La Gazzetta dello Sport

Eder stende il Bayern Spalletti ha una squadra: «Sta tornando il sorriso»

Contro Ancelotti i nerazzurri, corti e concentrat­i, convincono oltre a vincere. Soddisfatt­o il tecnico: «Successi così danno fiducia»

- Luca Taidelli INVIATO A SINGAPORE @LucaTaidel­li

Tre indizi fanno una prova: la cura Spalletti funziona assai bene. Dopo le buone prove contro Schalke e Lione, l’Inter risponde al Milan battendo 2-0 il Bayern Monaco con una prestazion­e di grande forza tattica e mentale. Decide una doppietta di Eder, che due volte di testa nello stesso match probabilme­nte non aveva mai bussato in carriera. Il migliore in campo però è un Joao Mario ovunque, simbolo di un gruppo rimasto immutato nei nomi ma che sembra volersi ribellare alle brutture primaveril­i. Tutti i nerazzurri infatti giocano con una concentraz­ione, una lucidità e una grinta sorprenden­ti. Senza dimenticar­e che, aspettando i botti del mercato, manca sempre un certo Icardi. Il capitano anche ieri ha fatto lavoro a parte prima del match e non lo rivedremo prima del 6 agosto, nel test col Villarreal a San Benedetto del Tronto.

SUL PEZZO Dice il critico: ma il Bayern era lontano dalle proprie potenziali­tà. Sarà in parte vero, eppure in campo c’erano tanti fuoriclass­e che due giorni prima avevano battuto il Chelsea di Conte. La verità è che l’Inter oltre a mille situazioni tattiche sta allenando la tigna, ora non molla nessun pallone. E vittorie come questa innaffiano quell’autostima che prima pareva crescere nel deserto. Spalletti insiste sulla solita e già solida ossatura, con la linea a quattro guidata da un Miranda lucidissim­o. In mezzo però pesa il lavoro di Kondogbia, che recupera mille palloni e lascia a Borja il bonus di due errori non da lui. Lo spagnolo è una bussola per come legge il gioco, soprattutt­o quello avversario nella propria area quando il Bayern preme. Perché il copione è quello previsto, con i tedeschi a far girare palla cercando sfoghi sugli esterni o l’imbucata centrale per James e Lewandowsk­i. Coman non sfugge quasi mai a Nagatomo, mentre Ribery salta un paio di volte D’Ambrosio ma poi sbatte contro il muro Skriniar. L’Inter rimane corta, pronta a ripartire. E alla prima occasione passa, con Eder che sul cross di Candreva prende il tempo a Götze (Felix, non Mario) e trova il sette. Un lampo? Macché, i nerazzurri lasciano che i tedeschi ruminino la palla malgrado il pressing collettivo e una volta recuperata la gestiscono alla grande - almeno per 70’ - con fraseggi di prima, movimenti senza palla (questi sconosciut­i, nel recente passato) e sovrapposi­zioni. Una di queste al 30’ stende il Bayern, con Perisic che giustifica le richieste nerazzurre allo United trovando la linea di fondo e crossando di sinistro al bacio per il solito Eder. La fisarmonic­a interista potrebbe colpire subito dopo, ma l’oriundo viene fermato per un dubbio fuorigioco. E quando vedi che ci si applaude dopo un lancio sbagliato - dove ad aprile sarebbero volati i vaffa - capisci che anche sostituend­o alcuni interpreti il prodotto cambierà di poco. A parte Gabigol (tenero in tutti i sensi) per Eder, Spalletti insiste con gli stessi fino

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 ?? IPP ?? GIOIA SFIORATA Andrea Pinamonti, 18 anni, è andato vicino al 3-0 nel finale. Così come contro lo Schalke, un’altra prova positiva
IPP GIOIA SFIORATA Andrea Pinamonti, 18 anni, è andato vicino al 3-0 nel finale. Così come contro lo Schalke, un’altra prova positiva
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GETTY IL RADDOPPIO Ancora Eder supera il portiere Ulreich: dopo mezz’ora del primo tempo l’Inter è già avanti 2-0 contro il Bayern Monaco

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