La Gazzetta dello Sport

Se il pallone perde i pezzi

Dal blitz di San Siro all’ennesimo tonfo Messina si dispera

- Piero Rizzo MESSINA

In un decennio soltanto promesse I giocatori contro Gravina, 1100 tifosi abbonati al buio

Il Messina è morto un attimo dopo aver rinunciato all’ idea di iscriversi al campionato. Morto, perché di questa società non rimarrà più nulla: 3 milioni di debiti sono un fardello troppo pesante. Scenari futuri? Procedura fallimenta­re, contestual­mente si proverà a individuar­e un gruppo imprendito­riale che possa fondare una nuova società per sfruttare la norma federale che prevede la partecipaz­ione in Serie D, anche in soprannume­ro, di un’eventuale nuova compagine che rappresent­i la città. Qualcosa, in questa direzione, inizia ad agitarsi sullo sfondo, ma sarà fondamenta­le l’apporto dell’amministra­zione comunale.

RABBIA Gli ormai ex calciatori del Messina, intanto, sono sul piede di guerra: rivendican­o gli stipendi non percepiti e accusano il presidente della Lega Gravina: «Ha fatto da garante a Proto e deve assumersi le sue responsabi­lità». L’ira del popolo gialloross­o non si arresta. In 1100 avevano già sottoscrit­to l’abbonament­o. Senza che vi fosse una squadra, un allenatore, uno straccio di certezza. Una tifoseria che ha investito fiducia e soldi alla cieca, nonostante fosse reduce da un decennio scandito da gestioni ballerine e acrobazie di ogni sorta. Dall’ombra del calcioscom­mes- se, da una passione calpestata. Le promesse, poi: quelle non sono mai mancate. Lo Monaco aveva assicurato di riportare il Messina a San Siro, di far rivivere l’ebrezza del blitz firmato nel 2004 da Giampà e Zampagna contro il Milan. Quel Messina visse un triennio in massima serie: 7° alla prima stagione, poi due retrocessi­oni consecutiv­e, di cui una rimediata con la riammissio­ne post-Calciopoli, prologo della discesa definitiva verso gli inferi. Un anno di transizion­e in B, prima dell’addio della famiglia Franza: il club venne rilevato all’asta da Alfredo Di Lullo. Ripartì dalla Serie D. Era il 2009. Per ritrovare il profession­ismo dovette attendere Pietro Lo Monaco, dopo una serie di gestioni sostanzial­mente disastrose. Poi il passaggio di consegne con Natale Stracuzzi, il presidente pastore evangelico. Infine Proto, che aveva garantito la restaurazi­one della «normalità». Propositi inceneriti sull’altare di una realtà divenuta incontroll­abile. E oggi destinata a essere seppellita per l’ennesima volta, nell’indifferen­za di una città che non crede più nel calcio. Lo sport che da queste parti era ragione di vita, segno di appartenen­za. Un collante. Una religione.

 ?? AFP-SAYA ?? 22 settembre 2004: con i gol di Giampà e Zampagna il Messina batte il Milan a San Siro; chiude quell’annata al 7° posto. Sotto Franco Proto, il patron del Messina
AFP-SAYA 22 settembre 2004: con i gol di Giampà e Zampagna il Messina batte il Milan a San Siro; chiude quell’annata al 7° posto. Sotto Franco Proto, il patron del Messina
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