La Gazzetta dello Sport

In Italia meno razzismo Verso stadi più aperti

Report Figc sugli episodi di discrimina­zione: dai 55 del 2010-11 ai 14 dell’ultima stagione. Il Viminale studia norme per favorire l’accessibil­ità

- Alessandro Catapano

Siamo meno violenti e, se Dio vuole, meno razzisti. Insomma, si respira un’aria migliore negli stadi italiani. Il calo degli incidenti, e di agenti e tifosi rimasti feriti, era già noto da qualche mese. Secondo l’ultimo report del Viminale, pubblicato nel corso dell’ultima stagione, gli incontri con feriti diminuivan­o del 24%, il numero dei feriti del 41,7% tra i civili e del 59,4% tra le forze dell’ordine, mentre cresce- vano, del 25,7%, i denunciati. Ora, arrivano anche i dati sull’odioso fenomeno della discrimina­zione razziale e territoria­le. E anche qui, si può affermare con sollievo che si tratta di un fenomeno in calo.

IL REPORT Il Centro Studi e Formazione della Figc, sotto la supervisio­ne del d. g. Michele Uva, ha esaminato le sanzioni di 1° grado inflitte alle società di Serie A,B e Lega Pro in seguito a episodi di discrimina­zione razziale e territoria­le, relativame­nte alle ultime sette stagioni, dal 2010 al 2017. Ne è uscito un quadro preoccupan­te per la «qualità» del fenomeno: dei 264 episodi di discrimina­zione complessiv­amente registrati, infatti – 130 in A, 34 in B, 100 in Lega Pro – ben 152 (il 57,6% del totale) hanno matrice razziale, 104 (39,4%) territoria­le, i restanti 8 (3%) razziale e territoria­le. Se si analizza l’andamento del fenomeno, però, il quadro è piuttosto confortant­e. Come rileva la Figc – che pubblicher­à il Report a margine del Consiglio federale di giovedì – il fenomeno discrimina­torio è in diminuzion­e: nei sette anni presi in esame, infatti, gli episodi sanzionati dai giudici sportivi sono calati del 74,5%, passando dai 55 della stagione 2010-11 ai 14 dell’ultima appena conclusa. In Serie A, dopo un incremento degli episodi nel primo triennio analizzato (11, 20, 25) e un dato stazionari­o nel biennio successivo (23, 25), si registra una sensibile diminuzion­e: 19 casi nella stagione 2015-16, 7 nell’ultima. In B, sotto la gestione Abodi, il fenomeno è praticamen­te sparito: dei 13 episodi del campionato 2012-13, dall’anno dopo ne è rimasto solo uno. Anche in Lega Pro – con un numero di par- tite maggiore – il calo è stato costante: dalle 36 sanzioni della stagione 2010-11 siamo arrivati alle 6 dell’ultima. Conseguent­emente, il calo si riflette sul valore economico delle sanzioni. In Serie A, siamo passati dalla cifra monstre di 725mila euro (campionato 2013-14) a quella più accettabil­e raccolta nell’ultimo campionato: 65.000, dei quali 55mila per episodi di discrimina­zione territoria­le. In B, le sanzioni pecuniarie sono azzerate ormai da quattro anni. In Lega Pro, erano 182mila euro nel 2011, mentre oggi superano di poco i ventimila.

LE RIFORME In questo quadro, si inserisce il percorso avviato ad aprile da Figc e Ministero dell’Interno. Nell’incontro al Viminale con leghe e componenti del calcio, il ministro Minniti e il presidente Tavecchio condiviser­o la necessità di avviare un progetto di modifica delle norme di accesso agli stadi, con l’obiettivo di renderli più accessibil­i e confortevo­li — gli spettatori calano da anni — mantenendo gli standard di sicurezza. Una sfida ambiziosa che è stata affidata in prima battuta all’Osservator­io nazionale sulle manifestaz­ioni sportive. Il gruppo di lavoro ViminaleFi­gc, coordinato dalla presidente Daniela Stradiotto, ha messo a punto le prime proposte di modifica, che saranno annunciate nei prossimi giorni. La più apprezzata, certamente, sarà la riapertura dei botteghini degli stadi anche in prossimità del fischio d’inizio delle partite. La più richiesta, ma se ne parlerà più in là, e solo se i primi provvedime­nti non avranno controindi­cazioni, potrebbe essere una rivisitazi­one della tessera del tifoso.

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