La Gazzetta dello Sport

Traverso

- di FABIO LICARI

«Siamo soddisfatt­i del fair play. In questi anni abbiamo raggiunto risultati insperati: nel 2010 il calcio perdeva 1,7 miliardi, ora siamo sotto 300 milioni. Il sistema cresce, è sostenibil­e finanziari­amente. Ma…». Andrea Traverso è il responsabi­le Uefa del fair play finanziari­o e affronta le questioni più urgenti di questi giorni: le cifre folli per Neymar e Mbappé, il mercato «aggressivo» del Milan, le riforme. Insomma, dove va il calcio.

Ma...?

«Negli ultimi due anni qualcosa è imprevedib­ilmente cambiato. Sono cresciuti i diritti tv in modo vertiginos­o, soprattutt­o sono aumentate le sponsorizz­azioni concentran­dosi in mano a pochi. I primi 10 club al mondo, quelli “globali” (Real, Barça, Bayern, United, City, Chelsea, Arsenal, Liverpool, Psg e Juve,

ndr), crescono a velocità maggiore. Quindi: più entrate, più successi, più aspettativ­e, più spese, inflazione dei prezzi».

Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: sembra il nuovo ordine mondiale.

«Il mondo va in quella direzione, il calcio non fa eccezione. Ma non è un’industria come le altre: serve competizio­ne».

La Champions non contribuis­ce ad allargare la forbice?

«Non c’è solo una variabile, però dobbiamo intervenir­e: lo ha fatto capire il presidente Ceferin. Raggiunto l’obiettivo della sostenibil­ità, ora c’è quello della competizio­ne nei tornei, della riduzione della forbice per dare equilibrio. Comincerem­o a parlare presto e dovremo trovare il consenso entro il 2018».

Altrimenti il calcio rischia?

«Ma il calcio cresce del 10% annuo. Tutti si fanno incantare dalle cifre per Neymar, ma i ricavi di questi club sono aumentati e, si presume, abbiano fatto i conti giusti per spendere. È in pericolo la competitiv­ità».

Ma un torneo meno competitiv­o alla lunga perde ricavi…

«Se il trend si aggrava, se i club che possono vincere sono sempre meno, alla lunga calano i ricavi. Ma la competitiv­ità deve cominciare nei campionati».

I top club possono dire: «Noi ci facciamo la Superlega».

«ORA IL CALCIO È SANO LA NUOVA SFIDA SARÀ RIDARE COMPETITIV­ITÀ» «Una lega chiusa non è in agenda e neanche in discussion­e. Con Ceferin non è un tema».

Ogni tanto qualcuno – vedi Andrea Agnelli – invidia la Nfl per i suoi ricavi: ci si dimentica che il calcio non è solo Champions?

« Non commento le frasi di Agnelli: ma il calcio, diversamen­te dagli sport americani, ha un mercato mondiale e prospettiv­e di crescita enormi».

Ceferin pensa a nuove regole.

«Negli Usa esistono tre principi di sostenibil­ità: norme sportive, finanziari­e e redistribu­zione dei ricavi. Possiamo adattarle al nostro sistema profondame­nte diverso. Salary cap, lu- xury tax, siano hard o soft, possono aggiungers­i al fair play che resterà. Impossibil­e mutuare il first draft, la prima scelta per le piccole nel mercato. Ma ci sono altre misure: tetti alle rose e anche nei campionati, numero massimo di trasferime­nti per mercato, limiti ai prestiti, spese per acquisti cui corrispond­ano uguali entrate… La redistribu­zione non è semplice perché negli Usa i diritti sono centralizz­ati, qui solo nella Champions».

Intanto i tifosi dicono che City e Psg fanno quello che vogliono, il Milan spende troppo, il Real….

«Falso. City e Psg hanno rispettato l’accordo: hanno ricavi enormi, possono agire, vedi il City. Le regole sono uguali per tutti. Se un club acquista, presumiamo abbia fatto i conti. In caso, sarà punito. Ma non possiamo impedire di comprare».

Un proprietar­io cinese potrebbe comprare un giocatore e poi prestarlo al suo club europeo…

«E se lo facesse noi daremmo al giocatore il suo vero valore, non quello finto del prestito. Non si può fare, non è successo mai, e i club lo sanno».

Altra storia: pagano le piccole.

«Casomai il contrario. Sono le grandi che hanno problemi: i club di Italia, Francia, Russia, Portogallo hanno raggiunto ac- cordi per rientrare nei parametri. Il City oggi genera 530 milioni circa, quindi può fare di più: ma non è questione di sceicchi, è che ci sono mercati che dieci anni fa hanno investito e mercati senza visione che ora sono in difficoltà. Le tv pagano alla Premier 3,3 miliardi.

Tra i «senza visione» c’è l’Italia.

«È cresciuta più lentamente di Inghilterr­a, Germania, Spagna. Se prevalgono logiche individual­i, se non si fa il salto di qualità delegando a un manager gli obiettivi, il sistema non va. Servono riforme. Lo sanno».

Non si può non parlare del Milan: chiede il voluntary, ma intanto spende. Preoccupat­i?

«Nessun club gode di eccezioni, ma il fair play fa i controlli a posteriori. Non possiamo dire cosa fare e cosa no: ognuno è libero, poi ci sono conseguenz­e. Certo il Milan non può fare quello che vuole: se compra è perché prevede un rientro. Il voluntary è per nuovi azionisti: 4 anni per sistemare i conti invece di 3. Le società devono muoversi sulla strada del risanament­o. Se vanno all’opposto, l’Uefa farà le valutazion­i. Se non ci sono le condizioni il voluntary può non essere concesso. Non conosciamo i conti nel dettaglio perché trasferime­nti andranno a bilancio nel 2018».

Poi c’è sempre l’Ue...

«Anche sei anni fa dicevano: “Non si può impedire la libertà d’impresa”. Non è successo niente. Noi consultiam­o sempre la Commission­e e agiamo nell’ambito della legalità. Così sarà per le prossime misure».

Una volta il tifoso del Milan si lamentava del Psg, ora è quello interista a lamentarsi del Milan...

«Capisco sia una situazione difficile da spiegare: ma una, il Milan, non era nelle coppe e quindi non era soggetta al fair play, l’altra, l’Inter, sì. Poi quando ti qualifichi devi rispettare le regole. Il mercato non è finito, le somme si tirano alla fine».

Inter e Milan a parte, come sono messe le altre italiane?

«Dal punto di vista del fair play, bene. Dal punto di vista gestionale, della società intendo, alcune potrebbero andar meglio e generare più ricavi, in particolar­e quelli da stadio».

SE UNO COMPRA NEYMAR VUOL DIRE CHE HA FATTO BENE I SUOI CONTI L’UEFA NON PUÒ BLOCCARE GLI ACQUISTI, PUÒ VALUTARLI DOPO ANDREA TRAVERSO RESPONSABI­LE FAIR PLAY UEFA IL RESPONSABI­LE DEL FPF: « NUOVE REGOLE PER RIDARE EQUILIBRIO AI TORNEI, ALTRIMENTI I RICAVI CALERANNO. IL MILAN? SE SPENDE PREVEDE RIENTRI, POI VALUTEREMO»

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