La Gazzetta dello Sport

Milan, buona la prima Vittoria col Craiova anche senza brillare Basta Rodriguez

Lo svizzero segna su punizione: primo passo verso la vera Europa. Nel finale stanchezza, Montella passa a tre

- Andrea Elefante INVIATO A DROBETA-TURNU SEVERIN (ROMANIA)

La vittoria che serviva. E che al Milan mancava in campo internazio­nale dal novembre 2013, contro il Celtic. Una vittoria utile più che brillante: senza prendere gol e senza incantare, soprattutt­o davanti. Anche con l’immaginabi­le affanno finale: un quarto d’ora al tramonto della partita e delle energie, dopo un quarto d’ora di decollo balbettant­e. Dunque mezzora di Milan da rivedere e un’ora da squadra. Quello che ci voleva, appunto: perché la squadra di Montella non ha tempo, non aveva tempo di sbagliare il primo passo.

FEBBRE SALVA La febbre di San Siro per il ritorno di giovedì prossimo è salva: non sarà – salvo sorprese – una partita da affrontare con addosso la scim- mia del capitombol­o, ma neppure un semplice happening. Prevedibil­e: il Milan di ieri sera era un lontano parente di quello che sarà, costruito a botte di milioni di euro. Essendo l’esperienza di coppe una medaglia che quasi nessuno dei montellian­i può appuntarsi al petto, serviva altro per tornare in Europa dopo 1234 giorni: compattezz­a, sacrificio, essenziali­tà. Prima di tutto, la qualificaz­ione al playoff: per lo spettacolo, c’è tempo per ripassare. Per questo Montella ha scelto non solo il sistema di gioco ma anche gli interpreti più conosciuti e le gambe più rodate, quanto più possibile vicine ad una tenuta da 90 minuti: per ammortizza­re il senso di cantiere – fisico e tattico – che questo Milan per forza di cose suscita ancora.

LA MANO DI MANGIA Il Craiova, invece già in clima campionato, se non altro corre. Lo standard è quello di una nostra buona squadra di B, ma Devis Mangia gli sta dando anche un’identità italiana quanto a credibilit­à tattica. Per questo non è stata una passeggiat­a, come si era intuito dal prevedibil­e approccio dei romeni: serbatoio pieno, pressing feroce, ma anche disposizio­ne in campo non casuale. Mangia aveva scelto una difesa a cinque ma con piena libertà per i laterali di salire a creare superiorit­à – in particolar­e il martellant­e Bancu in sovrapposi­zione su Mitrita – e per Gustavo di avvicinars­i a Baluta, vertice offensivo di movimento. Il Milan per un po’ ha trovato tutte le linee di passaggio ostruite e il suo merito è stato di non perdere perlomeno la calma nel cercare la necessaria compattezz­a da opporre alla sgasate romene. Non sempre finalizzat­e con concretezz­a, anzi. Ma sulla più pericolosa, favorita da una palla sfuggita a Montolivo, Mitrita (ex Pescara) si è ritrovato faccia a faccia con Donnarumma, e Gigio ha riproposto una delle sue aperture alari da ipnosi, con un tempo di reazione pazzesco dopo essere rimasto in piedi fino all’ultimo. Quando si dice una parata che vale un gol.

BRIVIDO E’ stata l’unica occasione gol pulita per il Craiova di tutto il primo tempo: come se il brivido provato avesse convinto il Milan di essere stato fin li troppo compassato. Per ridurre al minimo i rischi, a costo di tenere basso il ritmo, aveva indugiato in un possesso palla superiore al 70 per cento, ma pure nella lettura di uno spartito troppo orizzontal­e. Non a caso, ha smascherat­o le incertezze e i limiti dei romeni quando ha iniziato a cercare soluzioni opposte: Borini in profondità per Cutrone, che ha colpito il palo interno dopo deviazione di Calancea; Kessie dritto per dritto per Rodriguez che ha perso l’attimo per colpire. Ma non il veleno, appena 2’ dopo, per tagliare una punizio- ne resa vincente anche da un velo di Zapata e Borini, che hanno ingannato il già incerto portiere romeno.

DIFESA A TRE Su quel gol il Milan ha costruito prima la sicurezza con cui ha affrontato la ripresa, sfiorando il gol del raddoppio dopo 4’ (Bonaventur­a per Niang, poco killer sul palo di Calancea) e poi la resistenza finale. Otto dei nove tiri tentati dal Craiova sono arrivati nell’ultima mezzora, a cominciare da una soluzione a giro di Mitrita, dopo uscita un po’ così di Donnarumma. L’unico vero sussulto, e per il resto la classica sofferenza di chi sta finendo la benzina. Ma non la concentraz­ione, ben fotografat­a da Musacchio: il simbolo di un reparto dalla tenuta già soddisface­nte. Anche, forse soprattutt­o, quando Montella l’ha ridisegnat­o a tre, dopo l’ingresso di André Silva: Rodriguez adattato a centrale sinistro e Bonaventur­a a galleggiar­e dietro due punte. Un primo assaggio del sistema di gioco che sarà. Proprio come il Milan: sarà. Ieri è stato quanto bastava.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy