Caldo asfissiante? Si vince così
Dai 43 gradi del Mondiale di Doha ai giorni del Tour: acqua, maglie termiche, pannelli rinfrescanti. Cassani: «Il 3% in meno del peso vale un calo del 20% della prestazione»
«In pianura o in discesa l’aria ti dà un po’ di sollievo. Ma in salita il caldo può diventare insopportabile, asfissiante. Senti la bici in carbonio bruciare sotto di te. Ricordo l’Aubisque nella tappa del Tour 1991 vinta da Chiappucci: una giornata infernale, con i corridori che si fermavano a cercare l’acqua nei frigoriferi dei tifosi». Il c.t. azzurro Davide Cassani di condizioni estreme in corsa se ne intende. È stato pro’ per 15 stagioni, dal 1982 al 1996, e da coordinatore della Nazionale si è trovato ad affrontare negli ultimi Mondiali di Doha un caldone «da forno»: più di 43 gradi centigradi. Oggi Aru e Froome non troveranno in Francia le stesse temperature del deserto del Qatar (all’arrivo di Romans-sur-Isère sono previsti 34 gradi), ma comunque il termometro rimane incandescente. Sia per chi si contende la maglia gialla, sia per tutti i cicloamatori alle prese con allenamenti bollenti.
PRESTAZIONI Che cosa succede in situazioni di grande caldo? Quando la temperatura corporea sale oltre i 39 gradi (al calore prodotto dallo sforzo muscolare si somma quello dell’irraggiamento solare), si ha una distorsione della cinetica della cessione di ossigeno dall’emoglobina ai tessuti, dunque un calo delle prestazioni: «Il fisico — spiega Cassani — consuma per disperdere calore, le pulsazioni salgono e ci si trova fuorigiri». Il corpo disperde calore prima di tutto attraverso la sudorazione. Quando questa è eccessiva, il nemico numero uno diventa la disidratazione: «Bisogna pesarsi prima e dopo l’allenamento. Se il calo ponderale è notevole, vuol dire che si è sbagliato qualcosa: un 3% in meno del peso corporeo riduce la prestazione del 20%».
IDRATAZIONE Il consiglio principale riguarda dunque l’idratazione: «Durante la tappa o l’allenamento è fondamentale
bere con regolarità — osserva il tecnico romagnolo —. Quanto? Bisogna conoscersi e adeguarsi alle condizioni. Nella borraccia, aiutano preparati di sali o zuccheri diluiti in acqua. Per evitare problemi di stomaco, esistono anche pastiglie di sali minerali». A Doha, gli azzurri hanno consumato circa 300 borracce: per l’occasione, erano state utilizzate quelle termiche, in modo da avere sempre disponibilità di liquidi freschi. Tre tipologie: borracce con solo acqua, quelle con acqua e sali
(potassio e magnesio, selenio, zinco, manganese e rame) e – soprattutto nel finale – quelle con zuccheri e maltodestrine.
CONSIGLI L’altro modo con cui il corpo disperde calore è l’induzione: il contatto con un liquido più fresco. «Per il Mondiale avevamo maglie termiche» racconta il c.t.: un body avveniristico, sviluppato in galleria del vento al Politecnico di Milano, in grado di bloccare il 94% dei raggi UV e con pannelli raffreddanti. Ma è consueto nel riscaldamento prima di una crono o di una tappa vedere corridori indossare giubbotti ghiacciati, oppure mettere ghiaccio sul collo: «L’importante è non metterlo in testa, altrimenti si “inganna” il corpo, che pensa ci sia freddo — osserva Cassani —. Durante la gara, meglio bagnarsi spesso braccia e gambe. Il consiglio è anche quello di indossare maglie leggermente più grandi, per aumentare l’aereazione, o aprire la zip per disperdere calore. E scesi dalla bici, far scorrere acqua gelata sulle gambe durante la doccia dà sollievo e tonifica».