e sotto la muta da sub portava lo smoking? Ecco, io vorrei un Toro così, alla James Bond. Pratico e aggressivo, ma anche bello ed elegante. Di lotta e di governo. Di spada e di fioretto. Proletario e aristocrat­ico » . Sorride Miha, abbronzato e in grande forma, perché a fare da contraltar­e alle delizie della cucina sarda ci pensano le interminab­ili sfide sportive a cui lo costringon­o i figli maschi Miroslav (17), Dusan (15) e Nikolas (10). Mentre le figlie Viktorija (20) e Virginia (19) fanno avanti e indietro con Roma per gli esami universita­ri. «Ormai loro sono grandi, sembra ieri che erano solo due bambine, ti giri un attimo e fanno l’università. D’altra parte con mia moglie abbiamo festeggiat­o il 28 giugno 21 anni di matrimonio...». E lei, Arianna, sempre bellissima, annuisce e gli regala uno di quei sorrisi contro i quali Miha non ha mai avuto difesa.

Sinisa, il 10 luglio si riparte…

«Non vedo l’ora. Mi sono riposato abbastanza». «Riposato? Ma se lavori anche qui. Sempre al telefono e a guardare tabelle», interviene Arianna in tackle. «Con il mio staff stiamo preparando il ritiro – va in dribbling Sinisa -, nuove metodologi­e di allenament­o, lavori personaliz­zati, novità su calci da fermo e altro. Mi sono confrontat­o anche con alcuni tecnici stranieri. Sono più carico dello scorso anno, perché adesso inizia la fase 2».

Cos’è? Da James Bond a Rambo II? Cerca vendetta?

«No, cerco conferme e progressi. La stagione scorsa è servita per formare il gruppo, trasmet- tere mentalità, cultura del lavoro, principi di gioco e principi morali che rappresent­ano il Dna del Toro. Ora dobbiamo lavorare sui particolar­i, sulle cose positive da accrescere e su quelle negative da correggere. Abbiamo cucito il vestito, ma per essere eleganti adesso servono gli accessori: la cravatta, la pochette, l’orologio, i gemelli, un buon profumo...».

Da Rambo a stilista, il passo è lungo. Dov’è finito il Sinisa muscolare a cui siamo abituati?

«Lo scorso anno ho dovuto forzare la mano in alcuni momenti, con atteggiame­nti, frasi, concetti. Esasperare qualche decisione. Servivano scosse. Sacrificio, applicazio­ne, voglia di lottare e non mollare sono le fondamenta delle vittorie. Senza anima, cuore e sudore non vai da nessuna parte. Ora sotto la muta, che per noi è la tuta, mostriamo lo smoking».

Che Torino ci dobbiamo aspettare?

«Il Toro che alle sue caratteris­tiche storiche unisca una maggiore sicurezza e atten- zione. Sempre molto offensivo, ma più equilibrat­o. Si vince segnando un gol in più dell’avversario, ma lo scorso anno abbiamo preso troppe reti. Vogliamo essere belli e di carattere».

Alcune sue sfuriate in campo e davanti ai microfoni sono diventate cult, lei per i tifosi granata è già nella storia del Toro.

«Ho un bel rapporto con i tifosi. Schietto e vero. Cercavo un ambiente caldo e passionale e un club che mi somigliass­e. Ma quest’anno vedrete anche un altro Mihajlovic. Molti amano dipingermi come un sergente di ferro. Facciano pure, non ho bisogno di mettermi un paio di occhialini da intellettu­ale per cambiare il mio profilo. Chi mi conosce sa che non ho mai pensato che si possa vincere solo con cuore e grinta. Le mie squadre scendono in campo per creare, mai per distrugger­e: sono preparate tatticamen­te, pressano alto, hanno tempi di gioco, schemi, segnano e spesso divertono. Lo dicono i numeri. Amo i piedi buoni e il gioco a uno-due tocchi, rapido, arioso e spettacola­re. E pur di vincere spesso schiero squadre ultraoffen­sive».

Come contro la Juve all’andata: sull’1-1 dalla panchina mise altri due attaccanti, finì con 4 punte. Ma perse 3-1.

« Rifarei quei cambi anche adesso. Potevamo vincere. Prendemmo un gol 10 secondi dopo su lancio lungo e uno a tempo scaduto. La differenza la fece la qualità dei cambi. Allegri mise dentro Pjanic e Dybala... Allo Stadium, ingiustame­nte in 10 per un tempo, abbiamo preso il gol del pari al 92’. Contro di noi la Juve ha sofferto e la differenza con la più forte da sei anni a questa parte non si è vista».

Parlava di qualità nei cambi. Parliamo di mercato?

«No».

Conciliant­e...

«Non amo parlare dei giocatori che non sono ancora miei».

Parliamo allora di chi è arrivato.

«Sirigu ha esperienza, qualità e voglia di rivalsa nell’anno del Mondiale. Lyanko e Bonifazi sono due giovani centrali di grande prospettiv­a».

Ci dica almeno i ruoli da coprire ancora sul mercato.

«La società sa tutto. E io mi fido del lavoro del presidente Cairo e di Petrachi. In ogni caso non è un segreto che cerchiamo un altro centrale per aiutare nella crescita i nostri giovani. Un paio di innesti in mezzo al campo, un paio di esterni alti, un vice Belotti...».

Quindi Belotti resta?

«Io lo spero e così vuole anche Cairo, che a venderlo non pensa. Poi c’è una clausola rescissori­a da 100 milioni. Se qualcuno la versa arriva un fiume di denaro, ma poi bisogna cambiare modo di giocare perché se pensi solo a sostituire

IL TECNICO GRANATA SPIEGA CHE SQUADRA SARÀ: « AGGRESSIVA E PRATICA, MA PURE ELEGANTE E BELLA. UN PO’ ALLA JAMES BOND»

Belotti, peggiori: è difficile trovare un altro che trascini i compagni e faccia 26 reti».

Il consiglio al Gallo per confermars­i?

«Quello che gli dico sempre, e ha detto anche Vieri alla Gaz

zetta: non montarsi la testa, sacrificar­si, migliorare ancora, non perdere quella fame e quella generosità che fanno di Andrea un giocatore di altri tempi... Un Vieri, appunto».

Il calciomerc­ato ha toccato anche Mihajlovic?

«Mi ha solo sfiorato. Perché sono sotto contratto col Toro e sto benissimo qui. Ho un rapporto forte col presidente Cairo. Però mi ha fatto piacere l’interessam­ento di un grande club italiano, la proposta di un club ininglese e un’offertata milionaria dalla Cina. L’esteroero mi intriga, prima o poi...».

Il club italiano eraa l’Inter?

(sorride)

«L’Interr mi ha sonda-sondato spesso, mi confondonf­ondo se è ca-capitato quando eroro a Firenze, il secondo anno allala Samp, dopo il Milan o due mesiesi fa...».

Qual è l’obiettivo del Torino?

«Migliorars­i e lottareott­are per un posto in Europa. Il quadro è ab-abbozzato, ora bisogna sogna finirlo. Ma dipenderà anchenche dal valore degli avversari».

Partiamo dall’altoo allora: la Juventus...

«Parte dall’altissimo. imo. Non ce la giochiamo con loro,oro, che lotteranno per il settimomo scudetto di fila. Un settebello­ello alla lo-loro portata. Perchéhé la Juve più di una zebra sembra un animale predatorer­e che ha una fame infinita.a. Sta met-mettendo nel motoree giovani di qualità comee Schick. Perderanno puntiti nei derby, ma restano i favoritifa­voriti».

Dietro?

«Il Napoli. Gioca a memoria,

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 ??  ?? Relax a Porto Cervo per Sinisa Mihajlovic, 48, con la moglie Arianna
Relax a Porto Cervo per Sinisa Mihajlovic, 48, con la moglie Arianna
 ??  ?? 1 Sinisa Mihajlovic con la divisa del Toro 2 Con la moglie Arianna 3 Con il presidente del Torino Urbano Cairo 4 Con il pupillo Adem Ljajic 5-6 In versione balneare 7 In vacanza senza staccare il telefonino 8 Sinisa a tavola con la famiglia in vacanza 2
1 Sinisa Mihajlovic con la divisa del Toro 2 Con la moglie Arianna 3 Con il presidente del Torino Urbano Cairo 4 Con il pupillo Adem Ljajic 5-6 In versione balneare 7 In vacanza senza staccare il telefonino 8 Sinisa a tavola con la famiglia in vacanza 2

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