«Ho sempre in testa Nainggolan Per i top player serve tempo...»
Eil ciclone Walter Sabatini si abbatte su Riscone. Il coordinatore tecnico di Suning Sports parla dell’Inter che verrà con la sicurezza e la franchezza dei grandi. Senza risparmiare stoccatine alla concorrenza. Dopo un cappello sul doppio compito («Tra Inter e Jiangsu serve una sorta di osmosi pure tra le due civiltà. Anche perché Suning vuole allargare i propri “domini” calcistici, con l’Inter che rimarrebbe quella che conta di più»), si va alla polpa nerazzurra.
Sabatini, cosa si sente di dire ai tifosi preoccupati per i colpi che sta piazzando il Milan?
«Non facciamo mercato per rispondere ai colpi degli altri. Il Milan sta facendo molto bene, sono stati bravi, tempestivi e hanno tutto sommato preso buoni giocatori. Ma loro non sono il nostro modello. Abbiamo le idee chiare, loro hanno fatto una scelta diversa, non credendo nella vecchia squadra. Noi invece vogliamo ri- selezionare il gruppo di lavoro per capire bene cosa possono dare i ragazzi e poi valutare le integrazioni».
Sino a fine giugno avete dovuto cedere per questioni di FairPlay finanziario, ma poi si aspettava che arrivassero i botti...
«Ci si scatena anche in modo silenzioso. L’Inter sta puntando a obiettivi molto difficili, a volte cozzando contro la volontà delle altre società. Quindi serve più tempo. Ma non devo tranquillizzare nessuno, l’Inter di suo è una garanzia e faremo quello che dobbiamo. Sono stato testimone del grandissimo lavoro di Ausilio e Gardini prima del 30 giugno. Non dico che sono sorpreso perché conoscevo il loro valore, ma hanno fatto molto bene».
Perisic andrà via quando lo United arriverà alla cifra giusta?
«Spalletti ci chiede continuamente di tenerlo, fatto salvo che non vogliamo trattenere chi non ha le giuste motivazioni. La certezza è che i prezzi li fa l’Inter e che Perisic è un giocatore formidabile. E non trascuro la possibilità di contropartite tecniche. Ciò detto, da parte di tutti i giocatori mi auguro che vengano mantenuti i giusti comportamenti. Ma in questo Spalletti è una garanzia».
Non teme che l’Inter negli ultimi anni sia andata in crisi di identità anche per la perdita di tanti personaggi come Moratti, Facchetti, Oriali?
«La cosa ora non mi preoccupa, ma potrebbe essere un aspetto che valuteremo più avanti. Infatti prima di venire qui sono andato a salutare Massimo Moratti, anche perché nel suo studio sapevo che avrei trovato la storia dell’Inter. Quella storia che mi ha fatto soffrire da bambino. Mi ha mandato un biglietto di auguri anche Ernesto Pellegrini».
Quanti big servono a questa squadra?
«Abbiamo preso un ottimo difensore giovane, Skriniar, e un grande catalizzatore di gioco, Borja Valero. Poi puntiamo a uomini di grande profilo. Faccio l’esempio di Dalbert, che reputo fortissimo. Siamo venuti incontro al Nizza che vorrebbe tenerlo per i preliminari di Champions. Dietro a certe operazioni che si chiudono in mezza giornata c’è qualcosa che non funziona, bisogna diffidarne. Poi a volte Spalletti ne “resuscita” alcuni, vedi Emerson Palmieri che a Roma all’inizio veniva sbeffeggiato».
Ausilio ha detto che non potete prendere giocatori con ingaggi folli anche per non creare problemi nello spogliatoio. Parliamo dei Di Maria e dei Vidal?
«Intanto non credo che Di Maria, pur bravissimo, sia il profilo giusto perché ci serve qualcuno che segni quei gol che se no fa solo Icardi. Certe operazioni comunque non andrebbero fatte per rispetto dei bilanci e del monte stipendi. Ciò detto, se ci sarà la possibilità di prendere qualcuno con