Sivakov, il russo pigliatutto prenota il futuro
Tripletta dopo il Giro under 23 e la Ronde de l’Isard, adesso mira al Tour de l’Avenir. Allevato dalla Bmc, piace tanto anche a Sky
Domenica Pavel Sivakov ha tagliato il traguardo di Valgrisenche con un dito al cielo e la maglia di leader indosso. Il ciclismo non è una scienza esatta, ma la sensazione è che rivedremo molte volte un quadretto simile. Il ragazzone della Bmc Development, 20 anni appena compiuti, si è aggiudicato il 54° Giro della Valle d’Aosta, la prestigiosa gara under 23 in cinque tappe. Ha fatto saltare il banco nella quarta frazione, stravincendo a Cervinia (dove Fabio Aru, uno che il Valle d’Aosta l’ha dominato per due volte, esultò al Giro 2015), poi ha gestito l’ultima, festeggiando con 2’05’’ sul belga Lambrecht e 4’27’’ sull’australiano Storer. Quello che fa più impressione è che, negli ultimi tre mesi, Sivakov si è messo in tasca anche la dura Ronde de l’Isard e la maglia rosa del Giro Under 23, e ora ha spostato il mirino sull’Avenir, l’equivalente del Tour de France per i «cadetti». Insomma, ci troviamo di fronte a un talento purissimo.
ROBOT Russo solo di passaporto, Pavel è nato l’11 luglio 1997 in Italia, a San Donà di Piave, ma si è subito trasferito a SaintGaudens, tra i Pirenei francesi. È figlio d’arte: papà Alexei è stato pro’ dal 1996 al 2005 (ha corso anche con la Roslotto di Argentin), mamma Aleksandra Koliaseva ha vinto il Mondiale 1993 nella cronosquadre. Lui respira ciclismo dalla nascita: «Il ciclismo per me è tutto. Papà ciclista, mamma ciclista, in casa si parla solo di ciclismo», ha confessato al Giro. Una specie di robot, metodico e scrupoloso: va forte nelle classiche (nel 2015 ha vinto il Fiandre juniores e sogna la Parigi-Roubaix dei grandi), ma anche nelle crono e, da quest’anno, pure in salita: «Dopo l’8° posto al Valle d’Aosta e l’11° all’Avenir del 2016, ho capito che potevo crescere anche su questo terreno». Le porte del professionismo gli si potrebbero spalancare già dal 2018. Ad attenderlo c’è il team dei «grandi» della Bmc: «Preferiamo produrre talenti in casa piuttosto che spendere milioni per comprarli altrove» ha spiegato Klaas Lodewyck, d.s. dello squadrone giovanile che di recente ha lan- ciato gente come Küng e Dillier. Ma anche la corazzata Sky s’è già interessata al nuovo fenomeno delle due ruote.
AZZURRI Dopo un Giro d’Italia chiuso con una sola vittoria, (Romano a Casalincontrada), il Valle d’Aosta ha rilanciato le ambizioni azzurre. Tre i successi di tappa: Matteo Fabbro (Team Friuli) nel prologo, Giovanni Carboni e Alessandro Fedeli (entrambi Colpack) a Scalaro e Valgrisenche. Ma anche tre giorni in maglia da leader. La prima a Fabbro, «pupillo» di Alessandro De Marchi, scalatore eccellente; le due successive al marchigiano Carboni, che poi ha chiuso 5°. La classifica dei gpm è andata a Massimo Rosa, fratello del pro’ Diego, che corre per l’Hopplà Petroli Firenze. Segnali incoraggianti. m. baz. © RIPRODUZIONE RISERVATA