IL CONFRONTO
Azzurro su come è cambiato Federer dal 2003 a oggi: «Ha incrementato la qualità del rovescio, ora più aggressivo»
«Giocava un rovescio quasi puramente difensivo con uso quasi esasperato del back e così si metteva sempre in posizione d’attesa o difensiva»
Diego Nargiso vinse Wimbledon da junior giusto trent’anni fa. Da giocatore, ebbe il tempo di sfiorare Federer e oggi, da allenatore, ne è ammirato per la dedizione al lavoro che ci mette, nonostante una classe infinita.
Diego, è corretto dire che Federer gioca meglio adesso rispetto a dieci anni fa?
«Roger deve essere preso a esempio, perché se il suo talento non è riproducibile, la sua voglia di mettersi sempre in discussione e di migliorare ogni dettaglio che possa consentirgli di rimanere ad altissimo livello sono l’emblema della sua umiltà di campione. La risposta alla domanda è sì, Roger gioca meglio di allora, soprattutto perché ha incrementato la qualità del suo rovescio».
E’ la mano di Ljubicic?
«Ivan mi ha sorpreso, ha fatto un lavoro eccezionale, è intervenuto sui punti sensibili e i risultati sono straordinari. Si è concentrato soprattutto sulla parte sinistra del gioco di Federer, su tutti i movimenti. Fino a sei mesi fa Roger giocava un rovescio quasi puramente difensivo, con un uso quasi esasperato del back, con quel colpo si metteva in posizione d’attesa o di difesa e non d’attacco. Ora invece lo anticipa, lo colpisce più in alto, lo ha trasformato in un colpo d’offesa».
Ma anche il servizio di Roger è sottostimato.
«Perché è passata l’idea che al servizio conti solo tirare forte. Io lo dico ai ragazzi della mia accademia, sono importanti le traiettorie, non la velocità. Pur senza colpire sempre a 200 al-