Ora i rossoneri entrano nelle scuole cinesi
Un accordo con un ente statale per la formazione di istruttori di calcio A Pechino aprirà la branca commerciale
Marco Fassone usa un’immagine poetica, parlando di un «piccolo ragazzino che crescerà». Ma in questo caso la poesia cede il passo alla concretezza perché il Milan cinese, inteso come club che deve espandersi a queste latitudini, ora sta davvero iniziando a camminare sulle proprie gambe. Dopo la ratifica avvenuta nell’ultimo Cda di fine giugno, è attesa a breve - potrebbe essere già questa settimana - la piena operatività di Milan China, la controllata di via Aldo Rossi a cui è affidato il progetto di espansione commerciale in loco del club rossonero. È da qui che passa la maggior parte delle ambizioni della nuova proprietà, perché è da qui che la società conta di ricavare, sa- lendo di statura nel tempo, centinaia di milioni per fare del Milan un marchio capace di competere in termini commerciali con Real, Barça e United, i mostri sacri del settore. Per farlo, la dirigenza si affiderà a manager cinesi, che in questa fase iniziale saranno una decina e sono stati selezionati da un cacciatore di teste. Riporteranno direttamente a un a.d. cinese, che a sua volta riferirà a un Cda di cui fa parte anche Fassone. Il quartier generale di Milan China sarà a Pechino, ma in futuro dovrebbero aprire sedi anche in altre città. L’utilizzo di management locale è stato voluto espressamente per intercettare nel modo migliore un tessuto sociale profondamente diverso dai canoni occidentali.
BACINO IMMENSO Ma l’evento di ieri è stato anche l’occasione per siglare l’«AC Milan Special Fund», un progetto di promozione e supporto per lo sviluppo del calcio nella scuole in Cina. L’accordo, firmato dal club rossonero e dalla China Next Generation Education Foundation (Cngef) è molto importante per due motivi: il Milan in questo modo entra nel settore scolastico cinese, creando una nuova base di potenziali tifosi e con evidenti benefici commerciali a breve-medio termine; il secondo motivo è che lo fa con il nulla osta del governo centrale, dal momento che il club rossonero affiancherà progressivamente un ente statale. L’obiettivo? Insegnare calcio a chi non ha ancora l’organizzazione per farlo. Formare insegnanti che possano fare da istruttori specializzati negli orari scolastici. La presenza di tecnici italiani non sarà massiccia: lo scopo è la formazione di tecnici sul territorio, con un effetto domino. La fascia d’età è quella che va dai 12 ai 15 anni, entro fine anno si partirà con le prime 100 scuole e il tutto si inserisce molto bene nell’ambiziosissimo progetto calcistico nazionale del presidente Xi Jinping.