Traverso
«Siamo soddisfatti del fair play. In questi anni abbiamo raggiunto risultati insperati: nel 2010 il calcio perdeva 1,7 miliardi, ora siamo sotto 300 milioni. Il sistema cresce, è sostenibile finanziariamente. Ma…». Andrea Traverso è il responsabile Uefa del fair play finanziario e affronta le questioni più urgenti di questi giorni: le cifre folli per Neymar e Mbappé, il mercato «aggressivo» del Milan, le riforme. Insomma, dove va il calcio.
Ma...?
«Negli ultimi due anni qualcosa è imprevedibilmente cambiato. Sono cresciuti i diritti tv in modo vertiginoso, soprattutto sono aumentate le sponsorizzazioni concentrandosi in mano a pochi. I primi 10 club al mondo, quelli “globali” (Real, Barça, Bayern, United, City, Chelsea, Arsenal, Liverpool, Psg e Juve,
ndr), crescono a velocità maggiore. Quindi: più entrate, più successi, più aspettative, più spese, inflazione dei prezzi».
Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: sembra il nuovo ordine mondiale.
«Il mondo va in quella direzione, il calcio non fa eccezione. Ma non è un’industria come le altre: serve competizione».
La Champions non contribuisce ad allargare la forbice?
«Non c’è solo una variabile, però dobbiamo intervenire: lo ha fatto capire il presidente Ceferin. Raggiunto l’obiettivo della sostenibilità, ora c’è quello della competizione nei tornei, della riduzione della forbice per dare equilibrio. Cominceremo a parlare presto e dovremo trovare il consenso entro il 2018».
Altrimenti il calcio rischia?
«Ma il calcio cresce del 10% annuo. Tutti si fanno incantare dalle cifre per Neymar, ma i ricavi di questi club sono aumentati e, si presume, abbiano fatto i conti giusti per spendere. È in pericolo la competitività».
Ma un torneo meno competitivo alla lunga perde ricavi…
«Se il trend si aggrava, se i club che possono vincere sono sempre meno, alla lunga calano i ricavi. Ma la competitività deve cominciare nei campionati».
I top club possono dire: «Noi ci facciamo la Superlega».
«ORA IL CALCIO È SANO LA NUOVA SFIDA SARÀ RIDARE COMPETITIVITÀ» «Una lega chiusa non è in agenda e neanche in discussione. Con Ceferin non è un tema».
Ogni tanto qualcuno – vedi Andrea Agnelli – invidia la Nfl per i suoi ricavi: ci si dimentica che il calcio non è solo Champions?
« Non commento le frasi di Agnelli: ma il calcio, diversamente dagli sport americani, ha un mercato mondiale e prospettive di crescita enormi».
Ceferin pensa a nuove regole.
«Negli Usa esistono tre principi di sostenibilità: norme sportive, finanziarie e redistribuzione dei ricavi. Possiamo adattarle al nostro sistema profondamente diverso. Salary cap, lu- xury tax, siano hard o soft, possono aggiungersi al fair play che resterà. Impossibile mutuare il first draft, la prima scelta per le piccole nel mercato. Ma ci sono altre misure: tetti alle rose e anche nei campionati, numero massimo di trasferimenti per mercato, limiti ai prestiti, spese per acquisti cui corrispondano uguali entrate… La redistribuzione non è semplice perché negli Usa i diritti sono centralizzati, qui solo nella Champions».
Intanto i tifosi dicono che City e Psg fanno quello che vogliono, il Milan spende troppo, il Real….
«Falso. City e Psg hanno rispettato l’accordo: hanno ricavi enormi, possono agire, vedi il City. Le regole sono uguali per tutti. Se un club acquista, presumiamo abbia fatto i conti. In caso, sarà punito. Ma non possiamo impedire di comprare».
Un proprietario cinese potrebbe comprare un giocatore e poi prestarlo al suo club europeo…
«E se lo facesse noi daremmo al giocatore il suo vero valore, non quello finto del prestito. Non si può fare, non è successo mai, e i club lo sanno».
Altra storia: pagano le piccole.
«Casomai il contrario. Sono le grandi che hanno problemi: i club di Italia, Francia, Russia, Portogallo hanno raggiunto ac- cordi per rientrare nei parametri. Il City oggi genera 530 milioni circa, quindi può fare di più: ma non è questione di sceicchi, è che ci sono mercati che dieci anni fa hanno investito e mercati senza visione che ora sono in difficoltà. Le tv pagano alla Premier 3,3 miliardi.
Tra i «senza visione» c’è l’Italia.
«È cresciuta più lentamente di Inghilterra, Germania, Spagna. Se prevalgono logiche individuali, se non si fa il salto di qualità delegando a un manager gli obiettivi, il sistema non va. Servono riforme. Lo sanno».
Non si può non parlare del Milan: chiede il voluntary, ma intanto spende. Preoccupati?
«Nessun club gode di eccezioni, ma il fair play fa i controlli a posteriori. Non possiamo dire cosa fare e cosa no: ognuno è libero, poi ci sono conseguenze. Certo il Milan non può fare quello che vuole: se compra è perché prevede un rientro. Il voluntary è per nuovi azionisti: 4 anni per sistemare i conti invece di 3. Le società devono muoversi sulla strada del risanamento. Se vanno all’opposto, l’Uefa farà le valutazioni. Se non ci sono le condizioni il voluntary può non essere concesso. Non conosciamo i conti nel dettaglio perché trasferimenti andranno a bilancio nel 2018».
Poi c’è sempre l’Ue...
«Anche sei anni fa dicevano: “Non si può impedire la libertà d’impresa”. Non è successo niente. Noi consultiamo sempre la Commissione e agiamo nell’ambito della legalità. Così sarà per le prossime misure».
Una volta il tifoso del Milan si lamentava del Psg, ora è quello interista a lamentarsi del Milan...
«Capisco sia una situazione difficile da spiegare: ma una, il Milan, non era nelle coppe e quindi non era soggetta al fair play, l’altra, l’Inter, sì. Poi quando ti qualifichi devi rispettare le regole. Il mercato non è finito, le somme si tirano alla fine».
Inter e Milan a parte, come sono messe le altre italiane?
«Dal punto di vista del fair play, bene. Dal punto di vista gestionale, della società intendo, alcune potrebbero andar meglio e generare più ricavi, in particolare quelli da stadio».
SE UNO COMPRA NEYMAR VUOL DIRE CHE HA FATTO BENE I SUOI CONTI L’UEFA NON PUÒ BLOCCARE GLI ACQUISTI, PUÒ VALUTARLI DOPO ANDREA TRAVERSO RESPONSABILE FAIR PLAY UEFA IL RESPONSABILE DEL FPF: « NUOVE REGOLE PER RIDARE EQUILIBRIO AI TORNEI, ALTRIMENTI I RICAVI CALERANNO. IL MILAN? SE SPENDE PREVEDE RIENTRI, POI VALUTEREMO»