Day after Cassano Gradoni, fatica e voglia di stupire
Torna in campo dopo l’ultimo show Ricomincia di corsa per vincere la sfida Verona
Non può essere un giorno qualunque, quello che segue l’andata e ritorno di Antonio Cassano. Quello della notizia del suo ritiro, l’addio al Verona e al calcio da annunciare a Primiero San Martino di Castrozza, la località trentina in cui l’Hellas svolge la preparazione. Il dietrofront di Cassano, con un colpo più sorprendente di una rabona, più matto di un doppio tunnel. Martedì sera, assicura chi l’ha visto nell’albergo che ospita i gialloblù, Antonio aveva recuperato la piena serenità e, soprattutto, il sorriso. Merito dell’arrivo della moglie Carolina con Christopher e Lionel, i loro bambini. Merito del sostegno ricevuto da Maurizio Setti, Filippo Fusco e Fabio Pecchia, la triade che ha indotto Cassano a stoppare quella decisione presa di pancia dopo otto giorni sul campo di Mezzano.
DIETA E VOGLIA DI LOTTARE Otto giorni in cui il Pibe di Bari Vecchia ha perso sette chili ma, al tempo stesso, ha cozzato con le inevitabili difficoltà dovute a una forma da recuperare e ad una routine agonistica smarrita per un anno e mezzo. L’incoraggiamento dei familiari e il supporto della dirigenza e dello staff tecnico del Verona hanno segnato la svolta. Già martedi pomeriggio, dopo la conferenza stampa in cui ha annunciato il propri o ripensamento a proposito del ritiro dalle scene e dopo il confronto con i tifosi dell’Hellas, amareggiati e sconcertati per quanto avvenuto, Cassano ha dimostrato di avere quella voglia di lottare di cui aveva parlato pochi minuti prima. E ieri, passata la tempesta, all’allenamento mattutino, Antonio ha confermato di essere prontissimo a combattere giorno per giorno per tornare al pieno della condizione.
I GRADONI Il programma stilato prevedeva, tra gli esercizi, anche la scalata dei gradoni dell’impianto di Mezzano. Un tormento codificato da Zdenek Zeman, uno dei riferimenti che fanno parte del Pantheon di Pecchia, una faticaccia atletica che mette alla prova i muscoli e la testa. Cassano non si è chiamato fuori, anzi. Ha corso e sbuffato. Quanto accaduto tra lunedì sera (il momento in cui il dado del congedo dall’Hellas e dal pallone pareva tratto) e martedì ha avuto su di lui un effetto elettrizzante. Una nuo- va sfida, una scommessa da vincere. E, allo stesso modo, FantAntonio vuole farsi perdonare la giravolta dai tifosi gialloblù, saliti in massa a Primiero per vedere la squadra e sognare con Cassano: erano in tremila per il test con la Triestina. Ne sono attesi almeno altrettanti, sabato, per l’amichevole, col Trapani. Cosa rara per lui, il fantasista ha chiesto scusa per il suo comportamento. La piazza, al riguardo, si è spaccata tra chi si è sentito preso in giro e chi, al contrario, in Cassano vede un talento folle, e per questo da coccolare.
ZIGO-GOL Nella mitologia del Verona c’è Gianfranco Zigoni, altro geniaccio fuori dagli schemi, tanto grande per le sue mattane da essere ancora invocato nei cori della tifoseria. Lo stesso Zigoni che, appreso dell’arrivo all’Hellas di Antonio, ha confidato: «Per lui tornerò al Bentegodi. Come classe è uno che vale Messi e Cristiano Ronaldo. L’amore dellaella gente di Verona lo conquisterà,sterà, per lui sarà un orgoglio vestire la maglia gialloblù». Dallaalla pellic-pelliccia bianca, con tanto didi cappello da cowboy in testa,a, con cui Zigo si sedette in panchina prima di una partiartita tra l’Hellas e la Fiorenren- tina ai colpi naïf di Cassano il passo potrebbe bbe non esser così lungo. Intanto, c’è un FantAntonio onio che suda, la cui piroettaetta è stata compresa dai compaompagni («L’importante è cheche sia rimasto: è un grande gioca-giocatore», le parole di Thomashomas Heurtaux. E nel pomeriggioeriggio libero tutti assieme sonoono saliti alle Pale di San Martino, artino, a quota 2800 metri) e che, mentre le Dolomiti stannoanno a guardare, corre per ill Vero-Verona.