SÌ VERONA, CASSANO E CERCI SONO SCOMMESSE REDDITIZIE
Chapeau Verona, questa è una scommessa che piace. Tranne rari casi, il mercato delle piccole non desta clamorose sorprese. Chiamare piccola una squadra che nella sua storia ha vinto uno scudetto, può sembrare riduttivo. I tifosi ci scuseranno se etichettiamo così l’Hellas, considerando gli ultimi anni di saliscendi. Comunque: un colpetto di qui, un aggiustamento di là, il tentativo di pescare giovani o giocatori in grado di formare un gruppo solido. Così operano le piccole. Il Verona invece cerca di pensare in grande, di avere delle idee. Magari rischiose, ma se riescono... Antonio Cassano è una di queste idee, una scommessa che può essere vincente. Alessio Cerci è un’altra. E il bello di queste scommesse è che se vanno male, sono costate poco. Se vanno bene, invece faranno la differenza. Per tacere del ritorno mediatico. Nel caso di Fantantonio, stiamo parlando di un giocatore che tecnicamente ha pochi eguali in Italia. Guarda caso, le sue stagioni migliori le ha fatte lontano dalle big. Tra le più belle, giusto quelle alla Sampdoria con Pazzini. E se Cerci si ritrova e comincia a inserire il turbo nella sue volate, il Verona ha un «tridente» che nessun avversario diretto può permettersi. Vedremo se funziona. Anche la memoria del passato ci ha messo lo zampino. Tutti si ricordano quello che combinò un certo Toni all’Hellas. Riuscì persino a essere capocannoniere del campionato. E il Verona non lo prese certo all’apice della carriera. Il giga centravanti veniva da stagioni così così, era finito persino a Dubai, nell’Al Nasr. Il Verona fece la sua scommessa. E la vinse. Prendendolo a 36 anni. Antonio Cassano ne ha 34. Cerci 30 appena compiuti. Fisicamente sono integri. Bisognerà rivitalizzarli. Ma comunque vada, sono scommesse che valeva la pena fare.