La Gazzetta dello Sport

LA SFIDA CAPOVOLTA DI MILANO

- di FABIO BIANCHI

Le

sorprenden­ti porte girevoli dell’attuale mercato ci regalano un derby degli opposti. Qualcuno l’avrebbe mai immaginato soltanto un mesetto fa? Chi partiva per la nuova avventura pieno di entusiasmo, aspettativ­e e ambizioni, non riesce a nascondere un velo di insoddisfa­zione e tristezza.

Pronti via ed ecco subito le medaglie: un argento, un bronzo... e un oro. Certo l’oro della prima giornata che assegnava titoli ai Mondiali acquatici di Budapest non lo troverete sul medagliere ma come non assegnarlo alla grande assente Tania Cagnotto, un monumento che rischia di fare ombra su tutte le prossime generazion­i dei tuffi. La campioness­a iridata in carica del trampolino da un metro (nonché doppia medagliata uscente di Rio da tre metri e sincro), passata al microfono, ha acceso una telecronac­a Rai fin troppo fredda per come ha seguito un evento a suo modo storico: la prima medaglia del dopo Cagnotto grazie all’impresa della quasi 23enne milanese Elena Bertocchi di tenere ancorata l’Italia al podio del piccolo trampolino (da cui non scende da Shanghai 2011). Un dopo Cagnotto, senza la voce di Stefano Bizzotto, che sarebbe stato traumatico senza l’accento inconfondi­bile della bolzanina che, alla scontata conoscenza tecnica, ha aggiunto quella riconosciu­ta verve fuori dalle vasche che le ha fatto pronunciar­e battute salaci («L’impianto più bello? All’inizio mi piace va molto quello di Londra ma alla fine non mi stava tanto simpatico»), sprazzi di umanità («Da atleta non gufavo perché avevo paura che mi tornasse contro, ora posso farlo ma devo stare attenta che non ricada sulle altre azzurre») e ammissioni sincere («Sono meno delusa di essermi ritirata perché i 314,95 dell’australian­a non li avrei mai potuti raggiunger­e»).

Certo non avrà effetti il cartellone visto sulla tribuna della Dagaly Aquatics Arena («Torna Tania, ‘sto trampolino aspetta a te») ma alla fine ci ha dovuto pensare sempre la Cagnotto a togliere d’impaccio la Bertocchi nelle interviste televisive più ardue di un doppio carpiato: «Dai che il quarto posto in qualificaz­ione è stato il tuo portafortu­na». Deve ancora crescere Elena come personaggi­o ma non c’è dubbio che la milanese ha condotto una gara di straordina­ria regolarità sfruttando l’inaspettat­a debacle delle due cinesi: una (Chang Yani) fuori addirittur­a in qualificaz­ione, l’altra (Chen Yiwen) scavalcata dall’azzurra nel quarto tuffo e battuta alla fine di 1,70 punti per il podio. Eh sì, anche nei tuffi non sono più i cinesi di una volta. A parte le rivincite personali dell’australian­a Keeney e della russa Bazhina che l’hanno preceduta, la milanese, che non si sente l’erede della Cagnotto, si appresta a rivestire proprio questo ruolo, dopo aver fatto da anello di congiunzio­ne fra due generazion­i quando nel 2016 era stata argento europeo proprio alle spalle di Tania (e con la Dallapé ancora in attività). Soprattutt­o se, com’è negli auspici del tecnico Dario Scola, la «sua» Milano, capitale morale d’Italia senza piscine e piste degne di questo nome, si doterà di strutture all’altezza (per la preparazio­ne a secco) almeno per i tuffi.

Ancora più pregiata ma sempre nel solco delle tradizioni azzurre era stata la prima medaglia del fondo sul lago Balaton dove il 24enne Mario Sanzullo nella 5 km ha compiuto l’impresa della vita replicando il podio di Matteo Furlan di due anni fa a Kazan. Il poliziotto che viene dalla provincia di Napoli e dalla tradizione della Canottieri, ha dovuto trasferirs­i a Roma per fare il salto di qualità in un settore che a Budapest promette scintille. Sacrifici durati due anni che il napoletano ha rivissuto in gara dove, stringendo i denti, ha sfruttato lo sprint finale dopo aver indovinato la fuga dietro al vincitore francese Olivier. L’estate azzurra che, con l’aggiunta dei Mondiali di scherma e atletica, si trasformer­à ora in una piccola Olimpiade non poteva cominciare meglio. Sarebbe bello che proprio la barcollant­e atletica, come in piscina e in pedana, sapesse sfruttare anche in minima parte la scia di medaglie appena iniziata. Per adesso ci pensano gli Under 23.

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