Oro e pregiudizi Minisini-Flamini, è storia «Dedicato a Lampedusa»
Primo titolo mondiale per l’Italia nel sincro. Vittoria nel duo misto con un esercizio ispirato ai migranti: «Porteremo la medaglia sull’isola». E Boy Giorgio: «Anche gli uomini ai Giochi»
EBoy Giorgio si prese il mondo. L’oro con Manila nel programma tecnico? Cose da pazzi, cose mai viste nel nuoto sincronizzato italiano: neanche agli Europei, dove al massimo l’Italia s’era spinta sino all’argento. Cose coraggiose, poi: ispirarsi a un tema così delicato e divisivo come lo sbarco degli immigrati a Lampedusa non è solo un urlo che trascende la vita di tutti, ma ha implicazioni suggestive quanto rischiose. Giorgio Minisini ne ha parlato con la partner Manila Flamini, con lo staff di Patrizia Giallombardo, il regista teatrale Enrico Zaccheo, il compositore Michele Braga, e ha dato il suo sostegno convinto e deciso che il messaggio coraggioso avrebbe emozionato e sbalordito. Una coraggiosa metafora della vita da eseguire in 2’19”: prima del tuffo, Boy Giorgio prende in braccio una profuga ferita se non morta per salvarla dalla disperazione, riportarla alla vita. Il sorriso a volte forzato di chi nuota nel sincro stavolta rompe un tabù.
TEMA AZZECCATO Boy Giorgio dice che non vuole essere considerato l’erede del carismatico detentore americano Bill May, il cui rock’roll con la partner di origine nipponica Spendlove, è sembrato sotto ritmo, pagato solo col bronzo in una finale a 10 (4 coppie in più del 2015), ma certo l’incidenza che avrà per proseguire la battaglia verso la promozione olimpica, ha il suo volto fresco e sereno di iridato che sognava di partecipare da bambino ai Mondiali e poi di vincerli. Li ha vinti, rumorosamente, con quei gesti mimati dagli avvitamenti, i barracuda al suono dei tamburi africani. Un esercizio che ha sfondato il muro dei 90.2979 punti grazie ai quali la coppia russa Kalancha-Maltsev resta d’argento come a Kazan 2015. Il doppio salto, l’incredibile balzo lo ha compiuto Boy Giorgio, ben sorretto da una Flamini impeccabilmente sincronizzata persino negli sguardi, non solo nei movimenti. Boy Giorgio lo ha giudicato anche papà Roberto (9.3 di voto, «se fosse stato disonesto lo avrebbero tolto dalla finale») ma tutto l’esercizio è applaudito: il Duo misto azzurro è nettamente superiore. E, del resto, soltanto una schiacciante supremazia tecnica avrebbe potuto rivoluzionare uno sport prigioniero delle gerarchie: la Russia resta la più decorata e completa potenza della disciplina che fu (Los Angeles ‘84) di Esther Williams, ma per una volta la scon- fitta è giusta e dà margini e un colpo di credibilità di questo sport.
L’IRRUZIONE L’irruzione di Boy Giorgio, un romano di Ladispoli sempre molto lucido oltreché molto forte, contribuisce a sconvolgere le rigide classifiche. Da quel primo bronzo iridato con Manila 2 anni fa, lui s’è consolidato e non s’è mai arreso all’idea che se 73 ita-