INFRANTA UNA BARRIERA
Beh, dopo un oro vinto a Kazan nel 2015, vedere subito, due anni dopo, un altro oro italiano da spettatrice mi ha fatto un altro stranissimo e fantastico effetto.
Beh, dopo un oro vinto a Kazan nel 2015, vedere subito, due anni dopo, un altro oro italiano da spettatrice mi ha fatto un altro stranissimo e fantastico effetto. E come se non bastassero le medaglie di bronzo di Elena Bertocchi e Giovanni Tocci da un metro, o quelle dei fondisti Mario Sanzullo ed Arianna Bridi, adesso applaudiamo un’altra impresa unica nel suo genere. Posso capire soltanto io cosa significhi colmare un gap storico: quando si realizza ti lascia qualcosa di fortissimo dentro. Io da prima italiana campionessa mondiale nei tuffi ho impiegato un po’ ad apprezzarla: è stata l’emozione più grande ancora prima delle medaglie olimpiche. Resterà indimenticabile. Come credo per Giorgio Minisini e Manila Flamini, che sono stati eccezionali: mi fa davvero un grande piacere per loro, anche perché si tratta di un oro inaspettato in uno sport come il nuoto sincronizzato che è una disciplina in cui le gerarchie sembravano ferree, e per l’Italia sembrava impossibile battere la Russia. Un oro che si temeva non dovesse arrivare mai. Ed invece, finalmente, qualcosa s’è mosso e l’Italia ha colto una grandissima occasione per rompere un’altra barriera. Passare da secondi a primi non era facile, ma questo sport sta dimostrando che anche le gerarchie possono cambiare. E poi a me il nuoto sincronizzato piace tanto, è uno sport duro, con allenamenti intensi, meno pericoloso dei tuffi ma serve la stessa eleganza nei movimenti, e poi sembra quasi di ballare, argomento che a me piace tanto. Ricordo da ragazzina che provai anche io, era quasi un gioco per me. Speriamo che - visto che il Cio aumenta le specialità nel nuoto -, ora sia nei tuffi che nel nuoto sincronizzato il doppio misto nell’acqua possa essere promosso adesso alle Olimpiadi.